Capitolo 6

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Merlion era tranquillamente sdraiata nel parco che si trovava a pochi passi dall'entrata del regno delle fate. Era uscita di nascosto facendo credere a suo padre di essere andata a dormire perché troppo stanca. Aline e Xavier avevano un progetto con la scuola, quindi era tranquillamente sgusciata fuori dalla sua camera e si era andata a sdraiare li. Era vicina all'entrata quindi, in caso di problemi, poteva tranquillamente entrare.

Merlion chiuse gli occhi sospirando. Amava stare all'aperto, solo che il padre glielo permetteva poche volte e ultimamente quasi mai. Suo padre aveva paura dei cacciatori e Merlion gli dava tutte le ragioni del mondo per essere spaventato, però non poteva impedirle di vivere. I suoi nonni e suo zio erano stati brutalmente uccisi dai cacciatori quando suo padre aveva 15 anni ed era dovuto salire al trono subito per calmare gli animi delle fate che volevano la guerra.

Suo padre era stato intelligente e aveva aspettato. Lui era troppo giovane e le fate troppo arrabbiate per ragionare decentemente. Merlion sapeva che il padre stava ancora tramando la sua vendetta, anche se aveva dato un piccolo avvertimento ai cacciatori 19 anni prima, quando aveva fatto saltare in aria la loro base. Merlion sorrise al pensiero dal padre che, quando era più piccola, le raccontava come aveva fatto saltare in aria l'edificio facendola ridere.

Merlion odiava i cacciatori. Sapeva che non bisognava fare di tutta l'erba un fascio, ma non riusciva minimamente a capire come delle persone buone potessero diventare dei cacciatori si fate. Era impossibile. Punto. Merlion non vedeva l'ora della grande battaglia alla quale si stavano preparando tutti. Avrebbero distrutto finalmente i cacciatori in modo da poter vivere tranquillamente in superficie senza essere avere paura di mostrare la loro vera natura. Era stanca di portare i capelli sempre sciolti per coprire le orecchie. Voleva farsi qualche treccia ogni tanto, ma non poteva perché se no l'avrebbero presa e uccisa in un secondo. O peggio ancora se avessero scoperto che era la figlia del re l'avrebbero torturata per avere informazioni da lei. Ma non avrebbe parlato. Al costo di rimetterci la pelle, lei non avrebbe mai parlato. Non poteva mettere in pericolo la sua gente per niente. Alla fine sapeva che anche chi parlava veniva ucciso, quindi cosa cambiava? Niente, solo che tradivi la tua stessa gente.

Merlion era troppo concentrata nei suoi pensieri che non sentì minimamente i passi che si avvicinavano piano a lei. Se ne accorse solo quando le buttarono qualcosa addosso. Troppo tardi. Cercò di urlare ma una delle persone che l'avevano presa le diede qualcosa in testa che le fece perdere i sensi velocemente.

"non dovevo uscire da sola" pensò la ragazza prima di chiudere gli occhi.

Alex sbadigliò per la milionesima volta in due ore. Era stanco morto e quelle due ore di recupero intensivo fatte dalla professoressa di matematica gli avevano messo addosso ancora più stanchezza. Come avrebbe fatto a concentrarsi alla centrale? Sua madre lo ammazzava se non si presentava nemmeno quel giorno e soprattutto lo uccideva anche il povero John che aveva lascito da solo insieme agli stronzi. L'unica cosa bella delle due ore di recupero era stata Xavier che lo aveva torturato per tutta la lezione. Era bello averlo come compagno di banco.

-Alexander è vivo!- Alex alzò lo sguardo e rivolse un leggero sorriso in direzione di John che si trovava sul terrazzo che dava sulla strada principale della centrale.

-la matematica non mi ha ancora ucciso, ma ci è arrivata vicina- disse il rosso sistemandosi meglio lo zaino sulle spalle ed entrando nell'edificio.

-Alexander non hai la divisa- disse Gerald facendo spaventare il rosso che stava poggiando lo zaino a terra.

-sta nello zaino. Sono appena uscito da scuola- disse il ragazzo guardando con terrore l'uomo che si trovava difronte a lui. Aveva sempre avuto paura di Gerald. Capelli bianchi occhi verdi circondati da vene ben visibili che lo facevano sembrare spaventoso. La bocca sembrava quella dei lupi affamati pronti a mangiarti in un boccone. La statura bassa non impediva all'uomo di incutere timore anche ad Alex che era quasi venti centimetri più alto di lui, ma meno forte. L'uomo era uno dei membri più anziani dei cacciatori, uno dei discendenti dei fondatori e anche suo nonno. Quell'uomo era tutto il contrario di un nonno e Alex lo odiava da morire. Era colpa sua se era dovuto diventare un cacciatore nonostante la sua allergia.

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