Magnus sbuffò, annoiato.
Con il naso all'insù, guardava senza alcun entusiasmo gli strani ghirigori che adornavano il soffitto della sua camera, mentre le dita tamburellavano senza sosta sui braccioli della poltrona, su cui si era buttato svogliatamente.
Suo figlio anche quel pomeriggio, come ogni giorno, era sparito Dio solo sapeva dove e lui non sapeva cosa fare, con chi parlare, come tenersi impegnato.
Quella casa era in assoluto il posto più noioso del mondo. Non succedeva mai niente di niente.
Se non fosse stato per le persone che vi lavoravano, e con cui chiacchierava meno di quanto in realtà avrebbe voluto, onde evitare di incorrere nell'ira di Iceberg perchè i suoi domestici, anzichè lavorare, si intrattenevano con lui, sarebbe sicuramente morto di inedia.
Doveva fare qualcosa, uscire, vedere persone o, prima o poi, l'avrebbero trovato mummificato su quella stessa poltrona.
Colpì con forza i braccioli e si issò dalla sua posizione scomposta, spaventando Presidente Miao che gli dormiva placidamente in grembo.
Il gatto miagolò contrariato per essere stato svegliato di soprassalto.
"Scusa Presidente! Sei così leggero, che mi ero dimenticato di te." si giustificò l'uomo, sorridendo e grattandogli un orecchio per farsi perdonare.
Si alzò dalla poltrona, posò delicatamente il gatto sul cuscino, dove il suo sedere era rimasto inchiodato fino a quel momento, e si diresse verso l'armadio, spalancandolo.
Fissò, con le mani sui fianchi, i pochi (a suo dire) capi che vi erano all'interno, indeciso su cosa indossare.
Di una cosa era sicuro, però: era ora di smettere di fare il monaco di clausura e di rispolverare il buon vecchio Magnus, idolo delle feste. Gli mancava così tanto!
Per tutti i diavoli, non toccava un goccio d'alcool da quasi due settimane! Tessa l'aveva talmente stressato sul fatto che non era saggio scolarsi qualsiasi bottiglia gli capitasse tra le mani, mentre era nella casa di colui che poteva decidere del futuro di Max, che aveva finito per farsi influenzare dalla sue parole e ci mancava poco che diventasse astemio. Buon cielo, che eresia!
E che dire dell'astinenza? Non voleva neanche calcolare da quanto tempo non si faceva una sana rotolata tra le lenzuola con qualcuno. Sì, si masturbava, ma non era la stessa cosa ed era pure costretto a farlo sotto strati di coperte, mentre moriva per il caldo e per lo sforzo, perchè quella spina nel fianco di Will aveva ventilato l'ipotesi che l'avvocato avesse piazzato telecamere in ogni stanza per assicurarsi che non succedesse niente di strano in sua assenza. Magnus aveva accuratamente controllato la sua camera palmo a palmo, senza trovare nulla, ma non si poteva mai sapere. Di norma non si sarebbe fatto nessun problema, esibizionista fino al midollo com'era, ma l'idea che un Iceberg bigotto e scandalizzato potesse cacciarlo di casa senza se e senza ma, lo bloccava così tanto da rassegnarsi addirittura a non guardare neanche un porno sul suo pc. Stava impazzendo! Era da oltre dieci anni buoni che non era così "casto e puro".
Quella sera, però, cascasse il mondo, avrebbe dato una svolta alla sua routine americana.
"Presidente, che ne dici di questo abbinamento?" chiese al gatto, mentre tirava fuori un paio di pantaloni neri e una camicia bianca.
Il gatto aprì un occhio e miagolò annoiato.
"Dici?" chiese Magnus, dubbioso, guardando quello che aveva in mano. "Hai ragione. Troppo semplice." concordò poi, gettando i vestiti su un poggiapiedi e tornando a rovistare nell'armadio.
Scaraventò alla rinfusa, dietro di sè, un capo alla volta e riemerse dal guardaroba con un paio di jeans e una camicia viola con paillettes.
"E questa?" domandò di nuovo al gatto. "E' perfetta non trovi?"
Il gatto si alzò, si stiracchiò con un enorme sbadiglio e si ributtò sul cuscino, dandogli le spalle ed ignorandolo apertamente.
"Antipatico." lo rimproverò Magnus, leggermente risentito per l'indifferenza felina. "Guarda che è una cosa importante! Devo farmi bello se voglio far colpo. Non posso uscire vestito con la prima cosa che capita!"
Presidente sospirò profondamente, mentre la coda sventolava a destra e a sinistra, sferzando l'aria.
Magnus lo liquidò con un'occhiataccia e si rigirò la camicia tra le mani. Sì, poteva fare al caso suo. Con la luce giusta, gli strass l'avrebbero fatto luccicare come una palla da discoteca e il cielo solo sapeva quanto aveva bisogno di essere notato.
Avrebbe chiesto a Cat se poteva badare a Max e lui sarebbe uscito, finalmente, in qualche locale a divertirsi un po'.
Niente e nessuno avrebbe rovinato il suo piano.
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Il Giuramento
Fiksi PenggemarLa vita di Magnus cambia improvvisamente quando un avvocato si presenta da lui rivendicando, sul figlio Max, il diritto del padre naturale. Per amore del bambino, l'uomo è disposto a ritornare a casa ed ad incontrare il famigerato individuo che mina...