Capitolo 12

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Si spostarono tutti in piscina dove chi non era ancora arrivato li raggiunse.

La musica si fece sempre più forte, e tutti ballavano, si divertivano un casino e bevevano... forse un po' troppo...

Erano le 22.45 e Jenny aveva iniziato a bere solo in quel momento. Stava andando in camera sua per indossare quello stupendo costume nero di pelle che le aveva regalato Zayn (e che le dava un'aria molto trasgre e sexy), quando un ragazzo del tutto sbronzo le si piantò davanti impedendole di passare. Quelle muscolose braccia le strinsero la vita senza lasciarla andare, Jen cercava di mostrare il suo disaccordo ma lui sembrava non farci caso; la mora alzò lo sguardo e riconobbe un viso che non avrebbe mai più voluto rivedere: quel viso che le baciava il collo con così tanta passione e quello stesso viso che l'aveva tradita proprio nel giorno del suo compleanno...

“Ehi piccola, dai...andiamo in camera tua... facciamo una cosa da una botta e via... dai... tanto lo so che mi vuoi ancora... e so che ormai la dai praticamente a tutti...tipo a quei cinque stronzi dei tuoi amichetti...”. Ash era lì, davanti a lei, che sorrideva malignamente e che puzzava tremendamente di alcol, lei si mise a strillare di lasciarla, ma lui continuava a stringela sempre più forte. Tentava di baciarla, la toccava e provava a spogliarla, quando ad un certo punto...

“Ehi tu... ti ha detto di lasciarla stare... quindi fai cosa ti ha detto... capito!?!?”. La voce di Zayn le sembrò quasi un miracolo, e Ash finalmente mollò la presa:

“Altrimenti che fai brutto stronzo...è!?!?”

“Lasciala stare o mi incazzo davvero...”. Affermò Zayn digrignando i denti. Ash fece per andarsene quando diede una spinta al moro, che si girò di scatto e gli sferrò un pugno. Lui cadde a terra, e i suoi “amichetti” lo presero, lo portarono in macchina e se ne andarono.

Jenny si dileguò rapidamente, senza che nessuno potesse accorgersene.

Si spostò in un angolo del giardino, si mise accanto 4 o 5 lattine di birra e buttò giù tutta d'un fiato la prima: dopo due minuti la sua vista si faceva opaca, la sua mente non riusciva più a riflettere lucidamente e in breve si ritrovò a ballare in costume con altre ragazze sopra il tavolo.

Un senso di svenimento le attraversò il corpo, si diresse verso il bagno e, chiudendosi la porta alle spalle, iniziò a vomitare.

Per quel poco che era cosciente, sentì bussare:

“Ehi Jen... tutto ok lì dentro...?”. Era ancora lui... quel ragazzo così dolce che l'aveva salvata da quel mostro e che lei non aveva neanche ringraziato.

“Vattene! Lasciami stare! Voglio restare da sola! Come sempre...”. Jenny piangeva, e riuscì ad urlare le prime tre frasi, ma l'ultima... quasi la sussurrò a se stessa.

“Dai Jen... non fare la stupida e aprimi subito...” “Jen... apri questa cazzo di porta...” “Jen!!”.

Il ragazzo sfondò la porta e si trovò davanti al corpo seminudo ed immobile di Jen. La ragazza era svenuta e aveva pianto tanto da lasciare sulle sue guance una riga nera causata dal trucco colato.

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