Capitolo 1

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AVVERTENZE: NELLA STORIA SONO PRESENTI SCENE SESSUALI E UN SOVRACCARICO SMISURATO DI DOLCEZZA<3

“Ehi Jenny,ti decidi a scendere giù per la colazione?!”.

Lei era lì, immobile, col corpo abbandonato sul morbido materasso, col vuoto negli occhi e i battitti del cuore ogni giorno più inutili; ingogliò per l'ennesima volta quel dolore che le bruciava l'anima,si alzò pesantemente dal letto per raggiungere la cucina e si infilò un paio di shorts abbinandoli ad una canottiera nera e malinconica, raccolse i suoi capelli castani e lisci in uno chignon intrecciato,come suo solito, e per finire, strinse i lacci delle sue converse nere (accuratamente scelte fra le tante paia di infiniti colori e fantasie). Uscì dalla stanza afferrando la sua felpa grigia di una taglia fin troppo grande per il suo esile e a dir poco perfetto corpo. Scese le scale trascinandosi dietro il profumo del suo shampoo alla lavanda che piaceva tanto a suo padre e che la faceva sentire ancora una volta una principessa come quand'era piccina e andava in giro per la casa con una coroncina in testa, un indelebile sorriso sulle labbra e l'innocenza di non sapere il significato e il male dell'amore.

Raggiuse la cucina e subito si sentì avvolta da un familiare odore di biscotti appena sfornati, ma a rompere quella dolce e noiosa sensazione di routine, furono delle voci, tutt'altro che familiari.

Scocciata e stranamente curiosa, camminò infastidita verso la sala da pranzo spostando lo sgaurdo solitamente fisso a terra su cinque anonimi volti che la lasciarono petulante.

“Ecco...Jenny...volevo presentarti...gli One Direction...”

Ed eccoli: quei cinque cretini che avevano realizzato delle sue amiche inutili ragazzine senza carattere, quegli stessi che intonavano sdolcinate canzoncine sull' “amore”, quegli stessi che lei odiava.

Con smorfie e mani tra i capelli, facevano a gara per attirare l'attenzione di Jenny, che se ne stava lì, in piedi, mortificando sua madre con lo sguardo e immobilizzando Josh che aveva già fraternizzato con il “nemico”. Anche se a dir la verità da lui non si aspettava molto...era il fratello minore,il rompiballe di casa, quell'insignificante e amorfo essere che sembrava essere nato solamente per opporsi alla sorella.

“Vedi tesoro...loro vogliono realizzare il prossimo video musicale qui, a casa nostra e...”. La madre con tono sottomesso e pieno di speranza provò a spiegare alla figlia il motivo di quell'insolita e duratura visita,ma Jen non la fece finire che subito, con un tono ironico e di sufficenza:

“Wow...sono scioccata e a dir poco lusingata della vostra visita...e poi...volete realizzare il vostro prossimo video musicale qui, nella nostra umile dimora!?!?! (Villa Edward Callen)...quale onore!!”.

Fece una smorfia di disprezzo, prese tre o quattro biscotti e tornò in camera sua, accese il suo i-pod grigio facendo scorrere la playlist verso il basso, e posò lo sguardo su “Last kiss -Tayolr Swift-”. Delle lacrime amare le rigavano il volto e molti, troppi ricordi le si rispecchiavano sulla superficie di quegli occhi color del ghiaccio, rendendoli sempre più impenetrabili a qualsiasi altro sguardo che volesse incontrarli.

D'un tratto la porta si aprì bruscamente provocando un leggero e istantaneo venticello che le spostò i capelli dagli occhi appannati: erano ancora loro. Non le diedero il tempo di fiatare che la melodica voce del riccio dagli occhi verdi la inondò di domande preoccupato:

“Che è successo? Ti senti male? C'è qualcosa che non va? Perchè piangi?”.

Lei si asciugò frettolosamente le lacrime rispondendo d'istinto che stava bene e che non c'era bisogno di preoccuparsi tanto, mentendo a loro ma prima di tutti a se stessa.

Si sistemarono tutti intorno a lei: Malik (l'unico di cui si ricordava nome e cognome) sopra il letto, Liam e l'amico col maglioncino a righe iniziarono a passggiare per tutta la stanza curiosando fra le sue cose, il riccio le si appoggiò sulle ginocchia e il biondo le si sedette a 2 cm di distanza.

Rimase in un primo momento indifferente, osservando i raggi del sole filtrati dalle piante fuori dalla finestra e accorgendosi che i due grandi occhi azzurri dell'irlandese la stavano fissando; iniziò ad agitarsi solo quando notò che i due tipi rimasti in piedi guardavano con la coda dell'occhio le fotografie strappate in cui erano ritratti Jenny e un misterioso e affascinante ragazzo che la abbracciava, e gettate nel cestino nel tentativo di cancellare quei brutti ricordi.

Si intravedeva la preoccupazione nel suo sguardo, la preoccupazione che qualcuno avesse potuto toccare quel delicato argomento, quell'argomento che lei aveva cercato di evitare fin dal primo istante. Liam allungò la mano per afferrare quella fotografia così piena di lacrime, ma quando stava per tirarla fuori Zayn si voltò e lo fulminò con lo sguardo: aveva capito...finalmente qualcuno aveva capito davvero il suo dolore.

E per la prima volta dopo tanto tempo il cuore di Jenny riprese a battere, si sentiva finalmente protetta, da qualcuno che conosceva a malapena , ma si sentiva protetta.

Dalla bocca della ragazza uscì un gemito e per un attimo lo sguardo di colui che l'aveva salvata le sfiorò le labbra, quasi come se volesse toccarle veramente; la stanza piombò in un lungo silenzio imbarazzante fin quando Harry cercò di rompere il ghiaccio (infatti accese una fiamma...e come bruciava...!):

“Bene... ehm... insomma... perchè non ci fai vedere le nostre stanze...? Perchè... se dobbiamo restare qui a lungo... dovremmo pur dormire da qualche parte...no..?”.

Jenny sgranò gli occhi:

“A lungo?!?!?!?!”.

Louis le rispose:

“Beh...si...sei mesi ti sembrano pochi!?”.

“MAMMAAAAAAAAA!!!!!!”. La voce della ragazza echeggiò in tutta la casa...:

“Che significa -SEI MESI-!?!?!?!”.

Le risposta della madre fu petulante e quasi impaurita, ma fu sufficiente per far capire a Jenny che sarebbero rimasti lì più a lungo di quanto avesse sperato.

Di scatto si alzò dal letto, ma scivolò sul tappetino bianco vicino alla porta; si sentì presa dal panico, ma due braccia possenti e dalla carnagione chiara la afferarono prima che riuscisse a toccare il suolo. Per un attimo si guardarono nell'azzurro dei loro occhi, sembravano perdersi l'uno nell'oceano dell'altro, ma poi lei decise di allontanarsi dal corpo del ragazzo, e dalla sua bocca uscì un timido “grazie” rivolto a Niall che l'aveva presa appena in tempo.

Il “tour” della casa ebbe finalmente inizio e i ragazzi si sistemarono nelle proprie stanze: Niall decise di dormire nella stanza insieme al piccolo Josh, Zayn e Harry scelsero la stanza accanto a quella di Jen ed ai due rimasti toccò la camera in fondo al corridoio.

Il tempo passò in fretta, senza che se ne accorgessero, e arrivò così l'ora di cena: si ritrovarono tutti intorno ad una tavola ben apparecchitata e stracolma di delizie, o almeno quelle che Jen definiva delizie...

“Liam preferisci la pizza al rosmarino o quella margherita? E voi?”. La madre iniziò a servire gli ospiti.

“Io pizza con rucola e mozzarella!”. Si sentirono due voci all'unisono perfettamente contrarie l'una all'altra, seguite de due sguardi in cagnesco.

“La pizza con rucola e mozzarella è mia!!!”. Urlò Jenny e subito di risposta Niall:

“No ti sbagli carina, è mia!!!”

“Io non mi chiamo -carina-, sono Jenny, piacere, quella a cui spetta la pizza con rucola e mozzarella!”

“Ragazzi calmatevi, Jenny non essere maleducata, la decisione spetta all'ospite!”. Intervenne la signora Williams per far tacere la figlia. Jenny sbuffò scocciata e fece spallucce bevendo un sorso di coca-cola per poi addentare uno spicchio di comune pizza margherita e precipitarsi in camera.

Finita la cena anche i ragazzi si fiondarono nelle loro camere al piano di sopra per farsi una doccia rinfrescante e prepararsi per la notte, ma, dato che c'erano solo due bagni lungo tutto il corridoio, Jenny dovette attendere per più di un'ora e, pensando che i ragazzi avessero finito i loro comodi, si diresse verso la porta del bagno. Prima che potesse anche solo sfiorare la maniglia, la porta si spalancò e ne uscì uno splendido corpo appena coperto da un leggero asciugamano legato intorno al bacino, che faceva lettralmente impazzire gli ormoni...

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