~capitolo 12~ Pensavi davvero di scappare?

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Elizabeth

Mi svegliai con delle risate, vicino a me trovai i miei occhiali e un bigliettino con scritto "scusami" , sorrisi e mi alzai a fatica dal letto. Misi una felpa verde scuro, i leggins e le solite converse nere. Presi il telefono con le cuffie attaccate, guardai l'ora. Erano le quattro e mezza di notte, sbuffai, ma perché mi ero svegliata e vestita così presto?
Scesi le scale lentamente, trovai tutti i ragazzi ridenti. Mi stropicciai un occhio e vidi Sally venirmi incontro.
Non hai il trucco.. Disse confusa.
Hai visto? Le chiesi io guardandola.
Sei bellissima ugualmente. Rispose dolcemente lei, le brillavano gli occhi, mi faceva davvero tenerezza.
Grazie Sally.. Sussurrai io accarezzandole i capelli, andai verso la porta e mi stiracchiai un braccio, indossai le cuffie ed uscii così, quella casa era troppo chiassosa per i miei gusti. Avevo voglia di fare un giro, di un po' di pace, sapevo perfettamente di essere in pericolo, ma non diedi troppo peso alla cosa, camminando mi scontrai contro qualcosa, contro qualcuno. Alzai lo sguardo, tremavo sotto il tocco delle braccia che mi stringevano contro il petto dello sconosciuto. Guardai attentamente, vidi Toby.
Oh, Elizabeth, avevo proprio voglia di uccidere ancora. Ti va di giocare? Tu corri e io ti lascio cinque minuti di vantaggio, se arrivi alla fine del bosco sei salva. Disse in modo fin troppo tranquillo.
Mi prendi in giro? Gli chiesi io cercando di staccarmi dal suo petto. Scoppiò a ridere e mi strinse con ancora più forza. Notai il suo sguardo ancora più serio di prima, deglutii e misi la mia canzone preferita. Se sarei morta quella sera almeno avrei ascoltato la mia canzone. Mi staccai finalmente dalle braccia di Toby ed iniziai a correre, corsi più veloce che potevo, i minuti scorrevano, più guardavo l'ora, più sentivo le lacrime scorrere sul mio viso.
Tic Tac
Tic Tac
Tic Tac
Avevo la melodia delle lancette dell'orologio in testa, la nebbia era fitta e davanti a me, vidi quella che poteva essere la mia salvezza, le luci della città non erano lontane da me, sorrisi e sentii altre lacrime scorrere.
Quando ad un tratto una mano mi afferrò la caviglia, me la tirò con forza e caddi a terra, la voce non usciva, l'angoscia e la paura gridavano dentro di me, ma dalla mia bocca non fuorisciva neanche un suono.
Povera, piccola ingenua. Pensavi davvero di scappare? Mi chiese Toby ormai sopra di me, si tolse gli occhiali, i suoi occhi nocciola scuro brillavano sotto le tenue luci della città, tremavo, il mio corpo intero tremava, mi mancava l'aria, notai gli occhi di Toby splendere di luce propria, vedermi così probabilmente lo faceva impazzire, l'idea di uccidermi gli piaceva.
Rise e poi mi accarezzò il volto, vidi la sua accetta alzata in aria, la schivai di poco. Mi graffiò la caviglia, era un taglio non troppo profondo ma perdevo comunque sangue. Il terriccio del sentiero era pieno di sassi e rami, sentivo la schiena bruciare, ogni piccolo movimento era una scossa in più. Stavo perdendo i sensi, non mi era mai successa una cosa del genere, e non pensavo che un taglio potesse farmi tanto male. Toby si tolse la maschera e mi sorrise.
È un peccato ucciderti, potresti essere davvero una bella bambola nella collezione di Jason. Disse lui sorridendomi, sentii dei passi, qualcuno stava correndo verso di noi, vidi Jeff e Jack fermare Toby.  Jeff lo prese in braccio per fermarlo, forse ero salva.
Idiota, sei un idiota. Urlò Jack.
Jack mi prese in braccio e mi riportó in casa, lì svenni, priva ormai di tutti i miei sensi,con un dolore lancinante alla caviglia.
Non potevo crederci che Toby mi aveva fatto una cosa del genere.

Jack

Era stesa sul letto, sembrava morta.
La pelle più chiara del solito, i capelli dal colore spento, guardavo Slend bendarle la caviglia, era fredda. Le accarezzai i capelli e poco dopo Slend uscì dalla porta, mi appoggiai sulla pancia di Eli, iniziai a piangere.
Elizabeth, scusami.. Io dovevo seguirti. Guarda come sei ridotta adesso. Cazzo Elizabeth, non voglio perderti. Non voglio. Da oggi in poi ti proteggerò sempre. Sempre. Quella era la mia promessa, Elizabeth sarebbe stata sotto la mia protezione, se solo qualcuno avesse provato a farle del male se la sarebbe vista con me, ni addormentai sulla sua pancia tra le lacrime e tra i pensieri più remoti che mi ronzavano in testa.

Possiamo definirlo amore? [Eyeless Jack]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora