1. Una Serpe fra i babbani

330 31 62
                                    

Draco si era allontanato da quel mondo in cui aveva vissuto per oltre diciassette anni. Dove gli erano stati inculcati con atroce forza e determinazione, certe volte pure con violenza, ideali che non gli appartenevano. Li aveva sempre creduti suoi, eppure in lui qualcosa si era spezzato già da tempo, quando due occhi color dell'ambra lo avevano fissato e dei capelli crespi si erano contorti nel dolore dei cruciatus di sua zia Bellatrix. Lui, impotente, non aveva potuto credere che gli ideali di suo padre avessero permesso quello. Hermione Granger in fondo era solo una ragazzina: una sangue sporco, forse, ma pur sempre una ragazzina. Si era meritata quello che le avevano fatto? No, ovvio che no!

Le sue urla risuonavano ancora nella testa del giovane dai capelli platinati con una forza inaudita. Soprattutto di notte. Il suo cuore sanguinava, tormentato da quello che avevano fatto a lei e alle persone come lei.

A tutto ciò, lui non aveva retto: era fuggito, cosa che gli riusciva assai bene. Era una serpe, quindi trovare scappatoie era nel suo DNA. Però si era accorto sulla sua pelle che il passato non si dimentica ed è giusto tenerlo a mente; forse, però, lo si può archiviare, si può ricominciare nonostante le difficoltà e il mondo che ci rema contro. Lui ci sperava, ma ancora non aveva trovato la strada, il modo per far sì che succedesse.

Se lo ripeteva come un mantra mentre disegnava l'ennesimo tatuaggio. Erano circa due anni che lavorava con Ivan, il tatuatore che aveva sovrascritto il Marchio Nero per sempre. Certo, essendo magia oscura non si poteva rimuovere del tutto, ma perlomeno era camuffato. Nel suo cuore sarebbe sempre rimasto però indelebile, come il dolore che lo pervadeva ripensando a tutte le vite che quella assurda guerra aveva portato via.Ivan gli aveva dato una seconda possibilità: aveva avuto fiducia in lui e lo aveva convinto a fare un corso di tatuatore per poter lavorare insieme, dopo aver apprezzato le sue doti artistiche. Infatti, Draco aveva disegnato da sé l'Ungaro Spinato che in quel momento se ne stava glorioso in bella mostra sul suo braccio. Ormai aveva scelto di vivere come una persona qualunque, di essere invisibile per il mondo magico, di nascondersi in quella società che aveva così tanto disprezzato da ragazzo.

Suo padre era ad Azkaban e sua madre non aveva in alcun modo potuto ribellarsi alla sua scelta.

Finalmente aveva potuto scegliere e lui si era rifugiato nel mondo che da sempre aveva disprezzato. Non poteva rimanere nel mondo magico, perché non riusciva a tollerare gli sguardi schifati delle persone e il rumoreggiare dei loro commenti. Gli strascichi della sua vecchia vita lo avevano inseguito e costretto a frequentare in maniera regolare un Magomentis.

Nonostante tutti i suoi passi avanti, c'erano giorni in cui avrebbe voluto essere veramente invisibile, oppure sparire, dissolversi nel nulla o non esistere proprio.

Il problema non era essere invisibile agli occhi degli altri. Lui dopo la guerra era diventato invisibile a se stesso. Arrivato a Dublino, non si guardava più allo specchio, perché non trovava in sé nulla di bello, soprattutto il suo braccio sinistro; non parlava con gli estranei perché non aveva nulla di interessante da dire. In fondo erano babbani: cosa avrebbe mai potuto dirgli? Non mandava gufi agli amici, nemmeno a Blaise o Theodor, perché non aveva più nulla da condividere con loro. Più passava il tempo e più tutto ciò che accadeva non faceva altro che rafforzare il suo punto di vista.

Il cielo a Dublino era molto spesso grigio e cupo, come i suoi occhi, come il suo cuore. Il sole non splendeva mai, non per lui. A volte, però, quando splendeva, col suo brillare gli ricordava gli occhi di una certa Grifona, che ogni tanto scintillavano nel buio delle sue notti insonni.

Poi successe una cosa magica: il Sole incontrò la Luna e fu un attimo. Come un vento leggero ma insistente, che sconvolge le carte della vita.

E, nonostante una parte di lui avesse voluto smaterializzarsi all'istante, un'altra, più nascosta, più intrinseca e istintiva, non avrebbe voluto più allontanarsi dalla vista di quegli occhi stupendi.

La Granger era lì, davanti al negozio di tatuaggi dove lavorava part-time. Ivan aveva piena fiducia in lui e lo lasciava spesso da solo, come quel venerdì pomeriggio di metà maggio.

La ragazza stava in piedi vicino alla vetrina, dondolandosi da un piede all'altro, incerta se entrare o meno. Sembrava diversa da come se la ricordava. Più donna, forse. Aveva sempre quei capelli indomabili, che ricadevano in morbidi boccoli fino alle spalle. Inoltre non indossava abiti di due taglie più grandi come ai tempi della scuola, ma adatti alla sua età e al suo fisico.

Draco non sapeva cosa fare. D'istinto si spostò, in modo da non essere visibile dalla ragazza. Forse sarebbe stato meglio chiudere il negozio con la magia. No. Come gli era venuta in mente una cosa del genere? Non avrebbe avuto senso nascondersi, anche se voleva restare invisibile. Poi, se il negozio fosse stato chiuso, Hermione sarebbe comunque potuta tornare. Draco non poteva fuggire per sempre. Per Merlino, che situazione!

La porta tintinnò e la ragazza chiese, esitante: «C'è nessuno?»

Draco, che a coraggio non era mai stato messo bene, titubò molto, ma poi uscì allo scoperto e, facendo finta di nulla, la accolse.

«Sì, prego mi dica.» Non appena il ragazzo fu nella sua visuale Hermione sgranò gli occhi incredula: «Malfoy?»

Lui scrollò le spalle in cenno di stizza e le rispose: «Sì, Granger, non mi riconosci più, dopo nemmeno tre anni? Eppure dovresti essere la strega più intelligente del nostro tempo». Mentalmente si rimproverò per essere risultato più acido di quanto intendesse. Era tutta colpa delle sue stupide paure. Intanto, Hermione boccheggiò. Nessuno, nel mondo magico, aveva avuto più notizie di Draco dall'estate del 1999. Che ci faceva lì, in un negozio palesemente babbano? «Allora, non ho tutto il pomeriggio...» le disse ancora, con il suo solito tono altezzoso.

L'invisibilità della Serpe Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora