Capitolo IV

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Ikkaku stava accarezzando i capelli perennemente spettinati del suo capitano, ora incosciente e disteso su uno dei lettini della loro infermeria, mentre distrattamente rispondeva alle domande di protocollo poste da Penguin, per il definitivo check up dello stato del loro comandante.
 
Il nakama, nei panni di infermiere, si era ritrovato a sospirare, se più per la disattenzione della ragazza o per le condizioni in cui versava il suo amico, non lo sapeva dire.
 
"Ikka-chan... per favore, concentrati."
 
Lei, di tutta risposta, non l'aveva degnato di uno sguardo.
Piuttosto, aveva riposto tutto il suo interesse nel pettinare i capelli di Law, di modo che quella maledetta ciocca bianca che gli svettava sul capo venisse nascosta, cancellata alla vista, eliminata per davvero.
 
Penguin, ancora una volta, si era lasciato andare in un sospiro, che stavolta riconosceva non nascondere la sua preoccupazione, nonché una nota di amara ilarità.
 
"Come se bastasse nascondergli le macchie per farlo guarire... È proprio ciò che non vediamo che lo fa star male. Solo dopo che ha sofferto, 'ste merda di macchie del cazzo si rivelano."
 
Si era ritrovato a stringere tra le dita la cartella clinica di Law, lasciandosi cadere seduto sul materasso, ai piedi del compagno, mentre gettava sul pavimento con forza esagerata la penna con cui poco prima stava appuntandosi le vacue risposte di Ikkaku.
 
L'Uomo Mascherato si era girato appena allo scatto d'ira del compagno.
Se Law fosse stato sveglio, sarebbe stato l'unico che avrebbe saputo vedere oltre la sua maschera teatrale per ritrovarsi ad affrontare un viso teso e rattristito.
Si era poi nuovamente voltato, per dedicarsi ai numerosi appunti sparsi sulla scrivania del loro dottore, che con Uni e Clione, stava consultando per capire se in uno scarso giorno di studio, Trafalgar Law avesse compiuto l'ennesimo miracolo medico ed era riuscito a scoprire qualcosa di rilevante.
 
Shachi, sull'uscio della stanza, aveva raccolto i resti della penna, giocandoci con le mani, senza entusiasmo.
 
"Non sono la persona più adatta per dirvelo, ma con questi atteggiamenti non risolveremo niente."
 
Il resto della ciurma si era nel frattempo riunita in infermeria, principalmente concentrata attorno la branda di Trafalgar in un serrato cerchio, per impedire al loro navigatore di prendere in braccio e coccolare il loro Doc, come aveva evidentemente intenzione di fare.
 
"Il rosso ha ragione." White Fox aveva superato il corsaro più giovane, entrando nella grande cabina e raggiungendone il centro, dando le spalle a tutti gli altri e fissando, senza guardare davvero, il poster a grandezza d'uomo dello schema venereo di un essere umano. "Deprimendosi e incazzandosi non facciamo progressi dal punto di vista medico."
 
White era stato una delle prime reclute dei Pirati del Cuore.
Lui ventitreenne, il suo capitano quindicenne.
Se per lui era stato assurdo farsi dare ordini da un moccioso, seppur il suddetto marmocchio gli avesse abilmente salvato il culo in cambio del sottomarino che stava costruendo...
 
"Ed io dovrei diventare il meccanico di una banda di sgangherati, comandata da un moccioso?"
 
...per Law, l'acquisto di un compagno tanto più grande, quando lui era un ragazzino a capo di due bulletti, un orso polare ed un cuoco, che preparava da mangiare giusto per sé, fu un grande beneficio.
 
"Mettila così, sarai il più saggio meccanico che esista,  in questa banda di sgangherati."
 
Ricacciando i ricordi, nonché le lacrime che avrebbero tradito la sua posizione di "grande saggio", già minacciata da quando a loro si era unito Jean Bart, White Fox si era girato verso il resto dei compagni.
 
" Io... io lo so come vi sentite. Anche io mi sono spaventato... anzi, lo sono ancora, ma sapete, secondo me non stiamo andando male. Insomma, oggi il Captain ha avuto due crisi. Bene, adesso sappiamo che può succedergli. Per le prossime volte saremo preparati... non so, ci porteremo dietro tranquillanti o altro." Aveva rapidamente spostato lo sguardo su ognuno, constatando come tutti gli stessero dando retta, chi più interessato, chi meno e colti dalla stessa confusione.
 
"Quello che voglio dire è che sappiamo che lui sta male solo da tre giorni, ma abbiamo già fatto alcune ricerche interessanti e svolto un'operazione con successo, nonostante sia tutto dannatamente veloce e imprevedibile."

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