XXI

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J:" Di niente"
Z:" Se cadevi, in questo momento saresti in ospedale"
J:" Ma grazie a me adesso è qui sana e salva!"
D:" Si, certo, ma non tirartela troppo"
Nel mentre che loro bisticciavano, io decisi di tagliare la corda.
Pur sapendo di avere lo sguardo di Jonah addosso.
Mi girai in tutta fretta con l'intento di andarmene, ma ad un passo da me c'era Corbyn, che mi bloccava la mia personale via di fuga.
C:" Dove vorresti andare?"
Jack, Daniel e Zach smisero di parlottare e si girarono di scatto verso di noi.
Da quando eravamo qui Jonah aveva spiaccicato si e no tre parole.
Alla fine aprì bocca.
Jo:" Se posso sapere, perché hai il vizio di andartene?"
Mi ero ammutolita.
Tutti aspettavano una mia risposta, o qualunque mio gesto.
Interruppe il mio silenzio, anzi, il nostro silenzio la suoneria del mo telefono.
Vibrava molto velocemente nella mia tasca destra dei jeans.
Ma so già chi è.
Satana, per capirci.
D:" Rispondi pure" Non stoglievano i loro sguardi da me.
Presi il telefono e vidi chi era.
I miei sospetti si avverarono.
J:" Tutto okay? Sei sbiancata!"
Io:" È mia madre"
Risposi con ansia.
Diciamo che tremavo.
Accettai la chiamata timorosa sul da farsi.
M:" Sei in uno skatepark, vero?"
Oh Madonna.
Io:" Si..." Risposi timorosa.
M:" Cosa ti avevo detto al riguardo?!!" Da quanto urlò, dovetti allontanare il telefono dal mio orecchio per non lasciarci un timpano.
M:" Torna immediatamente a casa, così facciamo i conti!"
Obbedii velocemente.
Misi in tasca il telefono e li guardai.
Io:" Devo andare, è stato un piacer condividere la mia vita, o meglio questi pochi ricordi che abbiamo insieme"
Jo:" Ti ha solo riparato il culo"
Mi duole ammetterlo, ma aveva ragione.

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