Capitolo 1- Vita o morte?

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Elizabeth'pov

Vivo sola da quando ho tre anni e ormai ho diciassette anni, sono verso quella che le persone chiamano età adulta. Abito in un orfanatrofio da quando ne ho i più lucidi ricordi, appena compiuti i miei tre anni di vita sono finita qui a causa di un incidente stradale che ha portato alla morte la mia intera famiglia, ed io, ne sono l'unica sopravvissuta, non ricordo nulla. Non ho mai compreso come ho fatto a sopravvivere solo io. Ho in mente solo vaghi pezzi di ricordi che non riesco più a ricomporre insieme, come i sorrisi pieni di felicità dei miei genitori nel vedermi lentamente crescere, una ninna nanna cantata ogni notte per farmi addormentare in fretta data la mia voglia di giocare costantemente, e forse, anche se non sono mai stata sicura della verità di quel ricordo, mia madre che mi canzonava storie su strani ragazzi che abitano nei dintorni boschivi del mio intero stato, non mi sono mai interessata. Non ho mai avuto un vero e proprio motivo, non mi si addicevano le storie con finali tristi, non facevano proprio per me, il sangue, gli spiriti e altre cose che la gente ritiene energie negative non hanno mai stimolato nulla in me, ho sempre cercato di evitarne i discorsi ogni volta che potevo. Molti dicono per paura, e io ne posso confermare la realtà.

Qui in orfanatrofio le cose sono parecchio difficili, ma era scontato dato che Miss. Swan è spesso cattiva e parecchio severa con tutte noi ragazze, mi sono sempre chiesta come faccia una donna del genere a governare un orfanotrofio con i suoi modi  piuttosto "medievali", la definirei quasi malvagia, ma non come le streghe delle storie antiche, loro mi sono sempre sembrate i personaggi buoni del racconto, come le persone che uccidevano le streghe pensando ci fosse del male in esse, ma non incolperó lei per il comportamento delle mie compagne, o forse la incolperó, dopotutto è colpa sua se sono diventate indentiche copie di quell'arpia, come se i loro caratteri si fossero fusi insieme formando un ambiente invivibile, non solo per me, ma per tutte le ruote del carro che cercavano semplicemente una famiglia disposte ad adottarle anche se la mia idea ormai è altrove, aspettavo la maggior età in fretta dato che sarei sparita da lì.

...

Ero già nel letto, il buio regnava la stanza, non ero mai stata un'amante della notte, preferivo la calda luce del giorno, portava sicurezza nella mia vita, le mie compagne stavano già dormendo tutte, era meglio se mi fossi coricata a letto anch'io, domani sarei dovuta alzarmi presto come ogni dannato e identico giorno, mi misi sotto le coperte e mi addormentai in poco.

Jack

Stavo pensando, pensavo troppo, mi facevo troppe paranoie e anche stasera sarei andato in giro per le case a portare terrore e spaventare bambini, non era uno sfogo, era costo di vita o morte dato quello di cui si nutriva il mio demone, dopotutto io, Eyeless Jack, dominato da una forma malvagia che cresceva dentro di me, per me era normale fare questo, per me era normale uccidere, uccidere gente innocente, il terrore che dormiva nei loro occhi lucidi di lacrime era una sensazione ormai spenta per me, non mi interessava più ciò che facevo, passato il trauma, passata la tempesta, nulla di cui dovevo preoccuparmi ancora.
Eppure, era come se nella mia vita mancasse qualcosa, una dolce presenza che poteva accompagnare le mie giornate, che mi potesse dare stare bene e che almeno di giorno mi facesse dimenticare la mia vera natura, cioè quella da demone.

Mi guardai in torno, ero fuori dalla casa che mi ospitava ormai da anni interi, la Creepyhouse, sconosciuta a tutti, a quanto pare il potere di Slenderman era talmente grande da riuscire a nascondere alla perfezione una casa di dimensioni enormi, tutti si stavano avviando per raggiungere le varie città, quando qualcuno improvvisamente interruppe i miei pensieri.

"Jack, vieni con noi?" Mi chiese Jeff un po' turbato.

Jeff era uno dei miei migliori amici, era sempre disponibile per me e mi ascoltava spesso, se non sempre, era un ottimo amico, sentire quasi tutti i giorni uno che si lamenta di quanto faccia schifo la sua vita non doveva essere bello quanto meno sopportabile. Eppure anche lui sembrava volere ciò che desideravo anche io, cosa non avrebbe fatto per un po' di affetto? Jeff era costantemente in cerca di un'amica, di una compagna di giochi o scherzi insomma.

Possiamo definirlo amore? [Eyeless Jack]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora