Capitolo 6 - Levy

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Non penso serva più dirvi nulla, vi lascio a Levy.
Buona lettura.


Era chiusa nel bagno, cercando di processare tutti gli avvenimenti che erano accaduti durante la giornata e nell'ultimo periodo.

Guardò il suo riflesso allo specchio, la schiuma del dentifricio le sporcava le labbra mentre spazzolava i denti su e giù con movimenti lenti e ripetitivi. Dopo essersi sciacquata la bocca si asciugò con l'asciugamano e già nel suo pigiama diede un ultima spazzolata ai capelli blu disordinati.
Non c'era niente da fare con loro, era sempre una battaglia persa in partenza.

Sapeva che al di là della porta ci sarebbe stato Gajille ad aspettarla, che avrebbe dormito con lui quella notte, nello stesso letto.
Le si rovesciò lo stomaco, era possibile provare tanta ansia per qualcosa di così banale?
Forse si, la loro relazione in fin dei conti era complicata, era iniziata nel peggiore dei modi e al solo pensarci ancora oggi aveva i brividi.
Lui sembrava un'altra persona, l'aveva picchiata, malmenata e appesa ad un albero come un volantino sciupato.
A pensarci non riusciva neanche a capire come avesse potuto fare una cosa simile, lui a cui ora affiderebbe la vita.
Erano successe tante altre cose però in seguito, lui era cambiato, era diventato un compagno, l'aveva protetta, salvata, era stato picchiato al suo posto, avevano combattuto assieme, si erano guardati le spalle a vicenda, avevano sviluppato una complicità tale che nemmeno lei si sapeva spiegare.

Lei si era innamorata, totalmente, follemente di lui. Ed ora era lì, con soltanto una porta e pochi passi a dividerli.

Si sistemò la canotta del pigiama, ringraziando di averne portato uno discretamente carino.
Tastò il suo seno poco sviluppato e si abbatté moralmente un pochino a riguardo, non poteva avere le forme della sua amica Lucy?

Finalmente prese coraggio e decise di uscire da quel bagno, che era diventato il suo porto sicuro da quando si era ritrovata a convivere con Gajille in quelle quattro pareti della stanza da letto.

- finalmente sei uscita nanetta, pensavo fossi svenuta lì dentro - ghignó il dragon slayer osservandola intensamente, mentre buttato sul letto leggeva uno dei suoi libri.

Sotto quello sguardo fermo si ritrovò ad arrossire fino alle punte dei capelli -quante volte ti ho detto di non chiamarmi così - si lamentò guardandolo storto.

- puoi lamentarti quanto vuoi, non cambierà nulla -

Voleva ribattere, ma lasciò perdere la questione e si lanciò sul letto a fianco a lui rubandogli il libro.

- questo è mio intanto! Chi ti ha dato il permesso? -

- a me il permesso non serve -

- ci puoi scommettere se vuoi anche solo sperare di sapere come finisca -

Si stavano osservando divertiti con aria di sfida, vicini, quasi da sentire i rispettivi respiri. Ringraziò sè stessa di aver lavato i denti poco prima.
Gli stava sventolando il libro sotto al naso quando lui con una rapidità incredibile le si scaraventó addosso e se lo riprese.
Levy stesa sul letto si ritrovò con gli occhi puntati su Gajille, che la fissava sornione e vittorioso dall'alto, mentre lei si sentiva sempre più piccola, incastrata tra le gambe di lui.

Era sempre stato così grande, imponente e dannatamente bello?

- ti ho detto che a me, il permesso, non serve. Ghi-hi -

Si sentì improvvisamente mancare l'aria, avrebbe voluto rispondergli, battibeccare, reagire e invece restava li, imbambolata, innamorata, a guardarlo.
Poi un urlo di una donna spezzò l'elettricità e la tensione di quel momento, proveniva dal corridoio.

[ Fairy tail ] Quando il fuoco non scotta Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora