24 giugno.Le infermiere camminavano svelte fra i corridoi,mentre c'era chi aspettava notizie da ore o forse di più,senza aver dormito nemmeno un ora.
Al secondo piano,tra una delle tante stanze,su un lettino si trovava Lia. Non aveva ancora aperto gli occhi dalla sera prima. Proprio fuori dalla stanza,si trovavano Carmen e Steven,i genitori di Lia. Carmen non si era mossa da quella sedia dalla sera prima. Steven aveva tentato ripetute volte di farla alzare magari usando la scusa di prendere un caffè al bar di sotto o qualsiasi altra cosa,ma lei era decisa a non muoversi da lì. Anche le infermiere avevano tentato, dicendole che aveva bisogno di riposo,ma lei non ne voleva sapere. La sua preoccupazione per la figlia Lia era più forte di qualsiasi altra cosa.
«Ci sono notizie?» chiede Carmen per l'ennesima volta ad un infermiera di passaggio,sperando di avere delle notizie questa volta.
«Mi dispiace,signora Jhonson. Ma come le ho detto prima,appena avremo notizie non aspetteremo a farglielo sapere.» rispose l'infermiera sotto lo sguardo dei due genitori,che si limitarono ad annuire. L'infermiera sorrise leggermente prima di voltarsi e andarsene,per proseguire il suo lavoro.
La notte scorsa,23 Giugno.
Le sirene dell'ambulanza attirarono l'attenzione dell'intero vicinato,ognuno si affacciava alla propria finestra,curioso, per vedere cosa stesse accadendo. Il furgone accostò davanti alla casa Jhonson,mentre un ragazzo corse verso i soccorsi,con Lia tra le braccia.
«Svelti!» urlò in preda al panico,mentre la adagiarono sulla barella. Fece anche lui per salire sopra il furgone ma uno dei soccorsi lo fermò. «Può seguirci in pronto soccorso solo se è un parente dei Jhonson.» il ragazzo guardo l'uomo con sguardo serio,per poi rispondere. «Non sono un suo parente,ma sono l'unico accanto a lei in questo momento.» l'uomo a sentire quelle parole non aspettò a farlo entrare e chiuse le porte,mentre il furgone partii in tutta fretta sotto gli occhi del vicinato.Arrivati al pronto soccorso,Jesse rimase a spalle al muro,mentre i soccorsi visitavano Lia nella stanza di fronte a lui.
Non passò molto tempo quando arrivarono Carmen e Steven.
« Dov'è la mia bambina?!» Il pianto e le urla della donna lo fecero voltare,e subito capii che fosse la madre della ragazza di cui lui aveva salvato la vita,senza sapere nemmeno il suo nome.Un dottore si avvicinò alla signora Jhonson. «La prego,si accomodi -le indicò le sedie che lei nemmeno si prestò a guardare- sua figlia sta venendo visitata dai soccorsi. Se non fosse stato per il giovanotto - indicò Jesse,che stava ascoltando la conversazione e a quelle parole si voltò - ora sua figlia sarebbe in fin di vita.» la madre,a sentire il dottore pronunciare quelle parole,quasi sorrise,anche se l'espressione del suo volto era tutto tranne che felice.
*
Cerco inutilmente di capire cosa stiano dicendo le persone attorno a me,ma non sento nulla. Vedo tutto nero e per quanto mi sia sforzata,non riesco ad aprire gli occhi. Non riesco neanche a muovermi. Non so dove sono,forse tra poco mi sveglierò.. nel mio letto,magari.
Sento delle urla e.. un pianto,che non fatico a riconoscere. È mia madre. Non capisco cosa dice. Capisco solo una frase,prima di ricadere in un,forse,sonno profondo.
«Tu..tu hai salvato mia figlia!»