Sesto giorno

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Oklahoma City, Oklahoma



Louis si sveglia quando fuori è ancora buio. Riesce soltanto a concentrarsi sul pulsare assordante della sua testa, è così intenso che non riesce nemmeno ad aprire gli occhi. Cerca di capire cosa sia successo la notte precedente, mentre prova a distendersi in una posizione più comoda. E' ancora completamente vestito, indossa le scarpe ed è disteso su qualcosa di morbido.

Apre le palpebre lentamente soltanto perché sente la necessità di bere un po' d'acqua e prendere un antidolorifico il prima possibile. Alza la testa quel tanto che basta per vedere che è sdraiato in diagonale sul letto ancora fatto della loro camera d'hotel. La sua mente pensa immediatamente a tutti i germi presenti sul copriletto, colpa di Harry che gli ha messo in testa questa fissa, tuttavia al momento non riesce a preoccuparsene.

Incespica fino al bagno tenendo una mano sulla fronte per evitare che la sua testa esploda e beve dal rubinetto fregandosene dell'acqua che gli scorre sul mento e gli bagna la maglietta. Si asciuga la faccia con l'avambraccio e va alla ricerca di una pastiglia per il mal di testa che ha messo da qualche parte all'interno della sua borsa.

Anche il riccio è steso sopra al suo letto, indossa solamente i calzini e un paio di boxer, la bocca aperta mentre russa dolcemente. Louis capisce di essere ancora ubriaco quando non si accorge  che Harry sta russando, e quando non si ferma neanche per un secondo ad ammirare le sue gambe infinite e la sua ampia schiena. Prende le pillole senza bere un goccio d'acqua e si spoglia rimanendo in boxer, prima di gattonare sul letto e seppellire la faccia nel cuscino. Spera di non svegliarsi per i prossimi quindici anni.


*


"Cazzo, cazzo, cazzo, cazzo." la voce bassa di Harry si fa strada nella sua testa ed è costretto ad aprire gli occhi per vedere cosa sta succedendo.

"Cosa c'è?" domanda con un filo di voce particolarmente roca, la testa gli fa meno male ma il suo stomaco continua ad agitarsi.

Harry è seduto sul bordo del letto ancora mezzo nudo mentre si tiene la testa tra le mani, alza quindi lo sguardo su di lui con gli occhi gonfi e rossi. "Sono le 10.30, cazzo."

Louis chiude di nuovo le palpebre, non è dell'umore adatto per affrontare i drammi mattutini del riccio. "E' un problema?" chiede semplicemente.

"Sì!" risponde il riccio esasperato e Louis riesce ad immaginare i suoi occhi inceneritori che lo fissano sconvolti. "Dovevamo partire ed essere in strada alle otto."

Alza gli occhi al cielo prima di ricordarsi che li ha chiusi e che il riccio non lo può vedere compiere quel gesto. "Troppo tardi ormai."

Harry sospira scocciato, come se volesse mettersi ad urlare da un momento all'altro, poi ad un tratto diventa silenzioso. Louis lo sente attraversare la stanza per poi entrare in bagno e chiudere la porta sbattendola dietro di sé, facendogli riaffiorare un tremendo mal di testa. Si tira le coperte fin sopra la testa ed emette un gemito schifato quando sente il ragazzo vomitare dall'altra parte della stanza. Questo non migliora di certo il suo malessere. Richiude gli occhi, promettendosi che non berrà mai più un drink di colore rosa. Anzi, non berrà mai più da una noce di cocco. Non berrà mai più niente che contenga anche una sola goccia d'alcol, se ciò significa non dover mai più ascoltare i conati di vomito di Harry.


*


Una volta che Harry si è ripreso, decide di farsi immediatamente una doccia per svegliarsi, seguito subito dopo da Louis, l'acqua calda fa miracoli e riesce a riportarlo in vita. Si sente decisamente meglio dopo essersi lavato e dopo aver indossato un paio di pantaloncini di jeans e una maglietta, lasciando i capelli bagnati ad asciugarsi in modo disordinato. Ha voglia di mangiare un piatto pieno di schifezze super caloriche, ma prima devo lasciare la stanza e fare il check-out.

Walk That Mile // Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora