10. Accanto a te

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Alberto

«Posso chiederti una cosa?» Chiede, mentre percorriamo gli ultimi metri.

«Sì, dimmi.» Le sorrido, guardandola.

«Pensi che io meriti di restare ad Amici?» Si morde il labbro.

«Certo.» Le stringo la mano. «Forse non te l'ho mai detto, ma quando canti resterei ad ascoltarti per ore senza mai stancarmi. Hai una voce dolce e soave, che mi fa venire la pelle d'oca ogni volta. Sei versatile ed hai un grande talento, perché mai non dovresti?» Sospira.

«Beh, quando Giordana si esibisce fa rimanere a bocca aperta tutti. Il suo timbro è particolare e cattura l'attenzione del pubblico e dei giudici. Io mi sento in difetto rispetto a lei, mi sento inferiore.» Aggiunge.

«Siete diverse, Tish. Avete due stili totalmente differenti, due modi di scrivere distanti tra di loro. Ma il fatto che tu abbia dei testi in inglese, non significa che vanno sminuiti o screditati. Artisticamente non avete gli stessi gusti, ma è normale che sia così. Ognuno di noi, sia cantanti che ballerini, si distingue per una sua particolare dote. Allora io, che dovrei dire? Un ragazzo di ventuno anni, amante della lirica, che vive in una realtà in cui i giovani ascoltano prevalentemente trap e rap. Eppure, continuo a cantare e non mi abbatto. Magari non arriverà a tutti la mia musica, magari saranno in pochi a capirla o a stimarla, ma questo è ciò che mi piace fare. Il resto non mi interessa.» Affermo.

Sorride alle mia parole e ricambio istintivamente il gesto.

«Grazie mille, Albe. Mi dispiace tanto scocciarti con le mie paranoie, so di essere pesante.» Sussurra e scuoto la testa.

«Smettila di pensarci. Libera la mente da ciò che ti fa stare male, inizia a pensare positivo e ad avere più autostima in te stessa. È il primo passo per imparare ad amarsi.» Le consiglio e mi abbraccia.

I suoi capelli profumano di pesca ed inalo l'odore a pieni polmoni. Non vorrei mai sciogliere il contatto ma, a mio malgrado, devo. I miei occhi si incatenano ai suoi e la vedo arrossire, mentre rido sofficemente. È in imbarazzo, lo percepisco.

«Ti faccio sempre questo effetto quando ti guardo?» La stuzzico e mi dà un piccolo schiaffo sulla spalla.

«Scemo.» Mormora, coprendosi però il volto in fiamme.

«Tu.»












È la vigilia di Natale e tutta la famiglia Urso si è riunita per festeggiare questo giorno, proponendo una cena che si prolungherà fino a tarda notte. Sono appena uscito dalla doccia. Mi tampono i ricci con un asciugamano, mentre mi avvicino all'armadio per cercare il mio maglioncino color crema da abbinare ai jeans già distesi sulle coperte. Improvvisamente sento bussare alla porta e, incurante di essere seminudo, vado ad aprire. Dietro la porta, mi trovo Tish. I suoi occhi si spalancano, le sue gote si fanno cremisi e si volta di scatto.

«Cazzo, vestiti!» Sbotta.

«Avrei voluto, ma una ragazza dai capelli arancioni me lo ha impedito.» Ironizzo. «Dai, entra.» Controllo che nessuno abbia assistito alla scena e la trascino nella mia stanza, nonostante stia protestando.

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