26 - Just one year

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*Dal capitolo scorso*
<Una visita ginecologica, dobbiamo controllare che non ci siano emorragie o ulteriori danni alla placenta> spiega.
<Oh, d'accordo> annuisce lui.

— — — — — —

Harry's pov
19:03

<Che fai qui fuori?> mi chiede Debby notandomi seduto nelle scomode sedie della sala d'attesa del reparto.
<Visita ginecologica, non mi hanno lasciato entrare> borbotto.
<È successo qualcosa?> chiede preoccupata.
<Non so ancora> sbuffo.
<Vedrai che andrà tutto bene> dice con un sorriso posandomi una mano sulla spalla.

Ricambio il sorriso poi Debby deve tornare al lavoro e io rimango seduto ad aspettare.

19:21

<Harry> mi chiama il dottore uscendo dalla stanza.

Alzo la testa di scatto e lo trovo davanti la porta.

<Tutto bene?> chiedo avvicinandomi a lui.
<Pensavo di essere stato chiaro quando ho detto che Julie non si deve stressare> dice con tono scocciato.
<A me sembra così spensierata... Davvero sto facendo di tutto per non farle pesare nulla in nessuno modo> dico confuso.

È sempre così felice e sorridente, sembra che la parola stress non rientri nemmeno nel suo vocabolario quando siamo insieme... Non capisco.

<Beh continua ad essere stressata. Molto meno rispetto a prima, ma lo è ancora> borbotta.
<Non capisco perché>
<Abbiamo parlato. È molto preoccupata per te Harry. Dice che sei sempre molto stanco e che finisci per addormentarti ogni volta che vieni a trovarla. Vuole sapere cosa ti succede> spiega.
<Oh... È preoccupata per me. Dio è sempre colpa mia!> dico sentendomi in colpa.
<Dovete parlare. Tenere Julie all'oscuro di tutto per evitarle di causarle stress è ancora peggio che dirglielo. Non sono uno psicologo ma sono sicuro che se tra di voi ci sarà trasparenza su ogni cosa, i problemi sembreranno minuscoli affrontati insieme. Non è necessario che te ne faccia carico da solo, Harry> dice il dottore portando una mano alla mia spalla.
<Parleremo>
<Bene... Ora però parliamo di cos'è successo> dice, tornando al motivo principale per il quale stiamo parlando davanti la porta della camera di Julie.
<Mi dica>
<È stata una piccolissima emorragia dovuta al lieve distacco della placenta. Non c'è stata molta perdita e si è fermata da sola quasi subito ma è comunque stato un bello spavento per tutti> spiega.
<Quindi insomma anche i bambini stanno bene?> chiedo.
<Voglio essere sincero con te: il distacco della placenta è una cosa che non si può sistemare. Non possiamo pretendere che con un po' di riposo torni com'era prima. Julie dovrà stare a letto fino al termine della gravidanza o c'è un rischio molto alto che con un'ulteriore distacco voi possiate perdere i bambini> dice serio.
<Non esiste. Julie riposerà e noi avremo i bambini. È così che deve andare> dico convinto.

Al solo pensiero di non poterli stringere tra le mie braccia da qui a qualche mese mi sento trafiggere il cuore.

<Non posso assicurarti che andrà così perché la situazione è incerta, ma noi faremo tutto il possibile> dice il dottore.
<Grazie> sussurro.

Lui si allontana e io mi ritrovo in piedi davanti la porta della stanza di Julie a sospirare.

Trasparenza.
C'è bisogno di trasparenza.
E trasparenza sia.

Entro lentamente vedendola stesa a letto con una mano sul pancione intenta ad accarezzarlo dolcemente.
Mi scappa un sorriso che non riesco a trattenere nonostante io sappia benissimo che ciò che le sto per dire non la farà sorridere per niente.

<Hey> sussurro sedendomi al suo fianco.
<Hai parlato con il dottore?> mi chiede.
<Si...>
<Harry devi dirmi cosa ti passa per la testa... Tenermi all'oscuro non mi salverà dal preoccuparmi. Lo vedo senza che tu me lo dica che c'è qualcosa che non va> sussurra portando una mano al mio viso in modo da instaurare un contatto visivo.

Sospiro combattuto.
Non voglio ma devo dirglielo.

<Già sai che sono riuscito a posticipare l'uscita del disco e del tour perché non volevo che tu rimanessi sola con i bambini appena nati... Ma adesso siamo qui, tu devi rimanere a letto fino al termine della gravidanza e, anche se so che ti piace essere indipendente, hai bisogno di me. Ho chiesto al management se potessimo fare qualcosa per gestire il tutto in modo che io potessi rimanere con voi fino a che tu ti sentissi pronta per occuparti dei bambini da sola> spiego.
<Continua> dice decisa.
<Hanno detto che l'unico modo è quello di mettere in pausa gli One Direction> sospiro.
<In pausa?> chiede confusa.
<Hanno pensato di far uscire il disco in ogni caso e di prenderci una sottospecie di anno sabbatico e poi tornare con un tour mondiale. Sono sicuri che lasciando le cose in sospeso le fan continueranno a seguirci perché aspetteranno con ansia che noi torniamo ad essere attivi per partire con il tour>
<Non esiste! Harry, questo è il tuo sogno! Non puoi abbandonarlo così. Hai lavorato così tanto sul disco che deve uscire, non puoi lanciarlo sul mercato così senza dargli l'importanza che merita> dice alterandosi un po'.
<Julie... Questo era il mio sogno> dico marcando la parola era.
<Perché?>
<Perché adesso il mio sogno siete tu e i bambini. Il mio sogno è la mia famiglia> confesso.
<Ma non è il sogno dei ragazzi> borbotta.
<Non lo è ma lo capiscono. Ne abbiamo parlato tanto e sono d'accordo per prenderci questo anno di pausa. Abbiamo girato come trottole per quattro anni, siamo tutti stanchi e sapevamo che prima o poi avremmo avuto bisogno di fermarci per un po'. È solo un anno, ci sono star molto più famose di noi che si prendono molto più tempo>
<Harry, per quanto vorrei chiederti di rimanere con me per sempre e non andartene mai, ti concedo un solo anno. Dodici mesi contati, non un giorno in più e non uno di meno, e poi tornerete al lavoro. Non voglio che il vostro sogno muoia per colpa mia>
<Un anno>
<Promettimelo> dice guardandomi negli occhi.
<Te lo prometto> sussurro.

Rimaniamo in silenzio per un po' sorridendo appena.

<Per questo motivo non dormi?> chiede poi.
<No> sussurro.
<Perché Harry? Devi dirmelo per favore>
<Perché fa freddo a casa senza di te. Il nostro letto è freddo e tu, voi siete distanti. Non posso rimanere qui la notte per assicurarmi che vada tutto bene e, nonostante io rimanga con voi tutto il giorno, quando torno a casa da solo mi sale il panico. Se dovesse succedervi qualcosa mentre sto dormendo e non vi raggiungessi in tempo? Io non ci riesco. Non riesco a dormire così> dico tutto d'un fiato, liberandomi di un enorme peso.
<Harry sono in un ospedale. Sono controllata ventiquattr'ore su ventiquattro, cosa pensi che possa succedermi?> dice accennando un sorriso.
<È solo che... Dio, non voglio perdervi. Siete tutta la mia vita adesso> dico lasciando che alcune lacrime mi righino il volto.
<Andrà tutto bene Harry. Stai tranquillo> mi rassicura lei asciugandomi le guance.
<Vi amo troppo per lasciarvi andare> confesso.
<Anche noi Harry. Ti amiamo troppo anche noi> sussurra prima di baciarmi dolcemente.

I'm having your baby, it's none of your business { H.S }Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora