Il giovane capitano già da un po' girovagava senza meta per la scuola. Cosa doveva fare? A casa non poteva andare, aveva ancora lezioni da seguire e poi cosa dire a Diego se fosse tornato prima? Si sarebbe di certo preoccupato. Studiare non ne aveva voglia, la sua mente era ormai occupata dall'immagine di Martina e Alex insieme. Decise di andare sulla terrazza della scuola. Li si dominava tutta la città, era un ottimo posto per riflettere in solitudine.
"Cazzo" imprecò il giovane arrivato sulla terrazza buttando per terra lo zaino. "Siamo nervosetti capitano". Trasalì sentendo quella voce. Non era solo come sperava. E chi doveva esserci? Proprio lui! "Che ci fai qua?" chiese il capitano al suo attaccante. "Potrei farti la stessa domanda" rispose Alex con lo sguardo fisso nei suoi occhi. "Bel posto da qui si domina tutta la città" disse balzando sul parapetto. Allargando le braccia si mise ad urlare "SONO IL DOMINATORE DELLA CITTÀÀÀ!" Gabo lo guardò quasi terrorizzato "Scemo che fai? scendi! Potresti cadere sotto !" Alex balzò al fianco del giovane sussurrandogli "capitano hai mai provato l'ebrezza di buttarti nel vuoto?" "tu sei pazzo" lo apostrofò Gabo allontanandolo da se con una mano. Si sedettero tutti e due per terra. Rimasero in silenzio a contemplare il vuoto. Sembrarono minuti interminabili. Fu il capitano ad interrompere quel silenzio. "Ti ho visto con Martina". Alex lo guardò come a dire mi spii? Gabo aggiunse in fretta "volevo andare a studiare nella sala studio. Era la ragazza di mio fratello". "Si? Lo conosciuta all'università dove insegna mia madre. Frequenta medicina. Perché si sono lasciati con tuo fratello?" "lunga storia... ti piacciono più gradi eh?" "ci sanno fare di più!" Gabo arrossì a quelle parole. Cadde di nuovo il silenzio tra loro due. Questa volta a rompere quel minuto interminabile di silenzio fu il giovane attaccante "ci usciresti con me stasera?" il capitano lo guardò sbalordito "cosa?" "ti ho chiesto se vuoi uscire con me stasera...non credo sia una domanda difficile!" "mi stai chiedendo un appuntamento?" "ah ah ah... anche se fosse? Quale sarebbe la tua risposta?". Gli brillavano gli occhi mentre rideva e una piccola fossetta si disegnò sulle sue guance. Questo lo rendeva più affascinante. "Beh mi andrebbe un po' di distrazione. Perché no?" "bene ti vengo a prendere alle sette!" "aspetta ti do l'indirizzo ". Alex lo guardò di traverso "vuoi che non sappia dove abita il grande Diego Cuevara?" "Mi sa che è una scusa per incontrare mio padre" disse Gabo sfottendolo. "Stupido" il volto di Alex si rabbuio e alzandosi concluse "fatti trovare pronto non mi piace aspettare", e se ne andò senza dire più una parola. Che strano ragazzo. Adesso perché aveva cambiato umore così? Gabo era felicissimo se non poteva avere di più almeno poteva nascere una bella amicizia.
Alex tornò in camera. I due casinari erano concentrati ai videogiochi ma naturalmente non potevano non far casino. Il giovane attaccante sorrise leggermente. Gli piacevano quei due. Anche se era difficile trovare un attimo di tranquillità gli piaceva dividere la camera con loro, almeno non ci si annoiava mai. Si butto sul letto pensieroso. "Tutto bene?" chiese Richy senza togliere gli occhi dal video gioco. "A meraviglia" rispose Alex senza aggiungere altro.
Gabo non andò a lezione ma corse subito a casa per prepararsi a quello che per lui era un grande evento. Usciva finalmente col ragazzo che gli aveva fatto scoprire questi nuovi sentimenti. Sentimenti che non avrebbe mai pensato di provare prima per un ragazzo. Adesso doveva imparare a gestirli però. Da solo non ce l'avrebbe fatta. Ma a chi chiedere aiuto? A Diego? Come avrebbe preso la notizia? Non certo bene. Almeno così credeva Gabo. A questo ci avrebbe pensato un'altra volta, ora la cosa più importante scegliere cosa mettersi stasera. Arrivato a casa ci mise un'eternità a decidere come vestirsi. Voleva essere al meglio. Non poteva pretendere chissà cosa ormai... ma voleva fare bella figura almeno. "Figliolo sei già a casa? " chiese Diego appena rientrato. "Si...il prof di biologia non è venuto oggi". Mentì il giovane. "Cosa vuoi per cena?" "Esco stasera. Sai col nuovo giocatore. Se dobbiamo giocare insieme è meglio conoscerci meglio no?" cercò di giustificarsi il giovane capitano. "Ho capito. Non fate tardi domani avete scuola." "Si papà tranquillo". Gabo ormai non stava più nella pelle. Non riusciva a stare fermo. Sentì squillare il telefono. Sicuramente sono Richy e Dedè pensava. Ci saranno novità allo IAD. Invece era un numero che non conosceva. "Pronto?" "Scendi sono arrivato". Perché ha chiamato e non è venuto? Gabo uscì e se lo trovò infondo al viale in sella ad una moto. Indossava un giubbino di pelle nera che esaltava la sua pelle chiara. Bello come un dio greco, si ritrovò a pensare il ragazzo. "Non potevi salire? Perché hai chiamato?" "Così non pensi che vengo per vedere tuo padre" "dai non ti arrabbiare stavo solo scherzando. Dove andiamo?" "Pensavo cinema e pizza. Sali". Rispose passandogli il casco. Gabo salì sulla moto "tieniti forte" gli consigliò Alex mentre con un grosso boato partì. Il capitano gli mise le braccia intorno i fianchi. Che bella sensazione essere così stretti a lui. Sentire i suoi addominali scolpiti, il profumo della sua pelle gli portavano sensazioni che non aveva mai provato, nemmeno con il calcio. Avrebbe voluto che questa corsa in moto non finisse più.
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Il nuovo attaccante
Roman pour AdolescentsGabo è un ragazzo di diciasette anni che ha un grande sogno: diventare un calciatore professionista. Quando Francisco, allenatore di una prestigiosa squadra, nota il suo talento, gli offre finalmente l'occasione per realizzarlo. Il nuovo anno allo I...