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RYAN

Sono tornato a casa prima da scuola. Non me la sentivo di seguire le lezioni, non ci sarei riuscito neanche volendo. Per la prima volta dopo tempo credo di provare qualcosa. Ma è qualcosa di diverso, forte, ma diverso. È strana la sensazione che sento in me quando vedo quella determinata persona. L'ansia mi assale, la paura mi divora. Ma allo stesso tempo muoio dalla voglia di attaccare le mie labbra alle sue, a costo di non riprendere fiato.

Okay sì, quella persona è Andy. Chi lo avrebbe mai detto eh? Non avrei mai immaginato che mi sarebbe potuto piacere un uomo. Una persona del mio stesso sesso. Forse sono bisessuale, non lo so. Ma sono sicuro di non essere etero. Poco ma sicuro.

Quando eravamo in bagno, quando ho unito le nostre labbra mi sembrava di stare in paradiso. Nel mio stomaco c'era un intero stormo di api, non farfalle. Mi sentivo bene, come se l'ossigeno che mi serviva me lo passasse direttamente lui con un bacio.

Poi però si è staccato da me, mi ha allontanato e io davvero non so come fare. Questo ragazzo è entrato nella mia vita da pochissimi mesi eppure, ha scatenato un uragano. Sinceramente non me ne pento di averlo conosciuto, ma se vado avanti cosí rischio solo di perderlo. Rischio di farlo scivolare dalle mie mani. E non voglio. Ma cazzo, sento che c'è qualcosa che mi frena.

Mi sento uno stupido dato che sto fissando il soffitto da quando sono tornato. Sono senza maglia e non ho nemmeno freddo, sto bene. Il freddo è la mia coperta. Mi guardo un po' in torno e penso che Andy non è mai venuto a casa mia. Certo, casa sua è la villa di Trump in confronto alla mia. Non so cosa direbbe.

La suoneria del mio cellulare mi distrae e controllo il nome sullo schermo. È Mikey e non ho la più pallida idea del perchè mi stia chiamando. Mi affretto a rispondere.

"Pronto?"

"Hey Rye, come mai te ne sei andato prima? Comunque abbiamo una notizia fantastica da darti. Fra poco siamo a casa tua." sgrano gli occhi e mi alzo di scatto dal letto. Non sarebbe la prima volta che vengono a casa mia ma comunque mi da fastidio.

"Dovete proprio?"

"Yes, arriviamo." di sottofondo sento le esclamazioni di Brooklyn e poi Mikey riaggancia. Mi passo una mano sulla faccia e fisso un punto a caso di fronte a me. Ho la testa piena di pensieri, ma soprattutto confusa. Ho davvero bisogno di parlarne con qualcuno ma...

Scendo le scale e vado in cucina per prepararmi una tazza di tè in attesa del loro arrivo. Accendo il fuoco e metto il pentolino pieno d'acqua sul gas. Sento degli schiamazzi provenire da dietro la porta e so già a chi appartengono, poi il campanello suona. Mi avvicino alla porta e metto su uno dei miei migliori sorrisi, cercando di nascondere il mio vero stato d'animo. Poi apro.

"Si va in campeggio bello!" È la prima cosa che sento urlare da Brooklyn poi, entrambi entrano in casa sorridendo come ebeti.

"C-cosa?" Chiedo confuso.

"Esattamente l'ora dopo che tu te ne sei andato, il preside ha convocato le quarte in aula conferenze e ci ha avvisati di questa cosa. Pronto per stare un po' lontano da tutta sta merda?" Chiede Mikey avvicinandosi a me e poi posa la sua mano sulla mia spalla. Ci metto un po' a rispondere.
Tutto questo significa che, se viene anche Andy, probabilmente passerò una settimana con lui senza poter scappare dal suo sguardo deluso.

"Io... io non so se vengo." rispondo allontanandomi. Entrambi mi guardano stupiti e confusi allo stesso tempo.

"Ma come? È la tua occasione per stare un po' lontano da tuo padre. Per staccare un po' da tutto no? Ci saremo anche noi."

"Non è questo Brook... io..." sono in bilico, non so se parlare o meno. Ma con loro io mi sono confidato su tutto, quasi tutto. Sanno cosa ho passato con mia madre e mio padre ma non hanno la minima idea di cosa io provi ancora. Solo Andy lo sa, solo lui ha avuto accesso al mio umore.

"Ahhh cazzo!" Emetto un gemito disperato e mi metto le mani tra I capelli per poi buttarmi sul divano. Riapro gli occhi e vedo sia Brooklyn che Mikey guardarmi preoccupati. Si avvicinano e si siedono sulle due poltrone davanti a me.

"Parlaci Rye, non escluderci." la voce di Brooklyn sembra rassicurante, e io davvero non riesco a tenermi dentro più nulla.

"Credo... credo di essermi innamorato." I loro occhi si illuminano, poi sui loro volti spunta un sorriso.

"È una cosa bella no? Lei ricambia?" Chiede Mikey speranzoso.

"A dir la verità..." sospiro e poi incrocio i loro sguardi "È un lui."

C'è qualche secondo di silenzio e entrambi rimangono leggermente scioccati da questa mi affermazione. Mikey si alza e incredulo inizia a balbettare cose a caso.

"Cioè fammi capire... tu, che ti sei fatto mezza scuola, mi stai dicendo che sei gay?" Dice puntandomi un dito contro ma Brooklyn ci interrompe con un affermazione altrettanto scioccante.

"Menomale che l'hai detto prima tu, pensavo che essere gay in sto gruppo fosse un reato."

"In che senso scusa?" Chiede Mikey allarmato.

"Sono gay pure io."

"Oddio... aiuto. Ora non posso più parlare di fighe con voi!" Si mette le mani nei capelli quasi disperato e sia io che Brooklyn scoppiamo a ridere.

"Ma no Mikey, puoi sempre parlarci, tanto ci siamo abituati ai tuoi discorsi."

"Oddio menomale, comunque non ho niente contro di voi eh" si risiede sul divano e tutti ci guardiamo sorridendo. Poi l'espressione di Mikey cambia e torna con lo sguardo posato su di me.

"Ma quindi... chi è il fortunato allora?" Chiede facendo su e giù con le sopracciglia. Il mio sguardo torna cupo e mi si forma un groppo in gola.

"Andy."

Don't Let Me Go // 𝐆𝐚𝐲 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐲 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora