~capitolo 9~ L'ombra di un giocattolaio

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Elizabeth

Quell'ombra si avvicinava sempre di più a me, scrutai un ragazzo, alto, dai capelli rossi, come i miei, quindi una bellissima tonalità di rosso sangue. Gli occhi di un color miele molto intenso  Indossava una giacca nera con delle piume bianche sulle spalle. La giacca arrivava fino ai piedi però dividendosi in due lunghe code. Una camicia bianca e un gilet beige che fuoriusciva leggermente  sul davanti. Dei pantaloni grigio scuro e un paio di stivali neri con la suola rossa.
Sorrisi, era di una bellezza disarmante, mi stava osservando con occhi vigili.
Madame, buongiorno. Disse con nonchalanche
Ciao.. Risposi io imbarazzata.
Sono Jason the Toymaker, e tu saresti? Mi chiese molto dolcemente. La sua voce era calda e roca, il suono sembrava quello di un qualcosa che viene utilizzato poco.
Elizabeth. Risposi timidamente, si avvicinò leggermente a me, l'aspetto sembrava quello di un ragazzo normale, eppure, anche lui nascondeva il suo piccolo segreto.
Che nome delizioso. Aggiunse lui sorridendo.
Grazie. Dissi con un filo di voce. Buongiorno Elizabeth, non sbavare troppo.
Possiamo andare a fare un giro? Mi chiese gentilmente.
Certo. Risposi scacciando i pensieri, sentivo le guance in fiamme.
Jason era così educato, scendemmo le scale insieme e uscimmo dalla casa. Jack mi stava guardando ossessivamente insieme a Jeff e Laughing Jack.
Sorrisi e Jason mi fece uscire per prima.
Fece un inchino e mi baciò la mano.
Lady, prego. Rise molto dolcemente. Una risata così dolce non l'avevo ancora sentita dentro quella casa di pazzi, risi pensando ad un Jeff dolce.
Grazie.. Risposi ridacchiando.
Uscii e Jason fece un sorriso beffardo a Jack, ecco, era cominciata una competizione, il nuovo giocattolo è in casa e ovviamente tutti lo vogliono. Alzai gli occhi al cielo trattenendo i pensieri, magari Jason voleva solo farsi un'amica, ci speravo, anche perché passare le giornate sempre sola sarebbe stato straziante.
Chiuse la porta e andammo verso il bosco.

Jack

Vidi quel pompato uscire dalla porta e farmi un sorrisino da vincitore. Come lo odiavo quando faceva così, Jas era un ottimo amico ma quando metteva lo zampino nelle cose degli altri era irritante, per lui tutto era una sfida.
Quello stronzo, lo ammazzo. Dissi irritato.
O ammazzi lei? Balbettò per poi ridere Toby, lo fulminai con lo sguardo.
No, sei cretino? Insomma, l'hai vista? Dissi titubante, mi grattai la nuca imbarazzato.
Eccome amicoo. È una figa! Urló Ben dal soggiorno, alzai gli occhi al cielo.
No, è bellissima, è diverso. E poi per te sono tutte fighe, ifiota. Risposi ancora più arrabbiato di quanto già fossi.
Certo certo.. Disse nuovamente Ben per tornare a giocare ai videogiochi.
Guardai Jeff ed uscii dalla cucina, sbattei la porta uscendo così dalla casa, mi arrampicai sul primo albero che incontrai. Arrivai fino in cima, mi appoggiai al tronco ed inizia a pensare. La scena di Jason che baciava la mano ad Elizabeth mi ronzava in testa come se la stessi continuando a vivere.
Che nervoso quel ragazzo. Sussurrai ormai perso nei miei pensieri.

Elizabeth

Stavo parlando con Jason, era così simpatico e dolce, mi prese per mano e mi fece girare su me stessa.
Sai ballare? Mi chiese sorridendo. No, e adesso mi sentivo ancora più a disagio di prima.
In realtà no. Risposi imbarazzata. Ed era vero, io e il ballo eravamo nemici dall'infanzia.
Allora ti insegno. Ridacchiò lui, no, no, no. Ero più impedita di una papera morta, non potevo ballare.
Ridacchiai nervosamente e lo guardai negli occhi, un leggero bagliore verde si scorse nei suoi occhi, mi guardò e comprese, fece un leggerissimo sorriso  e abbassò lo sguardo incupendosi.
Scusami, diventano così verdi quando provo emozioni forti. Disse staccandosi da me.
Non ti preoccupare. Risposi io abbassando lo sguardo verso le scarpe, erano diventate tutto ad un tratto molto interessanti.
Succede quando sono felice o quando uccido.  Sussurrò timidamente.
Ah, capisco. Risposi io non distogliendo lo sguardo dalle mie converse. Questa cosa mi affascinava sempre di più, alzai nuovamente lo sguardo e gli sorrisi teneramente, magari si sarebbe sentito meglio.
Non spaventarti Elizabeth, non ti farò nulla. Disse in modo rassicurante e dolce. E chi ha paura di te? Jason era così dolce nonostante fosse un killer, sapevo non mi avrebbe fatto niente.
Camminammo ancora un po' e parlammo del più e del meno. Jason non pensavo potesse essere una compagnia così tenera e curiosa, i suoi segreti mi incuriosivano sempre di più. Erano tutti da scoprire quei killer, così diversi tra loro, ma in fondo così simili.
Sorrisi e verso le sette tornammo a casa.
Jason aprì la porta, alzai lo sguardo per vedere se c'era il tramonto, invece vidi qualcosa di più bello.  Jack era in cima al primo albero di fronte alla mia finestra.
Guardai Jason e vidi un topino meccanico uscirgli dalle piume delle spalle, mi salì sul braccio e venne sulla mia spalla, lo guardai e ridacchia.
Ciao. Dissi io ridendo. Il topino squittì.
Oh, lui è un mio amichetto. È un topino meccanico. Disse entusiasta, ero sempre più affascinata dai suoi giocattoli.
Ecco qua. Gli porsi il topino ridendo.
Grazie, entri con me? Mi chiese lui prendendo il topolino.
Ehm. No, torno tra poco. Dissi io guardando Jack in cima all'abete.
Ma ha un nome? Chiesi nuovamente guardando il topo sulla mano di Jason.
Certo, si chiama liquirizia! Rispose lui guardandomi.
Ci vediamo dopo Jas. Lo salutai dolcemente.
Va bene. Rispose lui, mi guardò e mi baciò la mano.
Entrò in casa, io invece mi avviai verso l'albero, salii con molta difficoltà, rischiavo la caduta ogni volta che salivo su un ramo. Arrivata in cima vidi Jack guardare l'inizio del tramonto.
Jack? Domandai io.

Possiamo definirlo amore? [Eyeless Jack]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora