𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝒕𝒉𝒊𝒓𝒕𝒆𝒆𝒏

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Pov's Renjun

Io e Taeyong passiamo le giornate insieme, quasi tutte. Quando ho molto studio da fare mi da una mano e la stessa cosa faccio io quando ne ha lui, anche se capita molto meno spesso, dato che solitamente non uno che studia molto. Mi chiedo come sia in grado di prendere ottimi voti anche non studiando, lo invidio! Vorrei essere così anch'io, invece perdo tutto il pomeriggio a studiare, uff.
Oggi, dopo la scuola, andremo a casa mia che come sempre, è libera. I miei genitori continuano a lavorare come dei pazzi, ma ora la compagnia l'ho ed è la più piacevole.
Non vedo l'ora di uscire da qui, così potrò stare con lui.

Pov's Taeyong

Un'altra noiosa mattinata di scuola è giunta al termine e come capita regolarmente, nell'ultimo periodo, aspetto che Renjun esca dalla sua classe per uscire da questo inferno. Quasi tutti i giorni le sue lezioni finiscono all'una e mezzo mentre le mie all'una e venti, infatti quei pochi minuti di differenza mi danno modo di spiarlo un po' mentre è così attento alle spiegazioni dei professori, oppure posso vedere le sue espressioni buffe quando non capisce qualcosa, o ancora posso osservarlo mentre alza la mano per fare una domanda; gli importa così tanto di andar bene, sicuramente molto più che a me.
Anche oggi sto guardandolo, gli ho anche scattato una foto, ma non ho intenzione di dirglielo.
Suona la campanella e mi scosto dalla porta che dopo pochi minuti viene spalancata, e ne vedo uscire alcuni ragazzi ed il professore, ma non Renjun. Mi affaccio sulla soglia per trovarlo e noto che è circondato da alcuni suoi compagni di classe che gli prendono lo zaino, lo aprono e riversano tutti i libri a terra pestandoli.
" Non vuoi farmi un bocchino? Questa è la tua lezione, stupido frocio. " - Il piccolo Renjun era spaventato, riuscivo a percepire il tremore del tuo corpo, come il rumore dei suoi singhiozzi. Mi avvicino frettolosamente a quei bastardi ed apro un varco tra le loro spalle per arrivare a Renjun. Mi posiziono davanti a lui per proteggerlo, allargando le braccia.
" E questo da dove spunta? " - sbotta il ragazzo stesso che precedentemente aveva parlato.
" Dal tuo peggior incubo, e ti mostrerò anche perché se non lasci stare Renjun. " - mi giro a guardare indietro, incontrando gli occhietti umidi del più piccolo, che tira fuori un sorrisino dolce e poco accentuato.
" Cazzo che paura!! "
" Fidatevi non vi conviene mettervi a fare a botte con me. " - li guardo ridacchiando, ma sento una mano del cinese stringere un mio polso, così mi rivolgo di nuovo a lui e lo vedo scuotere il capo; capisco subito che non voglia vedere nuovamente uno spettacolo orrido come quello di quando ho picchiato Jeno. Sono alquanto combattuto, sopratutto perché so che non lo lasceranno in pace senza che io gli dia una lezione.
" Ti prego Taeyong... " - i suoi occhi mi pregano di lasciar perdere.
" Non posso permettergli di infastidirti. "
" Ma non c'è bisogno di usare la violenza... Per favore. " - se lo facessi, lo perderei e non posso permettermelo.
" D'accordo. " - lo sguardo del più piccolo annulla ogni tensione ed io prendo la sua mano per tranquillizzarlo. Torno a parlare a quei bulletti con un tono di gran disprezzo.
" Insultate tanto i gay attribuendogli parole come "froci" e poi siete i primi a volere un ragazzo che vi faccia un bel lavoretto di bocca. Fossi in voi rivedrei i vostri gusti sessuali e la vostra assurda incoerenza, siete patetici. Lasciate vivere la vita alle persone come vogliono e voi vivete la vostra senza rompere i coglioni, che di certo non è l'amore o il piacere a stravolgervi: figli di puttana siete e ci rimarrete. "
" Non venirci a fare la morale, frocio. " - mi innervosisco ulteriormente per l'appellativo con il quale mi hanno appena contrassegnato e faccio un passo avanti.
" Taeyong! Sta fermo! " - Renjun mi urla da dietro, e riesco a bloccarmi, senza commettere azioni delle quali mi sarei subito dopo pentito.
" Ti fai comandare da lui, quindi? Ed io che pensavo di divertirmi. " - resto immobile per qualche minuto provando a trattenere la rabbia, ma purtroppo non sono in grado di controllarmi e sferro un pugno dritto sulla sua mandibola. Sento i miei muscoli tesi ed i miei occhi riempirsi di spregevole odio verso quegli individui.
" Taeyong, per favore... Fa dei respiri profondi! Calmati, ti scongiuro... " - il ragazzino si avvicina a me di fretta guardandomi poi negli scuri chicchi di caffè quali sono i miei occhi, e respirando insieme a me e poggiando indice e medio sul mio polso, per misurare i miei battiti. Quando percepisce che stanno rallentando mi sorride.
" Bravo, hyung. Devi controllare l'ira. " - nel frattempo quei mocciosi se la sono data a gambe.
" Grazie per avermi aiutato, Renjun. "
" È il minimo che posso fare per te, e poi sei stato tu il primo a salvare me. "
" A proposito di questo, chi erano quelli? " - resta a fissarmi senza dire una parola.
" Allora? "
" Compagni della mia classe. "
" Hanno la possibilità di comportarsi così ogni giorno, lo sai vero? "
" Lo so... Possiamo non parlarne? "
" Sembra come se non fosse la prima volta. " - lo sento deglutire ed abbassare il capo; prendo tra le mani il suo viso per tenere lo sguardo fermo sul suo, ma lui si guarda intorno, nervoso.
" Guardami. " - esegue l'ordine immediatamente mordendosi il labbro inferiore con insistenza.
" Non è la prima volta, vero? " - dentro di me spero con tutto il cuore che non sia come credo.
" Vanno avanti da... Da quando sono arrivato qui a scuola... "
" Perché non me ne hai parlato prima? È una cosa seria e avresti dovuto dirmelo. I tuoi lo sanno? "
" I miei non sono mai a casa... "
" Vuoi aiutare me, senza pensare che quello più importante sei tu. " - lui inizia a piangere, molto forte, come se trattenesse quel dolore dentro da moltissimo tempo. Raccoglie i suoi libri e riempie lo zaino mettendolo in spalla e uscendo dalla classe a passo svelto, come se volesse evitarmi.
" Dove stai andando? Renjun! " - lo raggiungo quasi immediatamente e gli sbarro la strada.
" Mi spieghi cosa ti succede? Ti ho fatto qualcosa? "
" Pensavo che volessi il mio aiuto, ma non ne hai bisogno, Taeyong. " - non comprendo il suo comportamento né tantomeno le sue ultime parole.
" Cosa intendi? "
" A me non serve aiuto, a te sì, e invece hai detto che ne ho bisogno. Allora non ti interessa più avere una mano. "
" Certo che sei contorto anche tu, Jun. "
" Non voglio essere un peso per te, sto bene! " - gesticola con le mani quasi esasperato.
" Stai dicendo cose disconnesse, spiegati. "" Era meglio se continuavamo a non parlarci... Sarei stato meglio senza di te... "
" È così...? Perché io sono stato a letto per settimane a deprimermi perché non ce la facevo più senza di te e ora vieni a dirmi questo? Me ne vado io, senza che scappi tu da me. Siete tutti uguali. " - mi incammino e di tanto in tanto con la coda dell'occhio guardo indietro per controllare se stia cambiando idea, ma non lo fa: resta lì, con gli occhi tristi puntati al pavimento.
Menomale che aveva promesso di non lasciarmi più da solo, ed io stupido che ci ho creduto. Si fotta.

𝑪𝒂𝒏 𝑰 𝒃𝒆 𝒚𝒐𝒖𝒓 𝒔𝒐𝒐𝒕𝒉𝒊𝒏𝒈? - Taeyong x Renjun fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora