Capitolo 19

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Era mattina presto, dalle serrande semi chiuse entravano i raggi del sole illuminando le pareti bianche. Emma si strinse al petto umidiccio di Marco, guardandolo dal basso mentre lui si specchiava portandosi i capelli all'insù, tra poche ore sarebbe partito per Amsterdam, lo vedeva dai lineamenti contratti quanto fosse importante quella partita per la squadra, e per lui. Iniziò a disegnargli cerchi immaginari sui fianchi per farlo rilassare e dargli dei baci sull'addome, Marco irrigidì i muscoli sorridendo quasi senza fiato.

- Emmita - le prese la faccia nelle mani, tastando gli zigogomi - Mi mancherai tanto - le sciolse i capelli bagnati e se la strinse contro il corpo

Emma tenne un lamento trattenendo la lingua nei denti, sarebbe mancato anche a lei. Sbuffò stringendolo più forte - Anche tu. - disse flebile, quasi come un sospiro

Prese il phone sventolandoglielo in faccia e ridendo teneramente, con difficoltà spostava o capelli scuri della sua ragazza da una parte all'altra cercando di asciugarli perfettamente; era più difficile di quanto immaginasse. Lei rilassata dal tocco quasi non si addormentò, seduta sul lavandino e completamente abbandonata nelle braccia di Marco. - Sei stanca? - chiese sorridendo

Annuì solamente per poi baciarlo. Profumavano entrambi dello stesso bagnoschiuma, con lo stesso sapore sulle labbra e la stessa frequenza di respiri. - Vorrei che tu venissi lì con me Em, davvero.- si attorcigliò un ciuffo all'indice

La guardò intensamente, spense il phone poggiandolo allo spigolo, la fece scendere e raggiunsero il letto con le lenzuola sgualcite. - Vorrei esserci anch'io amore, ma sai che domani mattina ho l'esame e non riesco neanche a prendere l'aereo  per-"

- Ti ho già detto che te lo prendo io il biglietto - le
morse la guancia, poi la coprì con la coperta ed infine si stese addosso

- Ed io ti ho già detto che non voglio - sbuffó, tenne gli occhi all'insù ed appena incontrò lo sguardo di Marco deviò immediatamente

Lui scosse la tessa non aggiungendo una parola. Erano bastate le litigate del giorno prima e non voleva più aprire quella conversazione, - Prometti che guardi la partita? E che mi chiami nella pausa? -

Emma annuì sorridendogli - Sai che lo farò. -

Marco diede un'occhiata al comodino, era ancora presto e prese posto nel letto, si strinse Emma nelle braccia trattenendo l'ansia con difficoltà. - Ho paura - confessó, quasi bisbigliando e con gli occhi socchiusi fissi contro il soffitto

Lei gli prese la mano unendola alla sua, odiava vederlo così, con lo sguardo assente e la faccia pallida. - Andrà bene - gli tolse una ciglia caduta sulla guancia

Poi si sfilò il braccialetto dal braccio mettendolo a quello del suo ragazzo. - Così ci sono anch'io oggi e domani. - si accollò di nuovo a lui incastrandosi nelle sue gambe

- Ti amo - disse spontaneo le parole dettate dal cuore

- Ti amo anch'io -

La cosparse di baci ovunque - Mi fai male - disse scansandosi quando affondò i canini della guancia

- Scusa - le diede un bacio a stampo, quel momento venne interrotto dalla suoneria del telefono, un messaggio da Lucas: doveva scendere.

Scese dal letto controvoglia e si aggiustò la maglia. Diede un ultimo bacio ad Emma, con gli occhi chiusi - Ciao amore - sospiró sconsolato

- Ciao amore FAI IL BRAVO - urlò stringendosi il cuscino quando sentì poi la porta sbattere, Rome salí di sopra saltando sul letto ed Emma se lo strinse

𝒅𝒐𝒈𝒔𝒊𝒕𝒕𝒆𝒓 ✿ 𝒎𝒂𝒓𝒄𝒐 𝒂𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora