Capitolo 2

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Ragazze! Non smetterò mai di ringraziarvi!!! La storia vi sta piacendo!!!! Sono super contenta!! Non mi dilungo, buona lettura!!!!!

Gianluca in mattinata ha preso le sue cose ed è andato via come un ladro. Nessuno ha visto niente, e ora penso che sia da Piero, e con Piero. Anche se non ne ho la certezza.
Chiara, mio padre e torpedine sono andati alle esequie di toto Riina, mia mamma, è al mercato, e io sono qui In casa con Valeria, la sorella di Chiara.

“quindi avete dormito insieme…” dice alla fine del mio racconto della mia nottata

“si, ma... Solo dormito.” Metto in chiaro subito e lei ride per la mia faccia.

“è certo, che volevi fare con tutti nelle porte accanto.”

Sorrido, e svio il discorso,  Con la scusa di voler fare un dolce, per la merenda. Cerchiamo tutti gli ingredienti, e mi rendo conto solo dopo che in questa casa manca zucchero. Mando in messaggio a mia mamma, affinché lo prenda, e senza pensarci mi dirigo alla porta comunicante, lasciando per un attimo Valeria da sola.

Entro in casa di Piero e chiara. Si arrabbia quando scendo senza bussare, e chiara mi difende sempre. Ma ho bisogno del sale, e spero loro ne abbiamo nella dispensa.
Vedo Gianluca disteso sul divano a guardare il soffitto. Vedo che la notte passata con me a parlare, non è servita a nulla.

"ciao" dico facendolo saltare in aria

"hei.. Mi hai spaventato... Piero è in palestra, mi ha lasciato solo, e mi ha detto che se mi vede  sul divano mi picchia. Quindi..."

"tranquillo. Non dirò di averti visto sul divano a fissare il soffitto." dico ridendo mentre lo guardo “come stai?” chiedo mentre cerco nella dispensa lo zucchero e per fortuna lo trovo.

"ho la testa tutta incasinata”  dice sbuffando

mi siedo accanto a lui, gli accarezzo la guancia coperta da quella barbetta che alle ilvolover piace tanto. Poggio lo zucchero sul tavolino e lo faccio risdraiare sulle mie gambe, mentre gli accarezzo la testa. Lui sospira e chiude gli occhi. Mi fermo a guardarlo. Da l’immagine di essere forte, e invece è così fragile.

“Valeria mi sta aspettando. Stavamo facendo un dolce.” Dico dolcemente “vuoi venire su con noi?”

Si alza dalle mie gambe, Fa un sorrisino e mi accarezza una guancia, scuotendo la testa. Delinea il contorno della mia bocca e mi fissa con quei suoi occhi color nocciola.

"sei così piccola…” dice con gli occhi lucidi

"sono molto più grande di quello che pensi." dico fissandolo negli occhi

Si avvicina pericolosamente a me, e io non mi ritraggo, mi sfiora il naso, e sento distintamente il suo respiro sulle mie labbra. Ma mi allontano di nuovo, prendendo lo zucchero sul tavolino. Lo guardo incapace di fare altro.

“Gianluca, la soluzione chiodo schiaccia chiodo non funziona.” Dico scuotendo la testa

"se non fossi la sorella di Piero..." dice allontanandosi
“avresti anche me ai tuoi piedi. Ma non hai fatto i conti con la mia testa.” Dico fissandolo “non sono Martina, non sono la messicana di turno, non sono la fashion blogger in cerca di views. Io sono Mariagrazia. E non ho bisogno di te. Per essere qualcuno, non ho bisogno della tua presenza al mio fianco.

Mi alzo velocemente e me ne vado, dopo aver preso lo zucchero. Lo lascio sul tavolo a mia mamma e torno in camera. Che cosa è appena successo? Che cavolo vuol dire tutto questo?

Valeria mi segue, e mi guarda preoccupata. Mi si avvicina senza capirne molto, ma poi le spiego ciò che è appena successo. Lei mi guarda con un sorrisetto malizioso.

“gli piaci….” Dice ridendo

“ma cosa.. Deve trovare un corpo caldo disposto ad accoglierlo.” Dico nervosa.

“andiamo a fare la torta va…” dice sorridendo

Le sorrido, e la seguo in cucina. Facciamo la torta tra le risate e chiacchere varie. Chiara arriva nel pomeriggio, ci invita a cena da loro.

“io sono stanca…” dico provando a svignarmela “vado in camera.”

Vado in camera, sedendomi sul letto. Non voglio vederlo. Mi metto a sistemare la camera e a piegare le lenzuola.

“posso?” chiede chiara entrando lentamente

“si…” dico sorridendo chiudendo l’armadio “dimmi”

“hai litigato con Piero?” chiede preoccupata

“no… sono solo stanca” dico cercando di non far trasparire nulla

“sei strana.” Dice guardandomi “hai l’occhio lucido”

“sono stanca… tutto qui”

“dai vieni a cena da noi! Mangiamo una pizza tra noi giovani e poi ognuno a casa sua!”

Accetto a mio malgrado. Le chiedo solo un attimo per cambiarmi: sono piena di farina. Mi metto un jeans e una felpa, rubata probabilmente dall’armadio di Francesco o di Piero. Die gocce del mio profumo, e scendo insieme a Valeria.

“eccoci!” dico sorridendo

“noi abbiamo portato il dolce” alza le braccia Valeria mostrando la torta appena sfornata.

Chiara la prende e la poggia in cucina. Sento dal loro studio la voce di Gianluca e Piero, si stanno esercitando, o meglio si divertono a schiacciare tasti a caso e a fare vocalizzi.

Ci raggiungono poco dopo, Piero ha il telefono in mano, e ci chiede che pizze vogliamo. Scegliamo ognuno la nostra pizza e chiama la pizzeria.

“in che senso non riuscite a portarcela a casa?” chiede guardando chiara “dobbiamo quindi venire li?” chiede ancora guardando chiara che è in tuta da casa come lui “va bene arriviamo, Si. Barone.”

“se vuoi vado io” dice Gianluca rendendosi utile

“mi faresti un favore enorme.” Dice Piero sorridendo “Mary accompagnalo, che tu sei vestita bene, e sai dov’è”

Lo guardo inerme, mentre mi fa il portafoglio suo in mano, dicendomi di pagare. Cammino come se le gambe non fossero mie, gli faccio strada, ma senza parlare. Il mio cuore fa troppo rumore per poter concepire un discorso sensato.

“è questa” dico dopo 5 minuti di camminata

“prima le signore” dice sorridendo

“grazie” dico cercando di rimanere il più neutro possibile

La ragazza ci riconosce subito e ci fa andare in una saletta per attendere la nostra pizza. Ci sediamo al tavolo. Io di fronte a Gianluca. Lui mi fissa, io cerco di non farci troppo caso.

“Mariagrazia scusami. Ti ho turbato, e questo è evidente. Non era mia intenzione. Ho sbagliato a comportarmi così con te.” Dice dopo qualche minuto.

“scuse accettate.” Dico sorridendo

“siamo amici?” chiede sorridendo allungandomi la mano.

“amici” dico ridendo e stringendogliela.

Amici.


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