"Sei asociale, non sorridi mai.."
Probabilmente lo pensano tutti quelli che hanno a che fare con me, ma me lo dicono solo in pochi.
Perché mi ferisce?
Perché "asociale" è una parola davvero brutta, che non tiene conto della sensibilità dell'individuo, del suo carattere, dei suoi pensieri.
Mi dicono asociale, quando evito le persone semplicemente per timidezza, o perché non mi trovo bene con la maggior parte della società di oggi, con pochi valori e tanti falsi eroi.
Mi dicono asociale, come se fosse un difetto è non un tratto della mia personalità.
Non mi piace stare in mezzo alla folla, amo stare per conto mio. Allora?
È qualcosa di cui vergognarsi, qualcosa da deridere, un motivo per denigrare? È uno sbaglio la riservatezza?
Forse sono "asociale" perché credo nel detto "meglio pochi ma buoni" e odio la falsità, perché non ho ancora trovato amici giusti e non ho interesse a correre gli altri solo per apparire più socievole o espansiva.
Forse non sorrido e non esterno mai i miei sentimenti, ma quelle poche volte che mostro un sorriso lo faccio in maniera sincera e sentita e dentro di me nascondo infinite sensazioni ed emozioni. Le persone asociali, spesso, sono quelle su cui nessuno si sofferma e che nessuno prova a capire o a conoscere.
A monte di ciò, dopo le prime volte in cui queste parole hanno avuto il potere di ferirmi, ho imparato ad accettare me stessa per come sono, ad apprezzarmi così come sono, indipendentemente da come mi vedono gli altri.
Il parere che gli altri hanno di noi non determina chi siamo davvero e non deve avere il potere né di farci del male né di influenzarci.
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Il potere delle parole [libro di condivisione]
AcakCon questo libro vorrei intraprendere una iniziativa di condivisione, sarà difficile da leggere e sarà anche molto difficile scriverlo.. ma spero che nasconda un bel messaggio. Si condivideranno frasi che hanno ferito, che faranno riflettere su com...