𝑪𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 𝒔𝒊𝒙

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Pov's Renjun

Taeyong hyung è davvero incomprensibile... non capisco neanche perché si comporti così con me, insomma io non gli ho fatto nulla di male, giusto? E' corso via come se non vedesse l'ora di non avermi più tra i piedi. E' un ragazzo bellissimo, ma dentro non lo è per niente, uff...
Dopo pranzo mi incammino verso casa mia sperando di trovare uno dei miei genitori, almeno oggi. Appena arrivo non mi fermo nel mio giardino come spesso faccio, ma controllo subito se i miei sono qui spalancando il portone d'ingresso.
" Mamma? Papà? Ci siete? " - chiedo a gran voce, ma non ricevo nessuna risposta. Riprovo diverse volte mentre ispeziono tutte le stanze del piano di sotto.
" Non c'è nessuno... Come sempre... " - pronuncio quelle parole sussurrando, sono avvilito. Avevano detto che oggi ci sarebbero stati, invece sono sempre solo... Volevo raccontargli tutto della nuova scuola, degli insegnanti, delle materie, dei programmi, dei miei compagni. Capisco che il loro lavoro li tenga impegnati, ma non ricordo più un solo momento in loro compagnia. Escono di casa presto ed io non me ne accorgo, tornano a notte fonda e mi trovano spesso sveglio ad aspettarli. Mi rimproverano per non essere andato a dormire e mi danno la buonanotte senza neanche chiedermi come sto o cos'ho fatto oggi. Eppure i miei amici più stretti mi hanno detto che non sono in grado di nascondere i miei sentimenti ed io sono triste anche se sorrido spesso, ma loro non se ne rendono conto... Cosa dovrei fare? Piangere davanti ai loro occhi per farglielo notare? Mi mancano così tanto che lo farei davvero.
Inizio a piangere e mi copro il viso con entrambe le mani, nella casa rimbombano i miei singhiozzi. Corro in camera mia posando lo zaino accanto alla porta e lanciandomi sul letto continuo a versare lacrime bagnando tutta la coperta, stringo il mio cuscino più forte che posso cercando di placare le mie emozioni, ma fallisco. Il mio telefono sta squillando, così cerco di trattenere tutto e rispondo. E' Jeno.
" Renjunnie! "
" Hey... "
" Indovina chi sta venendo a casa tua?? "
" I MIEI GENITORI???? "
" Eh? No! Sto arrivando io! "
" Oh... "
" Non ti va di stare con me? "
" Certo che sì, solo che... Sono triste, Jeno. Non voglio rattristare anche te. "
" Il mio piccolo cricetino sta piangendo, vero? "
" Mh... "
" Vengo subitissimo, allora. " - ha riattaccato senza darmi il tempo di dirgli di no una seconda volta, ma dopotutto sono davvero felice che si preoccupi per me. Jeno ed io abbiamo un rapporto speciale! E' la persona più preziosa del mondo, per me. Anche se è davvero tanto geloso e finisce per spaventarmi con le sue minacce.
Mi alzo dal letto e vado in bagno a vedere in che stato fosse il mio visino, i miei occhi sono gonfi. Mi do una sciacquata e va già meglio. Dopo neanche dieci minuti sento suonare al campanello e subito vado ad aprire.
" Jeno! "
" Renjun! " - neanche il tempo di entrare in casa che già si è avvinghiato ai miei fianchi, tenendomi strettissimo a lui con un abbraccio che desideravo davvero.
" Mi stringi troppo! "
" Shh, sei al sicuro adesso. "
" Jeno, smettila di capirmi così bene... "
" Non ti dispiace in realtà. "
" Forse hai ragione. "
" Hey... " - si stacca un pò dall'abbraccio e mi guarda negli occhi sorridendo leggermente.
" Sì? "
" Lo sai che sei bellissimo anche con gli occhi piccini piccini e gonfi? "
" Smettila, uff... " - le mie gote si colorano di un rosa più intenso anche per via del suo fantastico sorriso che si fa più ampio e luminoso, ed abbasso lo sguardo. Jeno alza il mio volto dal mento e posa un bacio sulle mie labbra, tanto innocente quanto bisognoso di me. Mi stringo di più al suo corpo chiudendo gli occhi e godendomi quel momento di pace, finché Jeno non si stacca. Lo prendo per mano e lo tiro fino alla mia camera, poi lo faccio stendere sul mio letto e salgo a cavalcioni su di lui.
" Renjun, cosa stai facendo? "
" Uhm, voglio solo le tue attenzioni... " - mi avvicino al suo viso latteo e tiro il suo labbro inferiore non troppo forte. Mi bacia con passione inserendo la lingua, accarezza la mia schiena scendendo fino ai glutei avvicinandomi ancora di più al suo corpo. Gli sbottono la camicia dell'uniforme che anche lui ancora indossa, sfilandola via e toccando il suo petto. Si allontana dalle mie labbra ed inizia a baciarmi il collo leccandolo di tanto in tanto, ansimo al suo orecchio non riuscendo a trattenermi, e poi so che lo fa impazzire. Succhia la mia pelle con insistenza in diversi punti; mi sta facendo sicuramente dei succhiotti, spero solo non siano troppo scuri anche se mi piacciono un sacco. Poi lo vedo sbottonarmi i pantaloni e poggio una mano sulle sue come a dire "no, fermo" e mi guarda in modo interrogativo.
" Non vuoi? "
" Jeno... Non mi sento pronto per una cosa così... "
" Oh, scusami, pensavo volessi... " - il silenzio dopo quella sua frase era imbarazzante, davvero troppo. Ero pieno di vergogna, sopratutto perché Jeno ha già avuto la sua prima esperienza, mentre io sono totalmente inesperto e mi sento solo uno stupido. Scendo dalle sue gambe e mi stendo accanto a lui nascondendo il viso sul suo petto nudo, lui mi accarezza i capelli dolcemente.
" Tranquillo, Renjun. " - non rispondo ma mi stringo di più a lui. Sono felice che Jeno non mi metta fretta nel fare determinate cose, non credo di essere pronto. Il suo cellulare squilla ed io non capisco chi sia, ma sicuramente deve essere successo qualcosa di grave se l'espressione sul volto di Jeno è così triste.
" Cosa succede? " - lo guardo allarmato cercando i suoi occhi, che però puntano alla porta chiusa. Non capisco cosa gli stia capitando, è immobile ed il suo sguardo è chiaramente sconvolto. Mi sta davvero spaventando perché non risponde... Lo sto scuotendo ma non reagisce... Non capisco. Adesso si è girato verso di me, ma la sua espressione è cambiata e sembra essere davvero molto arrabbiato ed i suoi occhi sono mi scrutano intensamente, come se ce l'avesse con me.
" Jeno perché mi guardi così...? "
" Perché sei andato a pranzo con un altro, ah?? "
" Ma... "
" Perché non l'hai chiesto a me?? Cazzo, ma è così difficile per te chiedermi qualcosa? Oppure te ne freghi e fai come vuoi ogni santa volta? "
" Non capisco... "
" Infatti, non capisci un cazzo. " - si alza dal letto tenendo stretto tra le mani un cuscino per poi tirarmelo in piena faccia.
" Ma... Cos'ho fatto di male, scusa? " - non riesco a giustificare il suo comportamento, sinceramente. Non credo di aver fatto una cosa cattiva, sono solo andato a pranzo con un altra persona!
" Dovevi chiedermi il permesso, come minimo. E poi mi aspettavo che tu lo chiedessi a me. "
" Non ci vedo niente di male in quello che ho fatto, Jeno... "
" Vaffanculo, io ci sono rimasto di merda e tu pensi sia tutto apposto. "
" Non lo penso... Solo che non credo di aver fatto una cosa così grave... "
" Senti, se vuoi stare con me certe cose me le chiedi, altrimenti vaffanculo davvero. " - io non riesco ancora a capire, sono spaventato... Io non voglio perderlo per nessun motivo al mondo.
" Jeno... Mi dispiace... La prossima volta te lo riferirò prima... Farò tutto quello che vuoi, ma non lasciarmi così... "
" Voglio vedere se è vero, non mi dimostri mai un cazzo alla fine. "
" Ma... "
" Vabbè, io me ne vado. " - apre la porta della mia cameretta ed esce, sento che sta scendendo le scale e che adesso sta lasciando sbattere il portone di casa mia, come se nulla fosse. Non è la prima volta che si ingelosisce, ma non l'ho mai visto così furioso... E sopratutto, non mi aveva mai chiesto una cosa del genere, ma lo ascolterò. Farò di tutto pur di non lasciarlo andar via. Mi stendo di nuovo e fisso il soffitto per un pò, fin quando non decido di chiudere gli occhi.

Sono le sette del mattino, ho dormito così tanto?? Mi sento stanchissimo e sono ancora vestito. Mi alzo dal letto e corro in bagno di fretta, anche perché ero già in ritardo dato che l'autobus sarebbe passato alle sette ed un quarto! Mi sistemo un pò, perché sono abbastanza impresentabile, e poi recupero il mio zaino prima di uscire di casa. Sto pensando ancora ai miei genitori e a Jeno, ma nonostante questo sono sereno; so che andrà tutto bene, basta essere positivi. Purtroppo credo di aver perso il mio bus però, uff... Chiamo Mark per chiederglielo, dato che in classe ieri mi aveva riferito che prendiamo lo stesso.
" Renjun-ah, buongiorno! "
" Hyung credo di aver perso l'auto... Da te è già passato? "
" Sì, ti stavo giusto per chiamare per questo! "
" Oh no... E adesso? "
" I don't know, Renjunnie. "
" Uff, grazie hyung. "
" Ci vediamo dopo, o al massimo non venire kk.
" Zitto scemo. " - riattacco ed inizio a correre più veloce che posso in direzione della scuola, non voglio arrivare tardi, non ho mai fatto ritardo uff. Sono veloce a correre, posso farcela! Sono talmente imbranato da urtare qualcuno e cadere all'indietro. Quel qualcuno è Taeyong.
" Chi si vede. " - gli dico.
" Mi aspettavo delle scuse, veramente. " - mi tende una mano ed io l'afferro, mi aiuta a rialzarmi.
" Ed io aspetto delle spiegazioni per l'altro giorno. " - volevo capire il motivo per il quale si fosse allontanato così all'improvviso.
" Quali spiegazioni? "
" Perché te ne sei andato così? Perché se ti sto antipatico ok, me ne farò una ragione. Anche perché non voglio perdere nessuno. "
" Perdere qualcuno? " - estrae dalla tasca posteriore dei pantaloni un pacchetto di sigarette ed un accendino. Ne posa una sulle labbra e l'accende, aspirando il fumo che poi mi getta sul viso.
" CHE SHIFO. " - tossisco un paio di volte prima di riprendere a parlare - " Nulla... Dimmi il motivo, però! "
" Non ne ho voglia, ma non mi stai antipatico. Sei passabile. "
" Ma voglio saperlo! "
" Ti ho già detto che sei troppo curioso. "
" Vorrei solo capire, hyung. "
" Non sei in ritardo per la scuola? "
" E tu no?? "
" Non credo che andrò oggi, non sto molto bene... "
" Non fumare così tanto e starai meglio! "
" Non farmi la predica, sto male per altro. "
" Ti va di parlarne? " - mi sto davvero preoccupando per lui, sembra essere così triste.
" No... "
" Sicuro? "
" Vorrei solo scappare da casa mia. "
" Perché mai? "
" Mia sorella... "
" Cosa fa? "
" Mi odia... "
" Da cosa lo capisci? "
" Da tutto... Partendo dal fatto che mi tratta sempre così malamente. "
" Racconta. "
" Non vai a scuola? "
" Mi sembri in difficoltà, hyung... Voglio aiutarti! "
" E quindi salti le lezioni per me? "
" Sì! Non è così che fanno gli amici? "
" Oh... Forse sì. "
" Raccontami tutto, mh? "
" Non so se riesco... "
" Provaci. " - sembra davvero che sia difficile per lui parlarne, ma se non insisto poi non potrò aiutarlo. Mi guarda un pò impaurito, così gli accarezzo una guancia dolcemente per fargli capire che non deve preoccuparsi.
" Mia sorella è diventata piuttosto violenta da quando mia madre è morta... "
" Oh, mi dispiace per tua madre, Taeyong hyung. "
" Bhè, da quando è morta Yoona ha iniziato a chiedermi qualcosa che non potevo fare, insomma sono suo fratello... "
" Cosa ti chiede? " - non riesco molto a seguirlo, le sue parole sono confuse...
" Non posso dirtelo, sei troppo piccolo. Sappi solo che è una cosa che da fratello quale sono non posso farlo, così lei si diverte a farmi del male fisico e psicologico... "
" Ma è una cosa orribile! E cosa ti ha fatto ieri, dato che stai male ora? "
" Non credo vorresti saperlo... "
" Fammi vedere allora. "
" In mezzo alla strada?? No grazie. " - ha ragione, devo inventarmi qualcosa... Casa mia non è tanto distante da qui, potrei dirgli di venire da me!
" Hyung, ti va di venire a casa mia? Lì puoi farmi vedere! "
" I tuoi genitori lavorano? "
" Sì, non li vedo spesso... "
" D'accordo allora. " - sono felice che si stia aprendo con me, significa che si sta fidando ed è una cosa importantissima questa. Lo prendo per mano e lo guido verso casa mia.     

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 Mi scuso qui sotto con voi per il ritardo nell'aggiornare la storia, uff. Cercherò di pubblicare un altro capitolo entro domani! Buona lettura. ~

𝑪𝒂𝒏 𝑰 𝒃𝒆 𝒚𝒐𝒖𝒓 𝒔𝒐𝒐𝒕𝒉𝒊𝒏𝒈? - Taeyong x Renjun fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora