Chapter 15.

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Alberto's POV

"Dai strappa il cerotto"

Queste parole mi tormentano.

Davvero crede che io non voglia stare con lei?

Crede davvero che io sia uno stronzo colossale?

Non mi conosce per niente.

Mi rigiro nel letto da questa notte, ma non riesco a chiudere occhio.

Jefeo è rientrato poco fa, ma si è subito messo a letto.

Non mi va di stressarlo continuamente con i miei problemi.

Intanto i raggi solari cominciano a far capolino sulla finestra, così prendo il cellulare e guardo l'orario.

6.15 a.m.

È davvero presto e molti staranno rientrando adesso, ma io non ho per niente sonno così mi alzo e mi preparo per uscire.

Una passeggiata a quest'ora non può far altro che schiarirmi le idee.

Anzi, vorrei farmi una corsetta.

Indosso la tuta, prendo le cuffiette e scendo giù dove trovo Marco e Mowgly seduti nei divanetti della hall.

Sembrano felici, ma un po' rincoglioniti.

«Siete rientrati adesso?» chiedo ridendo.

«Compare non puoi capire, serata top.» sghignazza Mowgly.

«'Na cifra.» conferma Marco.

«E tu invece?» chiede il breaker.

«Sto andando a farmi una corsetta, mi schiarisco un po' le idee.»

Faccio per andarmene.

«Quando finisci di "schiarirti le idee" parlaci con Tish però.»

Mi blocco e mi giro.

«Perché dovrei parlarci?»

«Perché ieri l'ho vista e non stava molto bene.»

«E cosa c'entro io?»

«Albe dai, non prendiamoci in giro. Lo sappiamo tutti che state insieme, c'hai presi per scemi?» dice Marco.

«Vero compare, ieri siete scomparsi per circa un'oretta e poi siete rientrati con una faccia da funerale.»

Io non rispondo.

«Senti, io non vi conosco bene. Ma so per certo che una come Tish non si espone con un'altra persona così facilmente, quindi se con te l'ha fatto un motivo ci sarà.» continua.

Io annuisco e poi sorrido.

Cazzo, è vero.

«Senti vai a correre, che quel sorriso da ebete l'ho già visto troppe volte.»

Io rido.

«Vado.»

«Buona corsa!» mi urlano entrambi mentre esco dall'edificio.

Porto le cuffiette alle orecchie ed inizio a correre e pensare.

Il pensiero che Tish si sia "esposta" con me, mi porta a riflettere su quanto sia difficile per lei esprimere i suoi sentimenti.

A volte mi dimentico di quello scudo che si costruisce da sola per evitare di mostrare la parte più vulnerabile di lei e per evitare di essere ferita.

Che idiota!

Avrei dovuto capirlo fin da subito che stava solamente cercando di "proteggersi".

In effetti, non le ho mai espresso i miei sentimenti in maniera palese.

There must be an angel.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora