Capitolo 17

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Alex aveva detto in un impeto quelle parole e infatti in quel momento stava tremando come una foglia. Aveva una paura matta anche perché il nonno aveva iniziato a correre nella sua direzione con la spada puntata verso di lui e le fate intorno non accennavano a muoversi. Fu costretto a parare il colpo con uno dei pugnali che aveva appesi alla viti. Fu un attimo e l'odore della lavanda intasò le sue narici facendolo tossire e indietreggiare con gli occhi sgranati.

Non gli era mai successa una cosa del genere a quella distanza. Di solito doveva stare molto più vicino per ottenere una vera e propria reazione allergica. Alexander sperava vivamente che la tosse passasse il prima possibile. Sarebbe stato difficile per lui combattere cercando di fermare l'allergia.

Dopo quel primo colpo tutto intorno a loro era iniziata la battaglia tra fate e cacciatori. Alex tossì nuovamente e si piegò in due per poi vomitare tutto quello che aveva mangiato quella mattina.

- che è successo alla tua resistenza? Stando con le fate la tua stupida allergia è aumentata?- lo prese in giro l'uomo sorridendo sadico. Non aveva mai sopportato quel ragazzino che aveva impedito alla figlia di sposarsi con qualcuno di degno. Era stata una palla al piede fin da quando era nato e Gerald non vedeva l'ora di farlo fuori. Senza Scarlet in giro poteva fare tutto quello che voleva e poi se la figlia si fosse ribellata gli avrebbe semplicemente spiegato che quel ragazzino si era alleato con le fate. Era un ottimo ragionamento. Sorridendo si avvicinò sempre di più al rosso per potergli dare il colpo di grazia, ma una spada dorata si frappose tra lui e il nipote. Seguì il braccio che reggeva la spada fino al volto della fata. Un uomo con gli occhi verdi ignettati di sangue che lo guardavano con odio.

Alex alzò lo sguardo per capire chi fosse il suo salvatore. Gli si gelò il sangue nelle vene. Era uno dei due ragazzi che aveva visto nel suo sogno il giorno del suo compleanno, solo cresciuto. In quel momento dimostrava un 38/39 anni. Nel mentre si era bloccato nel guardare l'uomo due braccia forti lo sollevarono da terra e incrociò i suoi occhi verdi con quelli cangianti di Xavier che erano più preoccupati che mai.

Alex riuscì a sorreggersi da solo e sorrise in direzione del ragazzo.

- che ti è saltato in mente!- gli disse il moro con voce alta per farsi sentire da sopra il frastuono.

- non mi sono fatto niente tranquillo...-

- che è successo alla tua allergia? Perché ha reagito in quel modo?- Xavier iniziò a controllarlo attentamente.

- non lo so Xav. Ora sto bene- disse invece Alex stringendo forte il pugnale mentre parava il colpo di un'altra spada di un cacciatore che gli si era avvicinato intenzionato ad ucciderlo. Era Sloan. Xavier prontamente sciolse il nastro rosso rosso che aveva legato intorno al suo braccio e lo mise a mo di sciarpa intorno alla bocca e al naso del ragazzo. Alex lo ringraziò con lo sguardo mentre continuava a parare i colpi incessanti di Sloan.

A John era quasi preso un colpo quando aveva visto il suo migliore amico andare davanti a Gerald in quel modo e si era sentito spaesato. Alex gli aveva intimato di stargli vicino così lo potevano riconoscere come un cacciatore che era dalla parte delle fate, ma John non aveva avuto nessuna intenzione di seguire Alex difronte al capo dei cacciatori. Per sua fortuna gli si era avvicinata una fata, che in seguito aveva capito essere Aline, con un foulard rosso che gli aveva legato intorno al braccio. Grazie a quello le fate non lo calcolavano di striscio e lui poteva tranquillamente combattere contro i suoi simili. John lanciò un veloce sguardo in direzione di Alex e vedendolo combattere con il foulard come protezione intorno al viso si tranquillizzò per poi concentrarsi di nuovo sul suo avversario.

Michael parava tutti i colpi che il capo dei cacciatori indirizzava verso di lui. Era stata una vera sorpresa vedere quel ragazzino gridare quelle cose difronte quell'uomo, che doveva ammetterlo, aveva davvero qualcosa di spaventoso. Era anche grazie a quel ragazzo che era riuscito ad organizzarsi in tempo per poter attaccare. Michael era molto felice che il piano era riuscito e sopratutto che sua figlia avesse avuto ragione fin dall'inizio su quel ragazzo.

Michael non si era soffermato molto a guardare i cacciatori, ma era più che consapevole che Scarlet non era presente. Da una parte si sentiva davvero molto sollevato, ma dall'altra aveva paura che la ragazza potesse apparire da un momento all'altro e distogliere la sua completa attenzione dall'uomo.

- e poi non mi volevi insieme a te durante il combattimento! Si può sapere come cavolo hai fatto a ridurti in questo stato il braccio in nemmeno cinque minuti di combattimento?- Susan era davvero arrabbiata, o meglio incazzata con il marito al quale stava medicando il braccio ferito. Aveva combattuto incessantemente con lui in quella settimana per convincerlo che c'era bisogno anche del suo aiuto come guaritrice. Alla fine Lucas era stato costretto a dirle di si perché troppo stufo di sentirla parlare ogni giorno.

- non volevo farti venire perché ci può essere qualcuno che ti conosceva- disse l'uomo guardando attentamente la donna mentre lavorava.

- si e l'altro motivo e che non ti fidi di me- disse la donna sospirando e tagliando le bende in eccesso.

- non voglio perderti Sus- disse l'uomo alzandosi e riprendendo la spada che aveva appoggiato a terra. Prima di andare verso la battaglia lasciò un bacio sulle labbra della moglie. - non farti trovare- le disse a due millimetri dalle sue labbra per poi lasciarle un altro bacio e raggiungere gli altri.

La donna sospirò per poi piegarsi e mettere a posto nella sacca tutto quello che aveva usato per curare la ferita. Mentre stava facendo ciò sentì dei passi che si dirigevano spediti nella sua direzione e stando attenta prese il pugnale che aveva nascosto sotto la veste. I passi si bloccarono proprio dietro di lei e in meno si due secondi Susan si era già voltata in posizione difensiva. Poco dopo i suoi occhi castani si sgranarono e lasciò involontariamente cadere a terra il pugnale.

Dall'altro lato Scarlet guardava la sua migliore amica incredula di vederla viva a vegeta difronte a lei. Nel mentre anche a lei era caduta la spada. Rimasero entrambe immobili fino a quando Scarlet non iniziò a piangere e si fiondò tra le braccia dell'altra donna nonostante fosse ancora confusa.

Susan si irrigidì in un primo momento, ma subito dopo si rilassò e strinse forte a se la rossa che era sempre stata molto più minuta rispetto a lei.

- credevo fossi morta tra le mie braccia quel giorno- fu l'unica cosa che Scarlet riuscì a dire tra le lacrime mentre stringeva sempre più forte la donna non curandosi minimamente del suo odore da fata, e ne tanto meno le orecchie a punta che si vedevano bene grazie ai capelli raccolti.

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