Prologo

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23 giugno

Erano le undici inoltrate quando Lia si trovava davanti la casa dei suoi genitori che non vedeva dallo scorso settembre. Aveva preso la sua laurea qualche giorno prima,e come tutti gli anni lasciava la città di Liverpool, in cui si trovava l'Università, per ritornare nella sua amata città di Manchester. Aveva sempre adorato quella città, per un motivo o per l'altro. Ma mai quanto la sua città natale: Torino. Lia ne sentiva spesso la mancanza della sua cara Italia e si prometteva sempre di ritornarci,un giorno. Dopo essere scesa dal volo delle 21 aveva chiamato un taxi e si era fatta lasciare nei quartieri dove si trovavano i suoi genitori. Aveva ringraziato il tassista e dopo avergli dato la sua mancia, si era ritrovata ad osservare la casa che non aveva visto per molto tempo.

Un sorriso prese spazio sul suo volto, prese i bagagli con sé e si avviò verso la porta. Suonò al campanello e si ritrovò a guardarsi attorno mentre aspettava che qualcuno le venne ad aprire. Aspettò,quasi per un minuto. Ma quando avvicinò l'orecchio per magari sentire un "arrivo!" Che però non arrivò, pensò che non fosse stata una buona idea quella di fare una sorpresa e non avvisare del suo arrivo quella sera. Era ormai chiaro che i suoi genitori non fossero in casa,allora si ricordò delle chiavi di riserva lasciate sempre sotto al tappeto.

Dopo averle prese, girò le chiavi nella serratura ed ecco che si ritrovò nel salotto,chiudendo la porta dietro di sé.
Si affacciò nel corridoio e un odore, o meglio, una forte puzza di bruciato la fece corrugare la fronte. Si sentii un rumore dalla cucina e fece dei passi avanti. Ma proprio quando si trovò a pochi passi dalla cucina, si accorse delle fiamme che si stavano espandendo per la casa. Lia sobbalzò e cacciò un urlo di terrore,affrettandosi a correre verso la parte opposta. Cercò il telefono nelle tasche con le mani tremanti,mentre le fiamme continuavano ad espandersi assieme al fumo e il suo respiro diventava sempre più affannoso. Cercò qualsiasi tessuto per coprirsi la bocca,mentre tutto attorno a lei girava. Qualche secondo prima aveva già composto il numero d'emergenza,ma non riuscì a sentire la voce dall'altra parte della chiamata, che vide solo il buio.

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