PROLOGO

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NOTE AUTRICE

Ciao a tutt*, è un po' che non mi faccio viva.
Vi sono mancata? Beh, voi di sicuro siete mancat* a me.
Non so neanche io perché pubblico questo prologo, la storia è ancora molto acerba e fatico a scriverla.
Diciamo che il tempo non è dalla mia, poi io mi do la zappa sui piedi, impelagandomi a riscrivere storie in chiave Clexa o Ranya, come le chiamo io rivisitazione. Sono arrivata ad un numero considerevole: 7, più tre nuovi prospetti che mi intrigano molto, ma va beh!
Tornando a noi, prima di buttarmi a capofitto su questa The Bodyguard, avrei bisogno del vostro parere su questa mia nuova avventura., se sia o meno il caso di finirla e pubblicarla.
Comunque vada, conoscendomi, la porterò a termine anche se visto i presupposti, ci metterò una vita a farlo, ma alla parola fine credo che in qualche modo arriverò. L'unica dubbio ora è se continuare pubblicarla o meno, con dei ritmi lenti ed estenuanti.
Beh, mi sembra di avervi rotto le scatole a sufficienza, in attesa di sapere la vostra opinione vi auguro buona lettura.
Un grande abbraccio
Lory



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Era una mattina come tante altre a Sacramento, la capitale dello stato della California. L'inverno stava finendo ed il clima già mite faceva pensare ad una primavera forse troppo precoce, ma nessuno sembrava lamentarsi. L'arrivo del bel tempo aveva diminuito notevolmente il traffico sulle strade, rendendo ancora più pacifici gli abitanti di questa città, niente di stupefacente... del resto la fama di Sacramento era sempre stata quella di una delle città più tranquille degli Stati Uniti, con un tasso di criminalità basso, il luogo ideale per le famiglie.

Tuttavia per le forze dell'ordine, quando c'era l'Assemblea Generale della California al Campidoglio, la città non era poi così facile da gestire. Tutti i Senatori della California e l'Assemblea Statale erano invitati a presenziare a quell'evento... evento che sarebbe avvenuto fra due giorni.

Il fermento della città era ancora sotto controllo. Le persone stavano conducendo le loro vite come al solito, andavano al lavoro, ridevano, scherzavano, litigavano, facevano pace e poi di nuovo ricominciavano. Ed era così anche il clima nella Nord Street Lincoln Highway, ma tutta quella calma e tutta quella tranquillità vennero presto sostituite da grida di spavento e panico. Un boato enorme aveva spezzato la routine, provocando il caos. Una macchina era esplosa proprio davanti al palazzo Governativo Statale, sede dei Senatori democratici. La deflagrazione aveva scosso l'isolato, le vetrate del palazzo erano andate in mille pezzi e un incendio era arrivato fino all'edificio.

I soccorsi erano già sul posto. I pompieri si stavano occupando delle fiamme e di evacuare la gente dal palazzo, i paramedici dei feriti, mentre la polizia aveva già delimitato l'area con un cordone di sicurezza per i curiosi e per la stampa.

Tra gli evacuati c'erano anche la senatrice Clarke Jane Griffin e il suo staff, che proprio in quel momento venivano accompagnati dai paramedici per i relativi controlli. A prima vista stavano tutti bene, forse erano solo un po' scossi per l'accaduto... non era mai avvenuta una cosa simile.

Clarke non aveva idea di cosa fosse successo, fu solo quando mise il naso fuori dall'edificio che se ne rese conto. La sua auto era completamente in fiamme, gli sportelli erano un vago ricordo, e l'asfalto era interamente ricoperto da frammenti di vetro.

"Ma che diavolo?!", esclamò attirando l'attenzione del suo Capo Staff, Raven Reyes.

"Non c'è che dire... la tua candidatura a Governatrice ha fatto il botto!", replicò la Reyes cercando di sdrammatizzare.

"Ti prego Raven, non mi sembra il momento per il tuo umorismo alquanto macabro in questo contesto".

"Era solo un vano tentativo di sdrammatizzare. Comunque ha ragione Senatrice, il mio commento è stato fuori luogo, mi scuso", si affrettò a dire il Capo Staff.

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