«Sveglia!»
Sentii un cuscino arrivarmi bruscamente in faccia,facendomi svegliare istintivamente e mi stropicciai gli occhi. Quando li aprii,trovai una Cindy con le mani sui fianchi a guardarmi.
«Si può sapere che cosa ci fai - mi fermai per guardare l'orologio - alle 9 e mezzo del mattino di Domenica in camera mia?»
Sospirai mentre mi alzai.
«Non vorrai passare la Domenica in casa,vero? Oggi c'è una mega festa a casa degli amici di mio fratello e praticamente più della metà di loro non li conosciamo,quindi,vestiti che andiamo a comprare qualcosa.» disse,prima di lasciarmi da sola in camera e sospirai.«Meno male che si è ubriacata ieri sera..» mormorai e lei mi sentii,perchè aprii la porta della mia camera per rispondermi.
« Marcus mi ha buttata giù dal letto per poi tirarmi dell'acqua gelida addosso,hai qualcos'altro da aggiungere?» io risi alla sua affermazione e scossi la testa.Presi la biancheria,dei jeans a vita alta e una canotta bianca con un cardigan leggero e andai in bagno per farmi una doccia.
I momenti della sera prima mi invasero la mente e istintivamente sorrisi. Mi chiesi quando lo avrei rivisto,probabilmente la sera stessa,alla festa.
Devo ammetterlo,non ero eccitatissima all'idea di dover andare ad un'altra festa,ma almeno questa volta non sarebbe stata in un pub.
Quando uscii dalla doccia presi un asciugamano che misi attorno al mio corpo,mi asciugai e quando arrivai in camera ero già vestita e pettinata,trovai Cindy ad aspettarmi.
«Bella la giacca,dove l'hai presa?» mi chiese, indicando la giacca sul mio letto e subito riconobbi la giacca di Jesse. «Beh.. quella non è mia,in realtà.» ridacchiai e andai a mettermi il mascara. «Ti stavo solo prendendo per il culo,so che è di Jesse,volevo vedere se mi avresti detto la verità.» disse,facendomi l'occhiolino e la guardai male,tirandole una gomitata quando finii di truccarmi.
«Vuoi qualcosa?»le chiesi quando scendemmo in cucina,dove trovai i miei genitori che salutai con un bacio sulla guancia. «No,facciamo colazione fuori,ho già avvisato i tuoi.» io annuii.
«A che ora sei tornata ieri ?» mi chiese mia madre,mentre mi infilai un cardigan leggero color cachi.
«Tardi.» risposi semplicemente.
«Alle 2,vorresti dire? Ti ho sentita.» ribatté mio padre e io feci spallucce.
«Alla fine ho compiuto 23 anni mesi fa,ricordate?» sbuffai al loro comportamento e per fortuna loro non dissero più nulla.
«Noi andiamo,ci vediamo più tardi» li salutai,Cindy fece lo stesso e uscimmo di casa.Raggiungemmo il centro commerciale con la sua auto e dopo aver girato molti negozi in cui non trovammo nulla perché 'o troppo cari o troppo brutti' come detto da Cindy,trovammo un negozio piuttosto carino.
«Che ne dici di questo?» mi voltai verso di lei e guardai il vestito che aveva preso: a due pezzi, bianco.
« Mi piace molto,credo che dovresti provarlo.» le consigliai. Il bianco stava davvero bene sulla sua pelle un pò più scura della mia. La seguii fuori dal camerino e quando lo provò la guardai dalla testa ai piedi e stava benissimo. Il vestito risaltava le sue curve al punto giusto.«Prendilo.» affermai e lei annuii prima di cambiarsi. Dopo qualche minuto uscii.
«Ora è il tuo turno » Mi disse e iniziammo a guardare tra gli abiti.
Notai un vestito stretto con le spalline,azzurro e decisi di provarlo.
«Provo questo.» le dissi facendole vedere il vestito e lei fece un segno di approvazione.Dopo aver pagato ci fermammo in un bar dove prendemmo due cappuccini per fare colazione.
«A che ora è la festa?» le chiesi,sorseggiando dal mio bicchiere.
«La festa inizia alle dieci, ma dato che non è qui vicino partiamo alle ventuno e trenta con mio fratello. Vieni da me alle venti, così ci prepariamo assieme.» io annuii e ridacchiai,scuotendo la testa al suo essere esageratamente autonoma in ogni situazione.Quando tornai a casa era giusto per ora di pranzo. Passai il pomeriggio a chiacchierare con i miei genitori di varie cose,come la mia laurea ormai passata,quanto Liverpool fosse bella e delle vacanze che avrei voluto passare nella mia città,Torino. Ero nata in Italia e lì mia madre ha incontrato Steven che era lì solo in vacanza e qualche anno dopo ci siamo trasferiti qui quando avevo sedici anni.
Le venti arrivarono in fretta e io ebbi solo il tempo di indossare il vestito e di preparare una borsa con il cambio per la notte. Avevo sentito Cindy qualche ora prima e avrei dormito da lei. Prima di lasciare la mia camera,osservai la giacca sul letto indecisa se prenderla o no e alla fine la indossai. Feci in tempo a sgranocchiare giusto qualcosa dalla cucina che dovetti partire,dato il ritardo di cinque minuti.
«Mandami un messaggio quando torni dalla festa!»disse mia madre prima che chiusi la porta di casa.
«Si!» urlai per farmi sentire e mi avviai a passo svelto verso casa di Cindy,essendo in ritardo.Quando bussai alla porta, ad aprirmi non fu Cindy ma suo fratello,Marcus.
«Ciao Lia» mi sorrise,facendomi spazio per entrare e ricambiai il saluto.
«Cindy è di sopra,in camera sua.» notai il suo sguardo sulla mia giacca e mi sentii a disagio per qualche secondo. Annuii e salii le scale,aprendo la porta della sua camera, trovandola a parlare a telefono con qualcuno.«Ora devo andare, ci vediamo dopo» terminò la chiamata quando mi vide e subito sbuffò.
«Sono le otto e trenta!»
«Siamo in tempo,tranquilla»
«Ti ricordo che devi raccontarmi di ieri sera.» mi guardò con le braccia incrociate al petto. «Non è successo nulla.»dissi,mentre entrambe iniziammo a truccarci e piastrarci i capelli. Ma lei continuò a insistere e alla fine le raccontai.Un quarto d'ora prima di partire eravamo già pronte e scendemmo di sotto,dove trovammo Marcus seduto sul divano ad usare il telefono.
«State benissimo» disse,quando alzò lo sguardo verso di noi.
«Grazie» lo ringraziai,mentre lui si alzò infilandosi la giacca.
«Andiamo,i ragazzi ci stanno aspettando fuori.» disse,mentre lo seguimmo verso la porta.
«Avevi detto che ci avresti portato tu..» disse confusa Cindy, alzando le mani in segno di resa al mio sguardo interrogatorio.
« È un problema?» chiese guardandoci e io scossi la testa.
Non riuscii a vedere chi ci fosse in macchina da fuori e quando entrammo,nei posti dietro,mi trovai in mezzo ai due fratelli. Guardai i ragazzi nei posti davanti: nel lato passeggero c'era un ragazzo dalla pelle scura che non avevo mai visto,e alla guida,invece, trovai lui.Un sorriso si formò sul mio volto quando lo sopresi a guardarmi dallo specchietto e lui fece lo stesso non appena vide la mia giacca.
«Tu devi essere Lia.» mi voltai verso il ragazzo sconosciuto e annuii.
«Io sono Paul.» si presentò e per il resto del tragitto non riuscii a smettere di ridere per come ballasse e cantasse Cindy alle canzoni che passavano in radio,con le lamentele di Jesse che temeva per la sua auto.