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Lya

La prof volle parlare con mio padre e ci portò in una classe vuota. Ax insistette per restare accanto a me e io gli diedi il consenso, avevo bisogno di supporto.. gli sguardi omicidi che mi tirava mio padre in quel momento non erano niente  in confronto a quelli che tirava ad Ax.
La prof mostrò il livido che avevo in faccia, lui ascoltò tutto con attenzione e io provai a giustificarmi con la scusa del palo. La prof sembrò crederci a differenza di Ax e ci lasciò tornare a casa. Errore più grande.
Mio padre si infuriò di brutto, stava dando di matto.

"Brutta puttana lo hai fatto apposta eh? Volevi saltare le lezioni oppure mi volevi far beccare ammetilo!" Più furioso che mai si tolte la cintura e mi portò in camera con se.

Lo faceva più volte a settimana, lui diceva che era la mia punizione per essere viva al posto di mia madre.
Ogni giorno comparivano nuovi lividi sul mio corpo e nuovi tagli sui miei polsi.
Il giorno dopo avevo educazione fisica e mio padre si rifiutò di farmi l'esonero. Pessima scelta.
Eravamo in palestra, stavamo giocando a pallavolo e i capelli mi andavano continuamente in faccia ed essendo molto lunghi decisi di legarli in una coda alta.
Ax era nella squadra avversaria, da quanto avevo fatto la coda non smise mai di guardarmi. Che cosa voleva? Una foto?!
Mi sentivo osservata continuamente e alla fine della lezione, nonché ultima ora, prima di entrare nello spogliatoio Ax mi disse di aspettarlo per uscire insieme.
Era la prima volta e pensai "wow Axel, Proprio quel Axel vuole farsi trovare in giro con una sfigata come me". Mi lavai velocemente, per paura di farlo aspettare troppo. Una volta uscita dallo spogliatoio andai all'entrata principale.
aspettai all'incirca mezz'ora, lì immobile come una deficiente ad aspettare qualcuno che non sarebbe mai arrivato. Le lacrime abbandonavano il mio volto, Delusa tornai a casa. me l'aveva fatta! Io come una stupida ci ero cascata complimenti. Entrai in casa con il cuore pesante, Stranamente trovai mio padre in cucina, aveva un bicchiere in mano e puzzava di alcool. Sapevo già cosa mi aspettava.

"Tu brutta puttana! È da mezz'ora che ti aspetto! Fila in camera tua e aspettami lì. Ti farò urlare fino a farti pentire di essere viva al posto suo"

Corsi in camera e chiusi a chiave la porta. Avevo una grande paura.
Agii di impulso, presi l' iPad, cuffiette, caricabatterie e uscii dalla finestra.
La mia stanza era a circa 15 metri dal terreno e dovetti passare dalla porta d'ingresso sfuggendo a mio padre per un soffio. per fortuna avevo un bosco vicino a casa mia.
Iniziai a correre appena sentii le urla di mio padre. Purtroppo Non avevo dei vicini, non a tutti piace abitare in mezzo al nulla.
Corsi il più velocemente possibile, le lacrime mi appannarono la vista, colpii qualcosa e caddi a terra.
Mi asciugai gli occhi con le maniche della felpa sporche di terra e dopo essermi girata indietreggai fino a toccare il tronco di un albero.

"Ti prego non farmi del male"

Il Mio Lupo La Mia CriptoniteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora