13 - Proviamoci.

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«Dove vai?»

«Via.» non mi voltai nemmeno,continuando per la mia strada,anche se avrei tanto voluto andare dal ragazzo alle mie spalle.
Ero tutto tranne che sobria e dovevo evitare di dire qualcosa che non avrei voluto dire.

«Lia,fermati.» sentii una presa al polso e tenni lo sguardo basso,per non incontrare il suo sguardo o peggio,le sue labbra. «Cosa c'è?» mormorai sotto voce. «Guardami.» mi prese il mento con le dita ed ecco che incontrai i suoi occhi.
« È per il bacio? Dovresti sapere che non ho provato nulla,Mandy non è niente per me.» mi morsi il labbro e ritirai il polso dalla sua presa.
«No,non è per il bacio. Non devi giustificarti di nulla,non stiamo assieme!» dissi infastidita e mi voltai di nuovo proseguendo per la mia strada,barcollando leggermente.

«Hai ragione,non stiamo assieme. Ma non puoi negare il fatto che tu mi desideri,come io desidero te.»

Smisi di camminare e schiusi le labbra. Non potei credere a ciò che avevo sentito. Era più che vero,lo desideravo e anche tanto.
Mi voltai, facendo qualche passo verso di lui.

«E cosa vuoi farci?» replicai,mettendo le mani sui fianchi,ignorando il battito cardiaco accelerato a causa sua.
«Voglio provarci. So che non sarà facile,perché io sono tutto tranne che quello. Ma proviamoci.» rimasi in silenzio per qualche secondo,con lo sguardo attaccato al suo. Il mio stomaco era completamente in subbuglio e non c'era bisogno delle parole,lo capii anche lui quando le sue labbra si incontrarono con le mie,era un bacio lento e desideroso allo stesso tempo.

«Mi farai impazzire.» sussurrai sulle sue labbra prima di riprendere ad assaporare le sue labbra.
Mi avvicinò a se e una volta che ci staccammo,appoggiai la testa sul suo petto mentre mi avvolgeva con le sue forti braccia.

« Quindi.. ora cosa sono per te?» sussurrai,mentre ascoltavo i battiti del suo cuore.
«Ora sei la mia ragazza.» disse,calcando la parola 'mia' e facendomi sorridere.
«Ti va di ritornare?» mi chiese e io annuii. Ritornammo indietro e sorrisi quando lui mi prese per mano quando arrivammo fuori al giardino,con gli occhi di tutti su di noi.

«Finalmente!» si sentii da parte di Cindy e Ruby e dei fischi da parte dei ragazzi. Io e Jesse ci guardammo ridendo e lui si sedette,indicandomi di sedermi sulle sue gambe e così feci.

Era tutto così surreale che non riuscì a realizzare,forse perché ero ancora sotto effetto dell'alcool. Notai lo sguardo infastidito di Mandy su di noi e io sfoggiai il mio miglior sorriso,guardandola.

Ride bene chi ride ultimo,tesoro.

La serata proseguii benissimo e intorno all'una tornai a casa con Cindy,non prima di aver salutato Jesse con un lungo bacio,con un 'cosi me la sciupi' da parte della mia migliore amica.

La mattina dopo,mi svegliai trovando un messaggio da un numero non salvato in rubrica e non ci misi molto a capire che fosse Jesse. All'inizio ero davvero confusa ma quando mi ricordai di cosa fosse accaduto la sera prima non potevo ancora crederci.

Buongiorno piccola.
Oggi ti passo a prendere
Alle quattro, non fare tardi ;)

Sorrisi per il nomignolo e mi avviai in bagno per farmi una doccia.

«Buongiorno.» salutai i miei genitori una volta scesa per fare colazione,sedendomi al tavolo.
«Giorno tesoro,sei di buon umore oggi?» mi chiese mia madre mentre diedi un morso al cornetto.
«Lo sono sempre.» improvvisai.

Quando finii la colazione mi vestii con una gonna nera e una maglietta bordò a maniche corte. Parlai a telefono con Cindy,spiegandole tutto della sera prima e quasi mi fece diventare sorda quando cacciò un urletto. Mi invitò ad uscire con gli altri ma rifiutai,dicendole che ero impegnata con Jesse.

JUST LIKE FIRE | LingardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora