Capitolo 22

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Ci misi due minuti buoni per capire ed una volta arrivato alla realizzazione iniziai a tremare

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Ci misi due minuti buoni per capire ed una volta arrivato alla realizzazione iniziai a tremare. spasmi incontrollati presero ad avvolgere tutto il mio corpo, iniziai ad urlare in modo spaventoso, il mio cuore frantumato chiedeva pietà, faticavo perfino a respirare.

"JUNGKOOK! JUNGKOOK TI PREGO SVEGLIATI! NO TI PREGO NON PUOI FARMI QUESTO, TI PREGO! AVEVI DETTO DI AMARMI, PERCHÉ MI FAI QUESTO?! JUNGKOOK PARLAMI, HEY! NO! " continuavo a gridare, tu non respiravi, il tuo cuore aveva cessato di battere già da tempo, eri freddo come il ghiaccio, non riuscivo a respirare. Il pavimento era pieno di scatoline di psicofarmaci, ormai vuote.

Avevi deciso di abbandonarmi già da tempo ed in quel momento la consapevolezza di ciò mi colpì come uno schiaffo.

In quel momento non sapevo cosa fare quindi nella confusione più totale chiamai mio cugino di secondo grado, Kim Seokjin, l'unico componente della mia famiglia con cui mantenni i rapporti. Fortunatamente rispose subito, quindi ancora agonizzante sul tuo corpo iniziai a dire cose sconnesse. "t-ti pre-go vieni... - singhiozzavo senza sosta -... S-se ne a-andato anche lui. V-vieni q-qui..." "taehyung, cos'hai?! Ti senti male?!" il suo tono era decisamente preoccupato ma in quel momento non ci diedi importanza, avevo bisogno di qualcuno, quel qualcuno eri tu, ma tu non c'eri più.

"v-vieni ti prego..." sussurrai tremante "okay arrivo, stai tranquillo. Tra cinque minuti sono lì." e riattaccò.
Tutto quello che successe dopo ritorna alla mia mente con delle immagini sconnesse, ricordo che quando arrivò chiamò subito i soccorsi, anche se ormai non c'era più nulla da fare. Mi staccarono con la forza dal tuo corpo senza vita, ricordo anche i tranquillanti che mi diedero per farmi calmare. Non riuscivo più a ragionare perché ormai la mia ragione se n'era andata via con te, la mia ragione di vita.
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Da lì a qualche giorno ci sarebbe stato il tuo funerale e sapevo di non poter resistere, avevo continui attacchi di panico, non riuscivo a dormire, rivedevo sempre quella scena straziante. Non riuscivo a perdonami il fatto di averti lasciato solo quel giorno. Jin mi aiutò molto, non mi lasciava mai un secondo da solo e faceva bene, avrei voluto raggiungerti. Anche lui era rimasto abbastanza toccato da quella situazione, nonostante non ti conoscesse affatto. Avvisai i tuoi genitori che non sembravano minimamente toccati dalla morte del loro unico figlio e li mi incazzai, persi di nuovo il senno, gli gridai contro le peggio cattiverie, gli dissi quanto fossero dei genitori di merda, che non meritavano nemmeno di respirare la tua stessa aria, gli dissi quanto mi facessero schifo, gli sbattei in faccia quanto tu avessi sofferto per colpa loro e quanto speravi in un loro cambiamento. Fortunatamente Jin era con me, mi trascinò via di forza riportandomi a casa per farmi calmare, ormai ero perso, totalmente andato.

Mi sentivo come un angelo, un angelo a cui erano state brutalmente strappate le ali.

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