"Alexander.." sussurrò Magnus, con aria preoccupata, mentre accarezzava la testa del figlio addormentato sulle sue ginocchia. "Per favore, vieni a sederti."
Alec lo ignorò, continuando nervosamente a fare avanti ed indietro, nella piccola saletta d'attesa dell'ospedale. Rafe era in sala operatoria da diverse ore ormai e nessuno si era ancora degnato di dir loro se l'operazione stava procedendo bene o meno. Non erano suoi parenti, questo era vero, né lui era il tutore legale del bambino, ma, per l'angelo, che qualcuno gli dicesse qualcosa! Qualsiasi cosa!
"Papi.. Rafe sta bene?" chiese Max, dopo essersi svegliato, mentre si strofinava gli occhi con il dorso della mano.
"Il dottore lo sta ancora operando, Mirtillo." gli rispose Magnus, sistemandogli i capelli con le dita.
"E quando finirà?" domandò il bambino, impaziente.
"Non lo so, tesoro."
Max sospirò profondamente, poi tornò a farsi cullare dal padre, abbracciandolo stretto.
Alec lo osservò: non glielo aveva ancora detto, ma era molto orgoglioso di lui. Il bambino aveva corso come il vento per arrivare a casa e far sì che i soccorsi si attivassero velocemente. Aveva spiegato al padre, in modo conciso, ma chiaro e preciso, cosa era successo e Magnus aveva chiamato subito il 911. Grazie al suo prezioso contributo, l'ambulanza era arrivata in breve tempo e Rafe era stato prontamente trasportato in ospedale.
La prognosi, però, era più grave di quanto si pensasse: il ragazzino aveva due costole rotte, il braccio fratturato ed un trauma cranico, con conseguente emorragia cerebrale, causato dalla botta in testa. Il dottore che lo aveva preso in cura, prima di entrare in sala operatoria, aveva detto loro che era un autentico miracolo che, in quel corpicino martoriato, il cuore battesse ancora. Alec sorrise appena al ricordo di come Max si fosse intromesso, tra gli adulti, sibilando "Non è grazie ad un miracolo, se è vivo. E' merito di Rafe!", mentre guardava il medico con un'espressione mortalmente seria.
"Rafe ce la farà, vero papino?" chiese Max, con voce flebile.
"Ma certo, scimmietta." lo rincuorò Magnus, baciandogli la testa ed appoggiando poi le guancia sulla sua fronte.
Alec sospirò, pronto ad andare a sedersi di fianco a loro, quando sentì dei passi concitati provenire dal corridoio. Jace arrivò come una furia nella saletta, ansando e sbuffando come una locomotiva.
"Per la miseria, che hai fatto?" gli chiese Alec, sorpreso.
"Ho.. ho corso!" ansimò il fratello, con aria trafelata e rosso in viso.
"Lo vedo." disse Alec, squadrandolo dalla testa ai piedi. "Perché?" gli chiese, sempre più curioso. "La signora Fray sta bene?" domandò subito dopo, preoccupato.
Jace annuì, alzando un indice per dirgli di aspettare, poi mise le mani sui fianchi ed inspirò ed espirò profondamente, piegando leggermente il busto e tossendo più di una volta.
"Non stai per sputare un polmone, vero?" gli chiese Magnus, alzando un sopracciglio, con un sorrisetto canzonatorio, mentre Max si rizzava, improvvisamente interessato ad una tale eventualità.
Jace liquidò entrambi con un'occhiataccia, poi tornò a guardare Alec. "Morgenstern è qui." lo informò, secco. "Si trova nell'ufficio del primario."
"Ah." mormorò Alec, assottigliando lo sguardo.
"E' venuto per avere informazioni sul ragazzo e.."
"Certo che ha davvero una faccia tosta incredibile!" si intromise Magnus, arrabbiato, incrociando le braccia al petto.
"..mentre il primario lo conduceva nel suo ufficio, ho sentito che gli diceva che è molto preoccupato per Rafe perché è uno dei suoi bambini, che è terribile ciò che è successo e bla bla bla." continuò Jace, scuotendo la testa con una smorfia di disgusto.
"Non gli lascerò portare via Rafe!" gridò Max, battagliero, alzandosi in piedi con un movimento brusco e stringendo i pugni.
Magnus e Jace annuirono con approvazione, mentre Alec si massaggiò il mento, pensieroso.
"A cosa stai pensando?" gli chiese Magnus, guardandolo.
"Che più che per il ragazzo, credo che sia qui, in realtà, per la signora Fray. Verlac deve avergli sicuramente detto cosa è successo!" constatò Alec, preoccupato. "Jace, assicurati che ci sia sempre qualcuno con lei."
Il fratello annuì. "Dico alla sicurezza di buttarlo fuori a calci?"
Alec scosse la testa. "Con quale giustificazione? La mia è solo un'ipotesi e non voglio che la situazione degeneri." rispose, appoggiando poi una mano sulla spalla di Max e stringendogliela appena. "Stai buono qui con tuo padre, va bene?"
"Perché? Tu dove vai?" gli chiese il bambino, alzando lo sguardo su di lui.
"Nell'ufficio del primario." gli sorrise, arruffandogli i capelli. "Jace, per favore, tu vai dalla signora Fray!" ordinò al fratello, con un cenno della testa. "Torno subito." disse poi, rivolgendosi a Magnus.
L'altro annuì, alzandosi ed avvicinandosi a lui. "Fai attenzione, d'accordo? Non mi fido di quell'uomo." gli sussurrò, prima che uscisse dalla saletta.
Alec sorrise. "Promesso. Ma tu, per favore, sii gentile e tieni a freno il tuo cucciolo arrabbiato. Non vorrei che piombasse nell'ufficio del primario per dare una lezione anche a Morgenstern."
Magnus gli rivolse un sorriso enorme. "Vedrò cosa posso fare." promise, ridacchiando. "Sai che è molto orgoglioso di te?"
Alec scosse la testa. "Sono io ad essere molto orgoglioso di lui. Verlac è più grande e più forte di lui, ma non ha avuto paura di attaccare quel verme per difendere Rafe. E' davvero un bambino coraggioso!" si complimentò.
Magnus gli baciò una guancia, con slancio. "Fai quello che devi fare e poi torna da noi. Sai dove trovarci."
Alec annuì, dandogli un buffetto sul naso ed allontanandosi, subito dopo, lungo il corridoio.
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Il Giuramento
FanfictionLa vita di Magnus cambia improvvisamente quando un avvocato si presenta da lui rivendicando, sul figlio Max, il diritto del padre naturale. Per amore del bambino, l'uomo è disposto a ritornare a casa ed ad incontrare il famigerato individuo che mina...