Ch 8

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Keith camminava sulla sabbia bollente, tenendo abbastanza in alto la scatola di carta con la piccola torta che aveva comprato.
Era un semplice pandispagna al cioccolato, con crema chantilly... avrebbe voluto prendere qualcosa di più elaborato ma... non era sicuro di cosa piacesse a Lance, quindi si era buttato su qualcosa di semplice.
Arrivato alla barriera di scogli, si dovette ingegnare per far passare il contenitore di lì, ma ce la fece.
C'era un po' di brezza e il mare si muoveva assonnato.
Oltre a lui non c'era nessuno.
Forse era arrivato troppo presto? Erano le due e mezza...
Forse Lance era ancora a pranzo...
Camminò lungo la riva, alzando la sabbia con i piedi.
Era piuttosto bianca... era lo sfondo perfetto... contrastava magnificamente con la pelle del cubano.
Scosse la testa; ma cosa pensava?!
Doveva cercare di togliersi di testa ogni possibile attrazione a quel ragazzo!
...non aveva chance in fondo...
Si voltò ed iniziò a camminare verso il passaggio tra gli scogli: sarebbe ritornato tra qualche ora, così avrebbe trovato Lance.
Ma qualcosa lo bloccò.
Vide rotolare una palla da volley sulla spiaggia.
Si avvicinò alla palla e ne seguì la traiettoria sulla sabbia, era arrivata da dietro uno scoglio, dalla vecchia cabina in cui Lance gli aveva detto che teneva tutto l'occorrente per pescare.
Si era aperta e la palla era rotolata via. La prese con la mano libera, deciso a metterla a posto.
Camminò a fatica nella sabbia e girò attorno allo scoglio.
Quando stava per conpletare il giro, vide qualcosa di celeste e luccicante sulla sabbia bianca.
Spuntava da dietro lo scoglio, e si muoveva ritmicamente.
Sgranò gli occhi.
Era quello che pensava che fosse?
Appoggiò la palla e la torta poco distante, poi si mosse cautamente, cercando di non far rumore.
Quella era una pinna. Ne era sicuro.
E non poteva essere di un pesce tropicale, era troppo grossa! Non poteva essere nemmeno di uno squalo, perchè troppo colorata.
Doveva appartenere al tritone.
Con uno scatto si sporse e lo vide.
Un tritone, con corti capelli bianchi e una coda azzurro-celeste.
Aveva gli occhi chiusi e pareva stesse ascoltando musica... da un mp3?
Si mise in ginocchio e osservò meglio il suo viso.
Era senza parole. Non solo per aver trovato finalmente la prova che il tritone era vero... ma anche per il fatto che quel tritone era Lance.
Aveva la salivazione azzerata.
Cosa doveva fare? Adesso sapeva la verità.
Doveva andarsene e far finta di nulla? O doveva svegliarlo e parlarne?
Da una parte aveva paura di lui adesso... era una creatura marina... che molto probabilmente, come nella mitologia, cantava e faceva abissare le navi... e molto probabilmente si cibava di esseri umani...
Ma dall'altra... era pur sempre il Lance che aveva conosciuto... e di cui si era innamorato...
La seconda ebbe il sopravvento su di lui, scosse leggermente la coda del tritone. Era liscia e viscosa, faceva un po' ribrezzo al tatto.
Il tritone aprì gli occhi, di quel familiare celeste e lo scrutò, come se non riuscisse bene a metterlo a fuoco.

  - Lance...?- mormorò piano Keith -Sei... sei il tritone?-

A quelle parole la creatura sgranò gli occhi, rendendosi conto della situazione. Con la mano semi-palmata, alzò la sabbia, che andò a finire diritta negli occhi dello scrittore.
Strizzò gli occhi e sibilò di dolore.
Intanto il tritone gli saltò addosso e avviluppò metà del suo corpo con la coda. Con una mano gli bloccò un polso e con l'altra gli spinse il viso indietro, impedendogli di vederlo.
A Keith bruciavano gli occhi e in più, la coda dell'altro lo stava stritolando.

  - Non ti voglio far del male!- riuscì a borbottare.

  - Lo so...- il cubano aveva la voce ridotta a un sibilo, ed era leggermente spezzata -Ma... mi hai visto... così...- si mordicchiò il labbro con i dentini appuntiti -Non... non avresti dovuto vedermi così...-

  - E perchè?- si sforzò di sorridere -Sei bellissimo...-

Lance arrossì e tolse la mano dal viso dello scrittore -Non... non è quello il punto...- borbottò leggermente in imbarazzo -È che... questo non sono io...-

  - Cosa vorresti dire?-

Gli lasciò andare il polso e srotolò la coda -Io ero umano... fino a pochi anni fa...- sfiorò un bracciale avvolto alla pinna terminale.

Il suo corpo iniziò a deformarsi e i suoi capelli a tornare castani. Era di nuovo lui, l'umano che Keith aveva conosciuto.
Il bracciale... era la cavigliera...

  - Cosa significa tutto ciò?- il moro era a dir poco scobussolato.

  - Non voglio dirtelo.-

  - E perchè?-

  - Ti metterei in pericolo...-

Keith lo spinse a terra e lo afferrò per la canottiera -Sono stufo di tutti questi misteri! Se vuoi che rimanga tuo amico, devi dirmi cosa sta succedendo!-

Lance aggrottò le sopracciglia -Io voglio proteggerti!-

  - E io voglio salvarti!-

Forse gli aveva urlato un po' troppo forte, perchè Lance si mise a piangere.

  - S...scusa...-

  - Sei un idiota.- si asciugò le lacrime -Sei solo un umano idiota... proprio come lo ero io quando ho deciso di prendere il suo posto!-

  - Il posto... di chi?-

Lance sospirò e si arrese -Quando ero umano... ho trovato una sirena in questa baia... era... bellissima... me ne innamorai...- guardava a terra -...ma lei era prigioniera di uno stregone del mare... volevo liberarla... ma non avevo il coraggio di affrontare lo stregone... quindi mi sostituii a lei...-

  - In che senso?-

  - Mi diede questa cavigliera... ha una parte della sua magia... lo stregone è cieco... vede solo l'aura delle persone...-

  - Quindi... per lui... tu sei quella sirena?-

Annuì brevemente. Keith lo lasciò andare e lui si mise seduto.
Era una storia incredibile, ma Keith ci credeva, soprattutto dopo ciò che aveva visto.

  - Quella è una torta?- Lance guardò la scatola poggiata poco più in là.

  - Uh... sì... l'avevo comprata per te... per scusarmi di ieri...-

Il castano rise appena -Beh... grazie...-

  - Lance...-

I loro occhi si incontrarono.

  - So già cosa stai per dire... è una pessima idea.-

  - Non mi interessa...- gli afferrò le mani -Io ti salverò.-

  - Non ti lascerò sostituirti a me!- allontanò da lui la gamba con la cavigliera.

  - No... affronterò lo stregone.- sorrise sicuro con un baluginio eroico negli occhi.

  - Questa idea è anche peggiore.- sospirò Lance.

Ormai era improbabile fargli cambiare idea.





Ps. Meglio tardi che mai!😂
Sono nel pieno degli esami, ma ce l'ho fatta a pubblicare qualcosa! Yay!

Klance - Il principe granchioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora