Capitolo 3

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Quel giorno erano passati esattamente due mesi dalla prima volta che ti vidi

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Quel giorno erano passati esattamente due mesi dalla prima volta che ti vidi. Mi ritrovavo a camminare tranquillamente per il lungo corridoio quando mi accorsi di una cosa che mi mandò letteralmente il sangue al cervello e che nello stesso tempo me lo fece congelare nelle vene.

Ti trovavi tenuto di forza contro il muro e di fronte a te si trovava un ragazzo più grande, sia di anno che di fisico, a tenerti per il colletto della felpa.

Tremavi, vedevo il tuo corpo minuto, scosso da tremolii violenti, ti stava minacciando, avevi un grande livido sullo zigomo e lì non ci capì più niente, mi scaraventai di forza contro il ragazzo senza neanche sapere chi fosse.

Peccato fossi fragile.
Fragile quasi più di te.

Iniziò a picchiarmi ed insultarmi ripetutamente. Faceva male. Molto male ma internamente stavo bene, si, perché te, eri salvo. Quello era l'importante. Volevo saperti al sicuro, e vederti sorridere.

In quel momento promisi silenziosamente a me stesso, che sarei riuscito a farti sorridere.

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