Quel lunedì mattina trascorse più lentamente degli altri. Louis era impaziente. Era in magazzino a sistemare la merce che avevano consegnato, quando dalla porta sul retro sbucò Mary Beth. Aveva i capelli raccolti in uno chignon stretto, e le ciglia nere di mascara. Louis arricciò il naso. Stava meglio con i capelli sciolti. Le rendevano il viso meno scarno e spigoloso. La salutò con un cenno del capo e lei abbassò lo sguardo. Si mise le mani nelle tasche della minigonna di jeans e gli si avvicinò di qualche passo.
"Che fai?" Chiese, e Louis allargò le braccia. Poi si morse la lingua. Almeno una risposta gliela doveva.
"Metto a posto," disse, poi sospirò.
"Scusami per sabato," aggiunse. Si mise in piedi di fronte a lei, ignorando le ginocchia che scricchiolavano. La guardò alzare le spalle arrendevole. Louis si sentì in colpa davvero per la prima volta. Non capì perché ci avesse messo tanto. Gliene aveva procurate di delusioni in quegli anni. Eppure quel giorno se ne accorse sul serio.
"Mi dispiace davvero," reiterò. Le baciò una guancia e le accarezzò il dorso della mano. Con la coda dell'occhio la vide sorridere e nasconderlo subito dopo.
"Sabato io e le ragazze andiamo al mare. Vieni anche tu." Lo disse con un tono che non pareva ammettere repliche.
Louis avvertì il panico farsi strada fra le budella, "che vengo a fare con le tue amiche?"
"Dillo anche a Stan e Lucas, non mi interessa."
Aveva sempre una risposta pronta. Ah, le donne.
Si ritrovò ad annuire, avvilito più che altro per non aver trovato qualcos'altro da dire. Mary Beth gli stampò un bacio all'angolo delle labbra e sparì da dov'era arrivata. Louis si chiese perché quella mattina non ne volesse sapere di passare più in fretta.***
Si preparò a dovere. Zaino in spalla con asciugamano e costume. Non si sapeva mai, magari Harry gli avrebbe concesso un tuffo malgrado fosse lunedì. Ci sperava, ma decise di non darlo a vedere.
Salì in collina trotterellando per la strada. Ripensò all'ansia che l'aveva accompagnato la settimana precedente e sorrise, nonostante il cielo plumbeo sopra la testa. Faceva un caldo terribile, e l'afa era greve, tanto da appiccicargli gli abiti al corpo. Non si muoveva una foglia e tutto attorno era foschia. Louis immaginò che anche quel giorno non sarebbe riuscito a vedere il fiume all'orizzonte. Poi però ricordò l'acqua fresca della piscina e tornò a sorridere.
Fischiettò un motivetto mentre raggiungeva il retro della villa ed ancora una volta, fu lì che lo vide. Era seduto su una sedia di legno bianco, la schiena poggiata all'indietro e fumava una sigaretta. Non indossava la camicia e i ricci sudati gli incorniciavano il viso. Louis ripensò di nuovo all'inquietudine dei giorni scorsi. Finse ancora di non comprenderne il motivo e lo seppellì giù per la gola insieme alla saliva.
"Fa troppo caldo anche per fumare," disse, e spense il mozzicone sul terreno, "facciamo un bagno."
Imbambolato, Louis non poté che annuire. Gli parve che gli occhi di Harry si illuminassero, ma la luce era troppo lattiginosa ed accecante per dirlo con certezza. Strinse forte lo zainetto prima di prendere il costume. Harry rise.Quando risalì in superficie, tutto era cambiato. Le fronde delle querce erano scosse dal vento ed il cielo si era fatto più scuro e minaccioso. Harry ridacchiò nuovamente dal bordo della vasca. Alzò lo sguardo riparandosi gli occhi col dorso della mano.
"Fra due minuti scende il diluvio."
Lo disse come se ne fosse sicuro. A Louis piaceva quella certezza nella sua voce. Quel modo che aveva di parlare senza lasciare spazio ai dubbi. Non fece in tempo a considerare che quel dettaglio non fosse l'unico a piacergli, perché Harry allungò una mano nella sua direzione.
"Vieni." Ed era un ordine seppur gentile. Louis si lasciò trascinare, tanto dalla sua forza quanto dalle sue parole, fuori dall'acqua. Harry era lì. Lo cinse con un asciugamano e Louis di nuovo si sentì così piccino. Si mordicchiò il labbro inferiore. Harry lo stava guardando e Louis non riusciva a fare altrettanto. Gli occhi di Harry cercavano, e Louis fu più che sicuro che se i propri li avessero incontrati, avrebbero trovato ciò che inseguivano.
Arretrò di un passo, soltanto per essere riafferrato con vigore prima di cascare in piscina.
"Sta' attento," lo ammonì. Poi fu lui ad allontanarsi. Louis lo guardò di soppiatto raccogliere i vestiti sull'erba e rientrare in casa. Con un respiro che non si era accorto di trattenere, lo seguì.

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Down by the River
FanfictionGeorgia, 1981. La placida cittadina di Jacksonville viene scombussolata dall'arrivo di un misterioso sconosciuto. Tutti mormorano, tutti insinuano. Non Louis. A Louis non importa un bel niente. È l'inizio dell'estate, e Louis vuole solo trascorrere...