06. Piccola stella senza cielo

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Alberto

Da quanto ho lasciato Tish nello spogliatoio, non faccio altro che pensare alle sue labbra morbide e calde sulla mia pelle. È un pensiero fisso ormai, non riesco a liberarmene. È un bene o male? Anche lei starà pensando alla stessa cosa?

Sospiro e decido di farmi una doccia. Appena esco dal bagno, apro l'armadio e scelgo un paio di jeans neri e una maglia. Avevo invitato la piccola Tijana a cena fuori quella mattina, usando la scusa della lezione di Rafaella.

In realtà, l'unica che cosa che voglio è ritagliarmi un po' di tempo per stare solo con lei. Specialmente dopo quella breve confessione, il desiderio di scoprire cosa si cela sotto la sua freddezza mi divora letteralmente ma allo stesso tempo mi elettrizza.

Dio solo sa cosa ha sofferto per ridurla così. Chiunque sia, di certo non la merita. Finito di vestirmi, mi dirigo verso la stanza della ragazza dai capelli arancioni. Busso delicatamente e viene ad aprirmi la sua coinquilina.

«Ciao, Albe. Titi ha appena finito di lavarsi.» Annuisco e mi lascia passare.

La camera è in perfetto stato e sorrido leggermente, convinto del fatto che sia merito di Tish. Arianna è tanto brava a ballare, tanto quanto disordinata. Ne è consapevole ma è più forte di lei, non riesce a sistemare i vestiti nel ripostiglio. Piuttosto, li tira su un mobilio dismesso e noto con rassegnazione che la mia teoria è fondata. In un angolo remoto, una sedia in legno ciliegio è sommersa da una pila di abiti vari.

Dei passi mi fanno sollevare lo sguardo e nella stanza entra lei, la mia stellina, in tutta la sua bellezza. Il suo corpo è avvolto da un asciugamano bianco, che le lascia scoperte le gambe e per qualche secondo mi si mozza il respiro. È bellissima. Appena incontra i miei occhi li spalanca, coprendosi velocemente con quello che può.

«Cazzo!» Impreca e mi scappa una risata. «Ti dispiacerebbe andartene?» Esclama, con un pizzico di rabbia nella sua voce.

«È stata la tua amica a farmi entrare.» Sollevo le spalle. «Ma tranquilla, carotina.» Mi incenerisce.

«Niente soprannomi.» Afferma duramente.

«Va bene, ti aspetto qui fuori.» Sorrido e le rivolgo un occhiolino, per poi uscire.

Quanto mi piace infastidirti, Tijana Boric.















Tish

«Eccomi.» Sussurro.

Le mie guance si colorano velocemente, così evito il contatto visivo.

«Ti faccio sempre questo effetto?» Ride sommessamente e io lo fulmino, poi sollevo le spalle.

«Sì, indifferenza. Nient'altro.» Asserisco.

Accelero il passo, cercando di mantenere quanta più distanza possibile tra lui e me. Nonostante abbia un notevole vantaggio, mi raggiunge in pochi istanti. Posa una mano sulla mia schiena e mi irrigidisco. Mi lascio guidare fuori dall'OC Hotel ed iniziamo a camminare.

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