3 - 1 Agosto

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01.08.19

Erano passati quasi due mesi dall'incendio e ogni giorno che passava le speranze nel risveglio di Lia si frantumavano poco a poco.

Carmen,la mamma, passava ogni giorno assieme alla figlia e ritornava solo qualche volta a casa per dormire,ma solo perché Steven insisteva sul fatto che doveva riposare per bene e mangiare qualcosa, dormire sul letto e non su una sedia d'ospedale o mangiare la solita barretta energetica dalle macchinette. Ma lei ribatteva sempre sul fatto che stava bene,che non aveva fame o sonno e farle cambiare idea non era per niente facile.

Steven,invece, è sempre stato abituato a nascondere le proprie emozioni,si è sempre dimostrato forte e non si è mai fatto vedere debole. Ma appena si trovava da solo crollava al solo pensiero della propria figlia in coma.

Cindy la andava a trovare ogni giorno. Le raccontava di cosa faceva durante le giornate,di cosa succedeva nella città,di cosa facesse assieme a suo fratello e sopratutto di quanto le mancasse la sua migliore amica.

Anche Marcus la andava a trovare spesso,non erano mai stati tanto legati ma a lui mancava comunque.

Jesse,seppure non la conoscesse,era andato solo qualche volta a trovarla,ma non perché non volesse ma perché non sapeva se la sua presenza fosse gradita da lei.
Ogni volta che si trovava accanto a lei non riusciva a non notare la bellezza del suo viso,le labbra carnose,il naso sottile e i capelli castani,chiari sulle punte. Ormai aveva osservato tutti i suoi dettagli,persino la piccola voglia sul collo. Quando la andava a trovare gli parlava di lui,gli raccontava di quanto fosse distratto in quelle settimane, o di quanto lei fosse bella.
Lei era riuscita a conoscerlo per come è fatto dentro solo sentendolo parlare e lui sapeva soltanto il suo nome.

15.07.19

Oggi sono ritornato a trovarla. Mi ero detto di non ritornare, per paura che lei non gradisca la mia presenza,ma è stato più forte di me.

Mi siedo sulla solita sedia accanto al lettino e la guardo.

«Ciao Lia.» mormoro,mentre aspetto una sua risposta ,invano.

Sfioro la sua mano con le dita e sospiro.

«Sai,ieri mi sono chiesto come fosse il suono della tua voce..» mi mordo il labbro cercando una sua reazione.

«O i tuoi occhi.. mi piacerebbe molto vederli. Cindy mi ha detto che i tuoi occhi non avevano un colore preciso ma tante sfumature,come il blu,il verde e l'azzurro.» le racconto mentre sorrido,ma non appena continuò a parlare quel sorriso sparisce dal mio volto.

«Ma non capisco perché lei abbia usato il verbo al passato. Lei crede che tu non ti sveglierai più, non dorme piú e le manchi da morire. Ma io credo che tu ti sveglierai. Io lo so. »

Lo spero. Penso tra sé.


Mi chiedo che giorno sia oggi, chissà quanto tempo è passato da quando sono intrappolata qui,nel buio. La notte è il momento che odio di più, perché mi ritrovo da sola,nel silenzio assoluto. Capisco quando è notte proprio per questo.

Il mio momento preferito della giornata è quando è ora delle visite,posso stare con le persone a cui tengo di più anche se non posso rispondere. O meglio, io rispondo,ma loro non possono sentirmi.

A volte mi chiedo come sia Jesse,intendo fisicamente,non l'ho mai potuto vedere e chissà se lo vedrò. Avrei voluto chiederlo a Cindy,se solo avessi potuto.

Mi racconta sempre dei suoi tanti difetti,o almeno, per lui sono difetti, ma io credo che siano tutti dei pregi.

01.07.19
Cindy

«Signori Jhonson! » le urla dell'infermiera mi fanno svegliare, facendomi alzare dalla spalla di
Marcus e mi stropiccio gli occhi.

« Vostra figlia si è svegliata

JUST LIKE FIRE | LingardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora