11. Deve esserci un angelo

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Tish

There must be an angel.

È il duetto che io e Alberto dobbiamo cantare al pomeridiano, ma le prove non stanno andando come sperato. La maestra mi ha già ripreso un paio di volte, perché non lo guardo negli occhi. Non ci riesco e mi risulta difficile, ma Raffaella non si arrende. Mi invita nuovamente a voltarmi nella sua direzione, nonostante le mie lamentele.

I suoi occhi mi scrutano, facendomi sentire a disagio. Abbiamo già duettato prima, ma l'atmosfera era totalmente diversa. C'era la dolcezza nell'aria, c'era tranquillità. Mentre adesso sento la pressione sulle mie spalle, il suo sguardo bruciare su di me ed il testo della canzone non agevola la situazione. Così, la vocal coach mi chiede di tradurlo al tenore. Le mie guance si tingono colore cremisi, ma questa volta non rifiuto.

No one on earth could feel like this
Nessuno al mondo si è mai sentito in questo modo

I'm thrown and overflown with bliss
Sono confusa ed esageratamente in beatitudine

There must be an angel
Deve esserci un angelo

Playing with my heart
Che gioca con il mio cuore

I walk into an empty room
Entro in una stanza vuota

And suddenly my heart goes boom
Ed improvvisamente il mio cuore esplode

It's an orchestra of angels
È un'orchestra di angeli

And they're playing with my heart
E stanno giocando con il mio cuore

Finisco di parlare ed il suo viso è pericolosamente vicino al mio. D'impulso mi allontano da lui per poi tornare ad osservare la donna dinanzi a me, seduta su una sedia di fronte al piano, che sospira - probabilmente esasperata dal mio comportamento. Poi, si rivolge direttamente ad Alberto.

«Canterai in italiano, visto la tua scarsa pronuncia dell'inglese. Anche se devi prendere assolutamente delle lezioni, perché i brani che ti assegneranno in futuro non saranno sempre così.» Indica con il dito i fogli posizionati sul suo leggio.

«Lo so.» Mormora in risposta, per poi girarsi. «Mi aiuterai, Tish?» Sgrano gli occhi.

La sua domanda mi lascia a bocca aperta. Non pensavo me lo avesse mai chiesto, dato la sua ostinazione a non volerne neanche parlare -quando appena qualche giorno fa tirai fuori l'argomento. Devo ammetterlo, è piuttosto testardo.

«Va bene.» Sussurro e mi sorride dolcemente. «Ma dovrai darmi ascolto, non fare come al tuo solito.» Lo ammonisco.

«Certo. Sai che noi siciliani siamo persone d'onore, non tradirei mai una promessa.» Scuoto la testa divertita, per poi annuire poco convinta.

Raffaella ci scruta in silenzio, con le braccia incrociate al petto. Nonostante la sua espressione tranquilla, so che è spazientita. Non sto dando il meglio di me in queste prove. Alberto si avvicina e mi accarezza il braccio, scuotendomi dai miei pensieri. Gli sorrido e lui ricambia, ma so che vorrebbe chiedermi cosa mi sta passando per la mente. Sa quanto io sono riservata e quanto le telecamere mi danno fastidio in certi contesti, perciò si limita a quel misero contatto.

«Tish, per favore.» Mi richiama la maestra. «Non puoi cantare qualcosa di romantico se fissi il vuoto, non sei credibile.» Asserisce.

Annuisco e la base fa eco nella stanza. Alberto è consapevole della fatica che sto facendo in queste situazioni, tanto che mi afferra la mano e me la stringe leggermente. I nostri occhi si scontrano dopo qualche secondo, incatenati gli uni agli altri. La sala svanisce, non c'è nessun altro, se non io e lui. Le nostri voci si uniscono in una dolce melodia, dando vita a qualcosa di estremamente perfetto. Non so spiegare le sensazioni che sto provando, sono indescrivibili e forse le sente anche lui.

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