Ricordo 14

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Spalancai gli occhi.
Il cuore, per un secondo, smise di battermi.
Aveva detto di essere innamorata di me.. non potevo credere a quelle parole, quando le sentii, tutto il resto del mondo non contava più. Eravamo io e lei.
Mi avvicinai, una lacrima mi scese sul viso ma stavolta era di felicità, anche i suoi occhi iniziarono a farsi lucidi ed io le circondai il viso con le mani.
«Anche io sono innamorata di te...», le confessai, lei mi sorrise ed io fui colpita dal suo sorriso, mi avvicinai sempre di più ad esso fino a lasciarle un tenero bacio sulle labbra, le nostre lingue si intrecciarono e mi sembri di vedere i fuochi d'artificio. Era un momento magico. Non avevo mai provato sentimenti del genere per una persona, l'amore era completamente nuovo per me, essere incoscienti insieme, sognare con un cuore solo, volare su una nuvola senza tempo sospesa sopra l'oblio della realtà.
E se questo voleva dire amare ed essere amata, era semplicemente stupendo.

Ci staccammo ma rimanemmo per un attimo con le fronti attaccate a guardarci, le sorrisi di nuovo e lei ricambiò.
Poi mi strinse la mano e non la lasciò più.
Restammo fino a sera a passeggiare per la città, decidemmo di mangiare una pizza sulla spiaggia per vedere il tramonto.
Ci raccontammo tutto sulla nostra vita, in un'unica serata ci dicemmo tutto quello che c'era da sapere su di noi, aneddoti divertenti ma anche le cose che ci avevano ferito. Mi raccontò di sua madre, della sua famiglia, dei suoi amici, pianse ed io la ascoltai e consolai, mi faceva piacere che si fosse aperta con me per togliere un peso dal suo cuore.

«Torniamo a casa», suggerì, guardando l'ora.
Ci incamminammo, con le dita ancora intrecciate, fino ad arrivare davanti casa, durante il tragitto ci eravamo scambiate qualche bacio ed anche nel giardino sul retro. Era notte fonda ed i miei, compreso Charlie, stavano dormendo.
Salimmo in camera, notai che Charlie non era nel suo letto, probabilmente data la nostra assenza, aveva voluto dormire con i miei.
Ci spogliammo ed io iniziai a mettermi il pigiama ma lei mi bloccò, avvolgendo il mio corpo con le braccia.
«Quello non serve...», mi sussurrò fra i capelli provocandomi dei brividi. La sua pelle nuda a contatto con la mia era una sensazione fantastica.
Ci mettemmo nel suo letto sotto le lenzuola che ci coprivano metà corpo, per la prima volta nella mia vita mi sentivo in pace, felice, sapevo che quello era il mio posto nel mondo. Quella ero io, e con lei potevo essere me stessa.

La guardai e le accarezzai il viso, era morbido, sembrava quasi velluto a contatto con i polpastrelli. Se dovessi scrivere la bellezza dei suoi occhi, potrei scriverne pagine intere, verdi smeraldo con tonalità di marroni, ma non era solo il colore che mi faceva sussultare, era la storia che raccontavano, la sua storia.
Erano così perfetti...
Il suo viso, invece, era simile ad un abisso, più lo guardavo, e più iniziavo a sentire le vertigini.
Come avevo fatto a non capire prima che il sentimento che provavo per lei era amore?
Ero anche solita a pensare che se due persone non si fossero prima conosciute, non poteva nascere qualcosa fra loro, ma mi sbagliavo.
Tra noi si era creato un legame fin da subito, con un solo sguardo, i nostri destini si erano intrecciati.

Probabilmente, avevamo impiegato un'intera estate a fidarci l'una dell'altra, perché il fato stava giocando con noi, ci avvicinava, ci allontanava, ci tagliava la strada per poi farci avvicinare di nuovo, ci aveva dato dei segni, dei segnali, che però non eravamo riuscite a decifrare ma che ora avrei voluto capire prima.
Ogni inizio, infatti, è solo un seguito, ed il mio libro dei ricordi è sempre aperto a metà, pronto a farmi rivivere queste emozioni quando ne ho più bisogno, ricordando del mio primo, vero, amore.

Amore di un'estate (completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora