CAPITOLO 2

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                                                                                    JEN

Sono passati due giorni da quando ho accompagnato Morgan a calcio e sopratutto da quando Maggie mi ha chiesto di tornare con Sam, ed ora me ne sto seduta alla mia scrivania a leggere un nuovo romanzo da poter pubblicare.
«Jen, stai leggendo qualcosa di interessante?» Lila fa il suo ingresso e mi chiede del romanzo.
«Per ora niente di avvincente, anzi leggilo tu e dimmi cosa ne pensi» passo i fogli a Lila e mi alzo in piedi andando a cercare qualcos'altro da iniziar a leggere.
«Certo che sei diventata davvero una pigrona!» Mi prende in giro lei. Le sorrido ma non le rispondo.
«Vuoi smetterla con questa depressione? E' passato un anno, basta!» Lila mi rimprovera bonariamente ma io ormai mi sento diversa, non so, lontana persino da lei.
Le cose sono molto diverse adesso rispetto a 7 anni fa, allora tutto era più bello, più facile. Ora invece la mia felicità è naufragata e tutto per colpa di Sam e di quella Loren.
Loren che nome odioso, odioso quanto lei.
«Pronto? Terra chiama Jen?» Lila viene verso di me e muove la sua mano davanti al mio viso.
«Smettila Lila dai!» Prendo stizzita un nuovo manoscritto e torno a sedermi.
«E va bene... come stanno i bambini?» Lei cerca di cambiare discorso, invogliandomi a parlare.
«Stanno bene e Jonathan?» Le chiedo perché il mio figlioccio mi manca davvero. Ebbene si, sono la madrina di battesimo del figlio di Lila.
«Sta bene, gli manca tanto però la sua zietta preferita» lei sorride e finalmente anch'io faccio un sorriso sincero. Quel bambino è meraviglioso, la fotocopia di Lila sia esteticamente che caratterialmente, insomma un peperino di appena due anni.
«Anche a me lui manca tanto, una di queste sere ceniamo tutti insieme che ne dici?»
«Certo, sarebbe fantastico! Facciamo sabato. Tom esce con Sam, vanno in qualche bar suppongo. Quindi sono libera» la schiettezza di Lila mi fa quasi scoppiare a piangere. Lei se ne accorge e subito si riprende «scusami Jen, non volevo farti ricordare di lui.» E' inutile, la mia migliore amica mi conosce come le sue tasche.
«Tranquilla, sto bene» cerco di fare un sorriso convincente e lei aggiunge «capisco...»
Ok, sono passati anni ma Lila e i suoi capisco, credo che resteranno per l'eternità.
«Avanti, cosa hai capito stavolta?» Le domando alzando un sopracciglio?
«Ho capito che stai bene» si sforza di sorridere ed io mio malgrado sogghigno.
«Lila, sto bene. Davvero!» Lei sembra rasserenarsi difronte al mio sogghignare e aggiunge «Jen, ora devo proprio andare nel mio ufficio a leggere il romanzo che una scansafatiche non ha voglia di leggere» sbuffa ed io scoppio a ridere di cuore.
«Grazie Lila, su di te posso sempre contare» le dico.
«Sempre Jen! Anche se sei distante, io ci sono!» Mi dice ed io le porgo un bacio sulla guancia.
Ah Lila, Lila, se sapessi quanto ti voglio bene. Mi dispiace tantissimo essere diventata quasi un'altra persona. Ma tornerò, te lo prometto.
 

                                                                                  SAM

«Pronto Tom? Dimmi tutto» rispondo al cellulare ancora una volta stanco. 
Non è la persona che vorrei sentire, non è lei!
«Ehi amico» Tom è sempre di ottimo umore, ma come fa? «Ti va di andare a bere qualcosa sabato sera?»
«Perché no? Facciamo alle 21.00?» Gli chiedo. Andare a bere col mio migliore amico, sicuramente mi farà bene.
«Perfetto, a  sabato allora. Ci si vede testa di cazzo» Mentre dice queste parole Tom scoppia a ridere ed io affermo «A sabato amico stronzo» e ridendo come due cretini, chiudiamo la chiamata.
Tom è l'unica persona che riesce a farmi star bene, dopo quel fatidico giorno la mia vita è completamente cambiata. Distrutta.
Eravamo soli in ufficio e Loren ci stava provando in tutti i modi «No, Loren io sono innamorato pazzamente di mia moglie. Quindi smettila!» Le avevo detto. Non era la prima volta che notavo delle avance da parte sua, ma quella fu la volta in cui la misi al suo posto una volta per tutte. 
Non avrei mai potuto sopportare di essere toccato da un'altra donna, un'altra donna che non fosse lei.
Così la mia cara collega, decise di dire un sacco di frottole a Jen che ovviamente la prese malissimo, mi insultò e mi sbatté fuori casa, senza lasciarmi spiegare.
Tipico di Jen, quando è convinta di qualcosa non vuole sentire ragioni. Nemmeno quando si tratta di salvare il nostro matrimonio, naufragato ingiustamente.
Eppure io la amo ancora moltissimo e dentro di me sento che anche lei mi ama ancora, anche se lo nega categoricamente e ricordo le sue ultime parole "per me non esisti più".
Quelle parole per me sono state una coltellata nell'anima, ma so che in quel momento era il suo orgoglio a parlare e non lei. Maledetto orgoglio! Se per una volta lo mettesse da parte e mi ascoltasse, a quest'ora non dovremmo andare davanti a un giudice per il divorzio.
Il mio cellulare riprende a squillare, cavoli è lei!
«Jen» le dico fingendo una voce neutra.
«Ciao Sam, dato che l'altro giorno non hai potuto accompagnare Morgan a calcio, che ne dici di farlo oggi?» Mi domanda.
«Certo, per che ora passo a prenderlo?» 
«Tra un paio d'ore» mi risponde freddamente, è glaciale. Ma io la conosco benissimo, so che quella sua voce nasconde qualcosa. Nasconde amore.
«Mi chiami sempre e solo per i bambini» le dico, lasciando mio malgrado trapelare un'emozione sconosciuta nella voce.
Lei resta in silenzio e dopo un pò aggiunge «e per cosa dovrei chiamarti? Io e te non abbiamo altro in comune se non i nostri figli» le sue parole sono l'ennesima lama conficcata nel petto.
«Hai ragione» le dico diventando gelido «tra un paio d'ore sarò lì.»
«Benissimo» detto ciò riattacca senza neanche salutarmi.
Io resto come un cretino a guardare il mio cellulare come se lei potesse chiamare ancora, ma ovviamente non lo fa.
Vedo meno i miei figli e abitando in un'altra casa e sommerso di lavoro quale sono, mi sento un verme a non avere più il tempo di prima per loro.
Voglio a tutti i costi la mia famiglia indietro, rivoglio i miei figli con me tutti i giorni ma sopratutto rivoglio mia moglie. La voglio con tutta l'anima, nessuna potrà mai prendere il suo posto, ne ora ne mai.
Svegliati Sam, la stai perdendo e ingiustamente. Perciò fa qualcosa, non startene come un cretino con le mani in mano come hai fatto per tutto quest'intero anno.
La rivuoi? Benissimo, fa qualcosa e vattela a riprendere.

SPERO VI SIA PIACIUTO ANCHE QUESTO CAPITOLO. PER SAPERE COSA SUCCEDERA' TORNATEEEEEEEEEE. VI ASPETTOOOO

(Non) Odio quando mi chiami principessa 7 ANNI DOPO Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora