Capitolo 10

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Anya aveva appena finito il suo turno, ma Lexa l'aveva informata che, per via dei capricci della Senatrice, quella stessa sera sarebbe stata di nuovo in servizio per una uscita fuori programma. Alzò gli occhi al cielo afferrandosi il retro del collo con una mano per massaggiarlo un po'. Le ultime settimane erano state fitte di doppi turni e lei cominciava ad accusare stanchezza, ma quello era il suo mestiere e, per certi versi, lo adorava, anche se sopportare il suo capo diventava sempre più difficile. Sorrise al pensiero di Lexa e alla sua espressione (di pura gelosia) quando le aveva riportato, parola per parola, la richiesta perentoria della Senatrice per un'uscita alquanto imprevista e difficile da gestire.

"Sei proprio cotta amica mia...", mormorò scuotendo la testa.

Stava scendendo le scale dall'edificio per raggiungere l'ufficio della Reyes, aveva passato il turno a pensare a lei, a quella strana richiesta e a quelle parole che solo a ripensarci le facevano venire i brividi.

Forse aveva tirato troppo la corda, non avrebbe mai dovuto flirtare con lei, ma la sua era solo una forma di difesa contro gli attacchi ormai giornalieri di quella che stava diventando la sua ossessione. Solo quando arrivò davanti alla porta dell'ufficio del Capo Staff, si rese conto di quanto fosse nervosa. Aveva il cuore a mille e fu costretta a sbottonarsi i primi due bottoni della camicia, era in affanno si sentiva soffocare quasi le mancasse l'aria.

Busso al battente per due volte e attese di avere il permesso di entrare, che arrivò subito dopo.

"Voleva parlarmi signorina Reyes?", chiese con retorica.

"Sì, prego, accomodati", disse Raven cercando di mostrare tutta la sua determinazione.

Anya si sedette senza mai perdere il contatto visivo con l'altra, un brivido le corse lungo la spina dorsale provocandole una sensazione che mai aveva provato finora.

"Voglio essere sincera fino in fondo... non ha senso girarci intorno", aggiunse poi il Capo Staff sondando il campo.

"Diretta e sincera... due qualità che apprezzo molto in una donna", replicò la Forest dando fiato ai suoi pensieri senza volerlo veramente.

Il commento di Anya stupì Raven, il suo continuo flirtare – dopo l'iniziale comportamento timido e titubante – la destabilizzava, era lei che di solito provocava fino all'esasperazione non era mai il contrario, con l'agente che aveva di fronte invece era diverso. Anya Forest era diversa.

Da quando Anya aveva varcato quella soglia, Raven non era più riuscita a togliergliele gli occhi di dosso. Il Capo Staff sapeva benissimo che non fosse ne il momento ne il luogo, ma stava impazzendo e faticava a controllare le sue emozioni ed i suoi istinti. Quel giochino tra di loro, il punzecchiarsi, il provocarsi continuamente, aveva creato una tensione sessuale inimmaginabile, che ora stava prendendo letteralmente il sopravvento.

I suoi occhi neri scesero sul corpo dell'altra in modo avido e lussurioso. Soffermandosi forse più del dovuto su quei due bottoni aperti della camicia che scoprivano parte di quella pelle dorata che avrebbe voluto tanto toccare. Se avesse dato retta ai suoi impulsi, sarebbe saltata addosso ad Anya seduta stante, ma molto probabilmente il risultato sarebbe stato solo la fuga dell'agente e nessun'altra chance per lei di placare questa sua ossessione nei confronti della Forest. Si alzò dalla sua poltrona e fece il giro della scrivania, appoggiandosi poi al bordo del tavolo mettendosi proprio di fronte ad Anya. Le mani sostenevano la postura accarezzando leggermente i suoi fianchi.

La Forest deglutì pesatamente. La Reyes indossava un camicetta bianca, al limite del trasparente, sopra ad una longuette nera con uno spacco laterale e delle vertiginose decolté dello stesso colore. Aveva sciolto i capelli, liberandoli dalla coda alta che era solita portare durante le ore di lavoro, che ora ricadevano morbidamente sulle spalle. Il viso era coperto da un leggero trucco, che rendeva il suo sguardo ancora più intenso e la sua bocca ancor più provocante. Mentre le sue guance sembravano imporporate da un leggero imbarazzo, in forte contrasto con il suo atteggiamento fiero e risoluto.

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