Lo sconosciuto

4.5K 205 41
                                    

Selene pov.

È sera tarda, dopo aver bisticciato con Jimin chiesi il permesso a mamma di uscire per andare a prendere un gelato, lei me lo diede e mi fece le solite raccomandazioni, io le ascoltai superficialmente, poi uscì di casa tranquilla e, con un bel felpone e la mia musica, mi diressi in gelateria.

Presi il mio gelato preferito e mi riavviai verso casa, ad un tratto mi sentì tirare da dietro e finì in poco tempo con le spalle al muro e nonostante io provassi a dimenarmi, a insultare e a pregarlo ma la forte presa del mio assalitore non diminuiva. All'improvviso avvertì un qualcosa di morbido che mi toccava il naso e le labbra, solo dopo aver già chiuso gli occhi realizzai che fosse un fazzoletto intriso di sonnifero, tutti i rumori tacquero in pochissimo, così come tutti i miei sensi.

Jimin pov.

Ero tranquillamente sul mio letto a preparare degli scherzi per quella sfigata che mi ritrovo come sorella quando la mamma di quest'ultima mi chiama al piano di sotto preoccupata dicendomi che Selene era uscita oramai da due ore per andare a prendere un gelato e io assolutamente menefreghista della situazione le dissi:
"Magari voleva starsene un po' in giro"
Alzai le spalle e feci per tornare nella mia camera quando la voce di quella donna raggiunse nuovamente i miei timpani:
"Avrebbe avvertito, non sarebbe sparita così"
Sbuffai alzando gli occhi al cielo e ribattei:
"C'è una prima volta per tutto"
All'improvviso sentì una voce che non aveva ancora pronunciato parola: la voce di mio padre:
"Vai a cercarla Jimin"
"Perché dovrei?" Replicai
"Perché nonostante tu non lo accetti Selene è parte di questa famiglia ed è tua sorella"
"Uffa va bene"
Uscì e iniziai a cercare svogliatamente in giro fino a quando non mi arrivò una foto dallo stesso numero sconosciuto, la aprì e i miei occhi si riempirono di terrore pian piano: c'era Selene imbavagliata e incatenata dormiente a una lurida parete.
Poco dopo mi arrivò un nuovo messaggio sempre dalla stessa persona

Sconosciuto:
E ora chi sarà il leccaculo che pregherà l'altro?

Io:
Chi cazzo sei bastardo di merda?

Sconosciuto:
Ti basti sapere che io ti porterò via tutto, a partire da questa ragazzina, proprio un bel bocconcino eh, chissà quanto resisterà qui dentro, chissà tra quanto mi chiederà di ucciderla? Sarà più veloce la sua voglia di morire o il tuo arrivo per salvarla?


Stavo per rispondere quando lui mi bloccò lasciandomi fermo immobile, mille pensieri mi giravano nella testa ma nessuno che prendesse una forma ben definita, era tutto un enorme casino, decisi di chiedere aiuto agli altri e in poco ci trovammo tutti in camera mia per decidere cosa fare

Selene pov

Che succede... Perché i miei occhi non si vogliono aprire, sembrano sigillati...

Tentai e ritentai nella vana speranza che uno spiraglio di luce raggiungesse le mie iridi e finalmente ciò avvenì dopo molto tempo. Avrei preferito non farlo... Mi resi conto che mi trovavo dentro a una stanza incatenata e imbavagliata, iniziai a tirare le catene nella speranza che si rompessero, ovviamente questo non avvenne, continuai fino a quando sentì dei passi che si fermarono davanti alla porta, questa venne aperta e rivelò un ragazzo sulla trentina circa, lui si avvicinò e si chinò per raggiungere la mia altezza e mi tolse il fazzoletto che mi impediva di parlare:
"Chi sei? Dove sono? Perché sono qui?"
Iniziai a tempestarlo di domande e lui non rispose a neanche una di queste fino a quando disse:
"Caspita che lingua lunga che hai, mi chiedo cosa sappia fare"
Disse con un orribile ghigno, io spaventata da quell'espressione cercai di indietreggiare il più possibile attaccandomi alla fredda parete continuando a scrutare ogni suo movimento, il silenzio era assoluto fino a quando lui disse:
"Mmm... Sei un po' troppo agitata per i miei gusti, così non posso divertirmi"
Non capivo a cosa si stesse riferendo fino a quando non tirò fuori una siringa, i miei occhi si spalancarono e la mia espressione probabilmente esprimeva tutto quello che le parole non sarebbero state in grado di spiegare
"Mi piace quell'espressione, tranquilla, sarà piacevole"
Avevo paura, avevo incredibilmente paura, volevo andare via, ma come... Non sapevo neanche dov'ero... Iniziai a pensare a mille soluzioni, mille modi, ma tutto si fermò quando sentì l'ago entrarmi nella pelle e tutto si fece meno lucido: mi aveva drogata
"Tranquilla bambolina, è una dose leggera, tanto basta e avanza"
Non vedevo il suo volto chiaramente, ma ero sicura che persistesse sempre lo stesso ghigno.
"Bene e ora giochiamo"

~•~•~•~•~•~
Lo so che è da una vita che non pubblicavo, vi chiedo di perdonarmi, spero che il capitolo vi sia piaciuto 😁😊

Un Bullo come Fratello || Park Jimin ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora