Capitolo 11

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"Scusa, ho perso il mio numero di telefono. Non è che mi daresti il tuo?"
Magnus alzò gli occhi al cielo. Si era recato da Starbucks per starsene tranquillo, ma quella era l'ennesima battuta d'abbordaggio che gli veniva rivolta nel giro di un'ora. Cosa doveva fare, uno, per starsene un po' in pace?
Scosse la testa con veemenza, senza nemmeno degnarsi di guardare in faccia la proprietaria di quella vocetta acuta, e continuò a fissare il frappuccino davanti a sè, giochicchiando con la panna con la cannuccia.
Bevve una sorsata della sua bevanda e, nel frattempo, diede anche un'occhiata all'orologio. Stava aspettando Izzy da una mezz'ora buona, ma della ragazza neanche l'ombra. Dove diavolo si era cacciata?
Attendere l'amica non gli sarebbe pesato tanto se non fosse che, quella mattina, Starbucks sembrava invaso da un'orda di invasati che ce l'avevano con lui! La cosa buffa era che non era nemmeno al cento per cento del suo splendore. Indossava una semplicissima t-shirt e un paio di jeans, ma questo non sembrava scoraggiare i vari pretendenti.
Un ragazzo vestito di tutto punto si fermò davanti a lui. "Credi nell'amore a prima vista o devo passarti davanti una seconda volta?" chiese, posandosi al tavolino.
Magnus alzò gli occhi e il ciuffo del nuovo arrivato per poco non gli fece sputacchiare il frappuccino sulla sua camicia: sembrava fosse stato leccato dal cane bavoso con cui Max aveva stretto amicizia una volta sbarcati a New York.
Si schiarì la gola e si sforzò di non essere scortese. "No, non ci credo, ma, anche se esistesse, sono estremamente sicuro che riuscirei a riconoscerlo se ce l'avessi davanti." rispose, abbassando lo sguardo per dedicarsi al suo cellulare, nella speranza di liquidarlo senza ulteriori ciance.
Con gli occhi incollati allo schermo del telefonino, stava cercando la cannuccia con la lingua quando una voce incerta si palesò al suo fianco. "Se ti dicessi che sei assolutamente meraviglioso, lo prenderesti come un insulto?"
Magnus ne aveva abbastanza. "Ok, è uno scherzo?" chiese, posando con forza il frappuccino sul tavolo ed alzando nuovamente lo sguardo sul nuovo sconosciuto. Che tanto sconosciuto non era, visto che si trattava del cameriere del bar. "Avete fatto una scommessa a chi mi rimorchia per primo? Eh.. Richard?" chiese, adocchiando la targhetta con il suo nome.
Una risata sbarazzina si materializzò dietro di lui e l'uomo si girò, sorpreso.
"Scusa, ma non ho saputo resistere." ridacchiò Izzy, dando una pacca sulla spalla al cameriere. "Grazie Richard! Mi porti un Flat White per favore?"
"Sì, signorina." rispose il ragazzo, arrossendo, soddisfatto per il ringraziamento e il tocco della giovane.
"Cielo sei come il miele per le api!" sorrise Izzy, baciando l'amico su un guancia. "Due spasimanti nel giro di pochi minuti! Come diavolo fai?" chiese, sedendosi di fronte a lui.
"Sono bellissimo." rispose Magnus, scrollando le spalle con fare ovvio. "Ci sono abituato."
Izzy rise e gli rubò un sorso del suo frappuccino. "Per l'angelo! E' puro zucchero!" esclamò, nauseata.
"E' buonissimo." la rimbeccò oltraggiato l'uomo, riprendendosi la sua bevanda.
La ragazza scosse la testa ed incrociò le braccia, appoggiando i gomiti sul tavolo. "Allora, per cosa avete litigato questa volta tu ed Alec?"
"Come sai che abbiamo litigato?" chiese Magnus, sorpreso.
"Il tuo messaggio era piuttosto eloquente e.. oh, grazie Richard." rispose Izzy, interrompendosi per ringraziare con un sorriso il cameriere che gli aveva servito l'ordine.
"Ma ti ho semplicemente chiesto se andavamo a fare shopping!" esclamò Magnus, una volta che il ragazzo se n'era andato.
"Io riesco a capire anche i sottintesi." rispose Izzy, compiaciuta, evitando di dirgli che Cat le aveva fatto la soffiata. "Allora che è successo questa mattina?" lo sollecitò.
Magnus fece spallucce. "Ho sbirciato i documenti di una causa e si è arrabbiato."
"Oh Magnus." sospirò la ragazza, scuotendo la testa e guardandolo con fare paternalistico.
"Cosa?" chiese l'uomo, allargando le braccia. "Ho solo dato un'occhiata, per Lilith!"
"L'ultima volta che uno stagista si è permesso di leggere un fascicolo, che non avrebbe neanche dovuto toccare, Alec l'ha fatto piangere." gli confidò, sporgendosi verso di lui. "E non in senso figurativo. Lacrime vere e copiose!"
Magnus la guardò, scettico. "Ma per favore!"
"Ti giuro!" annuì freneticamente la ragazza. "Piangeva così tanto che temevo gli sarebbe venuta una crisi isterica da un momento all'altro!"
Magnus rise, scuotendo la testa. "Notevole il fratellone." replicò.
Izzy sorrise, scrollando le spalle. "Alec ci tiene a fare le cose per bene e si arrabbia quando la gente non rispetta le regole. Dura lex, sed lex. E tu hai infranto una regola." puntualizzò, battendo l'indice sul tavolo.
Magnus roteò gli occhi, sbuffando. I Lightwood erano davvero esagerati, santo cielo!
"So che può sembrare arrogante ed orgoglioso.."
"Non è che sembra."
"Sì, a volte lo è." concesse Izzy, sorseggiando la sua bevanda. "Ma c'è un motivo. Nostro padre non era affatto affettuoso con lui e il suo comportamento ha influenzato la personalità di Alec. Lo trattava duramente perchè diventasse il degno erede delle tradizioni e del patrimonio della famiglia Lightwood. So che non ha un carattere facile, ma cerca di comprenderlo."
Magnus tornò a giochicchiare, pensieroso, con il suo frappuccino. Izzy era la seconda persona, quella mattina, che gli diceva di andare oltre l'apparenza dell'irritante avvocato.
"Ah!" esclamò l'amica, alzando un indice per attirare la sua attenzione. "Gli piace quando una persona riconosce i propri errori." gli suggerì, fissandolo.
Magnus sospirò. "Dopo gli chiederò scusa, va bene?"
"Bravo bambino." annuì la ragazza, terminando di bere tutto d'un fiato la sua bevanda. "Ok, andiamo a fare compere!" esclamò poi, battendo le mani contenta.
...
"Che ne dici di quelli?" chiese Izzy, riferendosi ad un paio di stivali posti dietro ad una vetrina.
Magnus guardò nella direzione indicata dalla ragazza. "No, troppo ordinari." sbadigliò annoiato, continuando a camminare a braccetto con lei.
"Cosa cerchi esattamente?"
"Non lo so." rispose Magnus, facendo spallucce. "Quando lo vedrò, lo saprò."
"Che ne dici se andiamo da Barney's e li facciamo impazzire, mettendogli sottosopra la boutique?" si illuminò Izzy, stringendosi di più a lui e posandogli la testa sul braccio.
Magnus le sorrise, grato, e le baciò una tempia. Apprezzava davvero molto i tentativi di quella deliziosa ragazza di tirargli su il morale.
Dopo la litigata con Alec, uscire e distrarsi, facendo shopping, gli era sembrata un'idea geniale. Rimpinguare il suo armadio era sempre stata una delle sue attività preferite, ma quella mattina gli sembrava tutto estremamente noioso. Anche se erano già entrati in cinque negozi, la frenesia tipica dell'acquisto compulsivo faticava ad entrargli in circolo e si sentiva apatico.
"A cosa pensi?" chiese Izzy.
"A perchè non facciamo sesso." rispose l'uomo, sorridendo.
Izzy ridacchiò. "Parla per te! Io non sono affatto in astinenza."
Magnus sbuffò, divertito. "Non dico in generale, ma in questo momento."
La ragazza lanciò un'occhiata alla strada gremita di gente. "Probabilmente perchè non è il posto adatto?" chiese sorridendo.
"Dolcezza, non intendevo nemmeno questo. Perchè tu ed io non facciamo sesso insieme?"
"Oh! Allora è sicuramente perchè non credo riusciresti a tenere il passo." rispose maliziosa la mora, dandogli una pacca sulla pancia e guadagnandosi uno sbuffo incredulo da parte dell'altro.
"No, ma fate pure con comodo." protestò una voce affaticata. "Vi siete forse dimenticati che io sono proprio qui?"
"Tranquillo, Spencer! Sei sempre nei nostri pensieri!" replicò Magnus, lanciando un'occhiata divertita al ragazzo che arrancava dietro di loro, carico di sacchetti, mentre il sorriso di Izzy si ampliava.
"Si può sapere perchè devo portare io tutta questa roba, mentre tu amoreggi con la mia ragazza?" borbottò Simon, spossato ed un tantino offeso di essere stato raggirato da Izzy quando gli aveva proposto una passeggiata insieme.
"Stuart, ne abbiamo già parlato tre negozi fa. Gli eventi di ieri sera mi hanno provato, ho bisogno di distrarmi e, soprattutto, di un ragazzo forte e robusto che mi aiuti a portare i miei acquisti." spiegò Magnus, sorridendo.
"Ma se non stai portando un tubo!" replicò Simon, che ormai aveva rinunciato a ricordare a quell'uomo come si chiamava veramente. "E non capisco perchè continui a posare le tue manacce su di lei." protestò piccato, indicando la giovane con il capo e lanciando ad entrambi un'occhiataccia che non sortì il minimo effetto.
"Non sto posando niente su di lei.. altrimenti ti assicuro che se ne sarebbe accorta!" esclamò Magnus, ammiccando alla ragazza.
Izzy rise di gusto, mentre il suo fidanzato lanciò un'occhiata tagliente all'uomo con la cresta.
"Sei la volgarità fatta persona, lo sai?"
"Dio, Sylvester, era una battuta!" rispose Magnus, alzando gli occhi al cielo. "Come fai a sopportarlo?" chiese poi, rivolto all'amica.
"Ha moltissime qualità." rispose Izzy, guardando il suo fidanzato con occhi innamorati e sorridendogli dolcemente.
Simon ricambiò e le scoccò un bacio volante, che la ragazza fece finta di acchiappare e che poi ricambiò.
Magnus osservò quello scambio amoroso, sentendosi improvvisamente il terzo incomodo. Lui non aveva mai avuto un rapporto simile con un'altra persona. Adorava la sua libertà, sia chiaro, ma, a volte, gli sarebbe davvero piaciuto avere qualcuno accanto che lo guardasse come si guardavano i due piccioncini lì presenti. Il problema era che non aveva ancora incontrato nessuno che potesse fare al caso suo. Cielo, al suo ultimo amico di letto piaceva urlare "Mamma ti amo!" ogni volta che arrivava all'orgasmo! Come poteva pensare di avere una relazione seria quando aveva a che fare con gente mentalmente instabile?
"Allora, andiamo da Barney's?" chiese Izzy, facendolo tornare alla realtà.
L'uomo annuì e ripresero a camminare, in direzione del lussuoso negozio.
"Ehi!" esclamò all'improvviso Simon. "Quella non è Clary?" chiese, indicando la ragazza dai capelli rossi che, al di là della strada, stava entrando dentro ad una farmacia.
"Credo di sì." rispose Izzy, dubbiosa, alzandosi sulle punte per guardare meglio.
"Sì, sì! E' lei!" confermò Simon, entusiasta, sistemandosi meglio i sacchetti sulle braccia e muovendosi per raggiungerla, seguito dagli altri due.
Aspettarono che il semaforo consentisse loro di attraversare la strada e di diressero davanti alla porta dietro cui era sparita la giovane.
Clary per poco non si lasciò scappare il sacchetto che aveva in mano quando, una volta uscita, si trovò il trio davanti a lei.
"Ciao Clary!" la salutò Simon con la mano, un grande sorriso ad illuminargli il volto.
"C-ciao." balbettò la ragazza, stringendosi il sacchetto al petto.
"Che bella coincidenza ritrovarci anche questa mattina! Sei in giro per commissioni anche tu?"
Clary annuì, tesa, lanciando occhiate guardinghe attorno a loro. Quando si rese conto di non avere nulla da temere, si rilassò un poco e sorrise al vecchio amico.
Era stata una sorpresa, la sera precedente, ritrovare Simon. New York era una città talmente popolosa che mai si sarebbe aspettata di incontrare nuovamente il suo amico d'infanzia, dopo tutti quegli anni di separazione.
"Però! Ne hai fatte di spese." ridacchiò piano la ragazza.
Simon scosse la testa. "E' tutta roba sua." esclamò stanco, indicando con la testa l'uomo dietro di lui.
"Ciao dolcezza. E' un piacere rivederti." ammiccò Magnus, baciandole il dorso della mano.
"Ciao Magnus." ridacchiò lusingata la ragazza. "E ciao.. Isabelle giusto?" chiese, dando la mano anche alla giovane che, se ricordava bene, era la fidanzata di Simon. "Come sta tuo fratello?"
"L'ho sentito prima. Gli fa ancora un po' male, ma non rischia di perdere il piede." sorrise Izzy. "E ti prego di scusare il suo comportamento di ieri sera!"
Clary rise allegramente, ma la risata le morì in gola quando si accorse della macchina nera che aveva appena accostato di fianco al marciapiede.
"Signorina Morgenstern." disse un uomo, scendendo dall'auto. "Suo padre la sta attendendo." la informò, tenendole aperta la portiera.
La ragazza sospirò e si limitò ad annuire. "Devo andare." disse, rivolgendosi agli altri. "E' stato bello rivedervi. Ciao!" li salutò, salendo poi in macchina.
"Che peccato che se ne sia già andata." esclamò Simon. "Però è simpatica non trova.. Magnus stai bene?"
L'uomo sembrava sul punto di svenire. "S-s-sì.. Deve.. deve essere il caldo." bisbigliò, continuando a seguire con lo sguardo la macchina nera che si allontanava sempre più da loro.
"Tesoro, vuoi che ci sediamo da qualche parte?" chiese Izzy, preoccupata.
Magnus scosse la testa, tentando di ritornare in sè. "No, tranquilla!" la rassicurò. "Barney's?" chiese, sorridendo debolmente.
La ragazza annuì e ripresero a camminare.
I due fidanzati iniziarono a parlare del più e del meno, ma la testa di Magnus era altrove.
Morgenstern. Era la figlia? O un semplice caso di cognome in comune?
Avrebbe indagato quella sera stessa, decise, guardando intensamente un ignaro Simon. Se, come era saltato fuori il giorno prima, i due si conoscevano fin da bambini, sarebbe stato facile spillare al ragazzo le informazioni che gli servivano. E sapeva già come fare.

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