ᴘᴀʀᴛᴇ 27

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anche i nostri respiri affannosi, baby
anche il sudore gocciolante, baby
solo con te tutto ha senso, baby

«Ho chiesto ai miei migliori amici di uscire questa sera… ti va di venire con me? Mi piacerebbe tu li conoscessi» disse Hoseok, mentre accarezzava pigramente i capelli di Seokjin

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«Ho chiesto ai miei migliori amici di uscire questa sera… ti va di venire con me? Mi piacerebbe tu li
conoscessi» disse Hoseok, mentre accarezzava pigramente i capelli di Seokjin.

«Certo che mi va» rispose Seokjin, stringendosi ancora di più al corpo del ragazzo.

«Poi ti riporto a casa».

Seokjin alzò gli occhi al cielo. «Non voglio tornare a casa… il tuo letto è più grande e nel mio non ci sei tu» ribatté.

«Non ti è bastato oggi pomeriggio? Non abbiamo fatto altro che rimanere qui… non ti ho nemmeno
raccontato di come sono andati i workshop» rispose, divertito, Hoseok.

«C’è tempo anche domani per quello… stasera ci divertiremo con i tuoi amici e poi ritorneremo nel nostro nido d’amore».

Il maggiore scosse la testa e si arrese alla testardaggine del più piccolo.

I migliori amici di Hoseok si chiamavano Namjoon e Yoongi. Tutto sommato non erano male, e Seokjin li trovò molto simpatici; tra i due, il secondo - forse - era quello un po’ più riservato, ma trovarono comunque qualcosa di cui parlare. Entrambi cercavano di mettere a proprio agio il più piccolo, coinvolgendolo nei discorsi che facevano con Hoseok, e alle volte gli ponevano delle domande per cercare di conoscerlo meglio.

Quando arrivarono al locale, la musica si sentiva già dall’esterno e, appena entrarono, vennero risucchiati dall’atmosfera chiassosa e allegra.

Si sedettero in un tavolino lontano dal casino della pista da ballo, ordinando da bere, così poterono
continuare con le loro conversazioni.

Dopo un po’ Hoseok si avvicinò al minore del gruppo e gli chiese – in modo che sentisse solo l’interessato – se volesse ballare con lui.

«N-non credo s-sia il caso, Hobi, davvero» disse Seokjin in imbarazzo: ballare davanti ad altre persone lo metteva ancora in soggezione, anche se - doveva ammettere - fosse migliorato nel corso di quei mesi.

Hoseok non sembrò dello stesso avviso, e prese il suo ragazzo per un braccio, trascinandolo in pista, nonostante le proteste di quest’ultimo.

«Chiudi gli occhi e pensa solamente a me e al mio corpo a contatto con il tuo, lasciati andare» urlò il
maggiore nell’orecchio di Seokjin. Gli prese le braccia e le portò a circondare il proprio collo, mentre lui lo afferrava per i fianchi e lo avvicinò a sé.

Il più piccolo deglutì e fece come gli era stato detto: chiuse gli occhi e cercò del conforto stando accanto a Hoseok.

Il più grande cominciò a muoversi e Seokjin agì di conseguenza, fino a quando non si fece trasportare dal suono della musica.

Dopo un paio di canzoni si lasciò completamente andare e riuscì anche ad aprire gli occhi, guardando lo stupendo ragazzo di fronte a sé: i suoi occhi brillavano di una luce intensa e diversa; Seokjin non lo aveva mai visto così; si sporse verso Hoseok e fece incontrare per l’ennesima volta – in quel giorno – le loro labbra, sentendosi improvvisamente come rinato: non si era mai sentito così.

just dance › 2seokDove le storie prendono vita. Scoprilo ora