S come SANGUE

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Uno, due, tre pugnalate sulla schiena. La donna si dimenava mentre l'uomo sopra di lei cercava di colpirla nuovamente.
Il sangue macchiava la camicia e poco a poco colava verso la parte bassa del corpo.
-Ti prego, basta.- la voce strozzata della donna veniva assopita dalla musica presente nell'abitazione.
-Potrei, ma è così divertente.-butta a terra il coltello e tira su la bianca camicia.
-Se solo tu potessi vedere il sangue... Oh ma sì che puoi.-riprese in mano il coltello, si alzò dalla donna, la fece alzare e senza pensarci molto le fece un taglio poco lontano dal polso. Non la voleva uccidere, non ancora.
-Guarda. Guarda come è di un bel rosso vivace.-annusò il liquido rossastro sotto gli occhi sconvolti della donna.
-E che profumimo- poi leccò velocemente godendo grazie al gusto metallico.
-Dai prova.-
-N...No grazie.- disse lei ancora sconvolta.
Le ferite continuavano a fare male, mentre sfregavano contro la fabbrica della camicetta.
-Perché no? È gustoso.- gli occhi famelici si soffermarono sul collo, l'uomo si leccò le labbra al solo pensiero che, se attaccava la gola, sarebbe uscitl molto più sangue che dalle braccia, schiena e petto.
Ritornò sul polso, che poco a poco stava smettendo di sanguinare, osservava veloce la lama tagliente e, in pochi secondi si avventò sul collo della donna.
-Ora va meglio.- gli schizzi di sangue che fuoriuscivano dalla carotide gli sporcarono camicia e gilette.
La donna cominciava a perdere i sensi, non riuscì più a tenersi saldamente sulle braccia del carnefice che cadde a terra.
Chiese più volte perché? Ma l'unica risposta che riceveva era il silenzio,  rotto solamente dalla musica.
Una volta che la vita lasciò per sempre il corpo della giovane donna, l'uomo finalmente le rispose
-È divertente.-

Ciò Che Mi Viene In Mente Finisce QuiWhere stories live. Discover now