Capitolo 50

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Davide si svegliò, la nottata era stat inaspettatamente movimentata. Si girò, al suo fianco non trovò nessuno. Era da solo sul letto. Dov'era finita Barbara? Di che tipo di iniziazzione parlava?

Andò a lavoro facendo finta di nulla. La incontrò sulla porta di ingresso, lo bacio sulla guancia per salutarlo e non fece alcun riferimento alla notte precedente.

"Ah, oggi non ci sarò per tutto il giorno, devo andare da un cliente, buona giornata" in questo modo asettico si congedò da Davide che invece si aspettava una qualche spiegazione.

Passo la giornata a pensare a quello, non riusciva a concentrarsi, la sua mente era rivolta solamente a quella ragazza misteriosa.

Guardò fuori dalla finestra, il buio avveva ormai avvolto la città. Erano gia le sette di sera. Era decisamente ora di ritornare a casa. Sulla strada cercò di telefonare a Debora, nulla, il telefono dava staccato. Era solo, camminava verso un appartamento vuoto dove non avrebbe trovato risposta alle sue domande. Entrò nell'appartamento, accese la luce. A terra c'era una busta, una busta nera con una scritta rosso, un rosso fuoco che aveva già visto in precedenza, era lo stesso colore del rossetto di Barbara.

Aprì la busta, la busta emanava un profumo a lui conosciuto era quello della ragazza che lo stava faecndo diventare pazzo. Apri la lettera, c'era solo una mappa, nessun indirizzo.

Uscì di corsa, forse li avrebbe trovato le risposte che cercava.

Segui accuratamente la mappa, dopo una mezzora arrivò nel posto prestabilito era un locale abbandonato. Non lo aveva mai notato anche perchè non si sarebbe mai addentrato in quella zona, anczi si stava chiedendo se fosse veramente una buona idea rimanere li in quel postao isolato in preda magari di qualche rapinatore o peggio. Si avvicinò alla porta. La posta si aprì, un buttafuori di corporatura notevole gli si avvicino e con voce roca chiese l'invito. Fissandolo. 

Davide consegnao la busta, l'uomo appoggio l'invito su un lettore dove comparve il viso di Davide con le sue generalità.

"Puo entrare signor Allegri" 

Davide entrò.

Dopo un corridoio buio arrivò in un aseconda stanzetta dove una ragazza con il volto coperto da una maschera gliene porse una icendo "La maschera è obbligatoria per l'anonimato"

Davide l'indosso poi la ragazza gli porse un mantello da mettere sopra i vestiti, davide non si oppose, la curiosita era troppa. 

La ragazza apri un'altra porta che dava su un salone. Il salone era eneorme, pieno di persone donne e uomini tutti vestiti come lui. Nessuno era riconoscibile. La sala era in semioscurita illuminata solo dalle candele. La sensazione era starana. Davide entrò.

Girò un po senza meta guardandosi attorno, non aveva ancora nessuna risposta. 

"Ciao "era  una voce a lui nota, proveniva da dietro di lui.

Davide si voltò. C'era una ragazza che lo fissava. Lei fece uscire una gamba da sotto la mantella. Davide notò la sensualtà di quella gamba con la giarrettiera rossa. Era certo di chi fosse quella gamba. Lei lo gacio. Ora ne era certo era Barbara. 

"Ma che ci faccio qui , mi hai invitato tu?"

"Avrai le risposte che chiedi al momento giusto, ora vieni con me andiamo a divertirci." dsse lei prendendolo per mano. Insieme salirnono su di una scalinata.

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