8. Amici?

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Draco si svegliò con un peso al fianco. Cercò di capire dove si trovasse: aprendo gli occhi vide una massa di riccioli castani sparsi sul divano. Era a casa della grifona. Allora si ricordò. Quando e come la Granger fosse finita lì, non lo sapeva. Per un attimo sentì un calore incredibile, poi si riscosse, come scottato. Certo lei non lo trattava come il Mangiamorte che era stato, ma fra quello e i pensieri che si stavano affacciando alla sua mente c'era una bella differenza.

Draco si alzò cercando di non svegliarla e andò in cucina per prepararsi un tè. Stranamente, aveva dormito beato senza bisogno di pozioni. Ci stava ancora riflettendo su, quando si rese conto che doveva andare di corsa per consegnare un compito che ovviamente era a casa sua. Scrisse un messaggio su un foglio trovato per caso su uno dei tavolini, chiedendo alla Granger di passare nel pomeriggio in negozio per controllare la cicatrice, e di fretta lasciò quella casa, prima di chinarsi sulla riccia e fare qualcosa di stupido e non appropriato al loro genere di rapporto.

Essere mago aveva i suoi vantaggi, e lui lo aveva sempre saputo. Draco uscì quindi dalla casa della grifona e si infilò in una stradina laterale per smaterializzarsi direttamente nel suo attico. Non ebbe tempo di analizzare in maniera approfondita la situazione: da quando era in terapia cercava di limitare l'uso della magia, che in qualche modo era tornata prepotentemente in lui.

Prese i suoi appunti e il compito e dopo aver controllato che tutto fosse in ordine e aver indossato qualcosa di consono per la facoltà che frequentava – perché diamine, era pur sempre un Malfoy! – si smaterializzò nei pressi dell'ufficio del suo professore di chimica inorganica.

Quell'uomo gli ricordava tremendamente Piton, anche se non vestiva di nero e aveva i capelli ricci e castani. In un certo senso era cinico ed esigente con gli studenti, come il suo padrino, e credeva che pure a lui non piacessero affatto i ragazzi, anche se in fondo erano degli universitari.

Draco bussò alla porta del professore, che rispose con un avanti secco. L'uomo lo guardò con fare annoiato.

«Malfoy, è in ritardo di due minuti.»

Draco alzò un sopracciglio; sapeva che non poteva rispondergli in maniera tagliente e disse solo: «Mi scusi professore, ho trovato traffico»; detto ciò lasciò il suo compito sulla cattedra.

Il professore non batté ciglio e continuò a preparare il compito che probabilmente avrebbe dato ai suoi studenti quella mattina stessa.

«Malfoy, se le interessa potrebbe lavorare alla tesi con me, sempre se questo compito sarà all'altezza dei miei standard.»

Draco era senza parole: fare la tesi con lui significava avere un futuro garantito. Abbozzò un breve ringraziamento e uscì dalla stanza molto velocemente, prima di urlare dalla gioia, e siccome non aveva lezione si diresse verso il suo appartamento a piedi, senza usare la magia

Stava camminando per le vie di Dublino quando il suo cellulare prese a vibrare. Era un sms. Un sms della Granger. Il suo cuore perse un battito. Non poté evitarlo.

"Ho letto il messaggio, ma nel pomeriggio ho lezione e non posso mancare, e stasera vado con amici a un pub dove fanno musica dal vivo. Semmai ci vediamo domani. Ma stai tranquillo, oggi niente emicrania o sensazioni strane. Granger"

Draco stava per risponderle okay quando le sue dita composero tutt'altro messaggio.

"Preferirei constatare di persona, Granger, dopo ieri non mi fido delle tue sensazioni... Quindi dov'è questo pub? Ci vediamo lì? Malfoy"

Continuò a camminare, anche se fremeva nell'attesa di una risposta da lei. Non sapeva cosa aspettarsi; quella ragazza era imprevedibile, in quel momento più che mai.

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