25. Imperdonabile

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Tish's pov

Ci sono dei legami indissolubili che sono impossibili da spezzare, dei rapporti profondi che ti porti nel cuore e che mai vorresti abbandonare. Poi ci sono delle persone che segnano il corso del tuo futuro, delle piccole tessere che costituiranno il puzzle della tua vita.
Inevitabilmente diventano parte di te, delle tue giornate, del tuo quotidiano e del tuo vissuto. Diventano quasi dei rapporti malsani e maniacali, quelli che quando ti mancano ti si mozza il respiro e ti chiedi se riuscirai ad andare avanti anche senza di loro. Ma sai già che non ce la farai, sai già la risposta.

Ti sembra di non sapere più come incamerare aria e come farla fuoriuscire dalle tue labbra, perché boccheggi in cerca di ossigeno e senti la bocca seccarsi, annaspando per trovare un riparo da questo vuoto. Un rifugio sicuro, tanto quanto quello che hai perso. Perché se c'è una cosa che ho imparato in questi anni di solitudine, è che la casa non è il luogo dove vivi, ma la persona che ti accoglie nelle sue braccia dopo una delusione d'amore o dopo una brutta giornata.

Io ho trovato la mia casa, quella che Giordana lamenta di non avere e che ha bisogno di trovare per stare meglio, quella che io non sapevo cosa fosse prima di entrare ad Amici perché non esisteva, quella che io ho impresso nella mia pelle, nella mie membra e nella mia mente, quella che le mie labbra pronunciano senza neanche soffermarsi a pensare perché i sentimenti hanno preso il sopravvento, quella che ovunque io sia so che c'è e che rimarrà lì esattamente dove la lascerei e quella che non abbandonerei perché sarebbe come donare una parte di me a qualcun altro. Metà del mio cuore che andrebbe in frantumi, ancora prima di sfiorare il suolo. Metà del mio cuore che diventerebbe proprietà altrui, di qualcuno che non conoscerei. Metà del mio cuore a cui dovrei dire addio troppo presto.

Alberto è la mia casa ed io non vorrei mai che un giorno crollasse, come è già successo in passato. I mattoni delle mura sono saldamente incollati l'uno all'altro, per paura che possa vacillare di nuovo. La carta, con cui era stata costruita qualche mese fa, ha preso fuoco ed è divampata in un impetuoso incendio che ha arso tutto ciò che comprendeva il mio mondo. Eppure, mi sono rialzata a fatica. Ho cercato disperatamente i nuovi componenti della mia vita, li ho rinominati, li ho chiamati gridando, li ho implorati di seguirmi per aiutarmi a fortificare quel qualcosa che non c'era più.

Mi hanno detto ripetutamente che la casa ormai era bruciata, che non esisteva, che era sepolta sotto un cumulo di cenere, che io stessa avevo creato. Era stato duro accettare la realtà, perché nuovamente era tutto andato in fumo. I miei sacrifici erano stati vani, i miei sforzi erano sfociati nella rassegnazione e le mie parole erano risultate superficiali.

«Non è vincere. Ma quando eravamo di là e si decideva per il punto, io ero sempre quella che indifferentemente da tutto si deve fare il culo. Lascia stare che ho la maglia verde. Mi devo fare il culo, perché io credo nelle persone che stanno nella mia squadra e devo portarle alla vittoria, capito?»

«Sì, tu la vedi anche come una cosa che devi fare bene per la squadra» ribatte il ballerino latinoamericano ed annuisco.

«Lo devo fare anche per qualcun altro, capito? Non solo per me, non solo per il pubblico, ma anche per chi come me merita di mostrare qualcosa in più che non ha la possibilità di fare. Se io perdo, ho tolto un'occasione a qualcuno di-» vengo bloccata dal ragazzo di fronte a me.

«Lo so. Però tu, secondo me, questo è un discorso che devi lasciare da parte. Nel senso la squadra, sì, è giusto. Però ricordati, ci è stato detto anche diverse volte, che comunque è un percorso che noi facciamo singolarmente»

Mima le virgolette, mentre pronuncia l'ultima parola, ed io prendo posto sedendomi sulla panca alle mie spalle.

«Su te stessa sei così critica. Deve essere tutto perfetto e tutto deve andare in maniera esemplare, perché altrimenti se qualcosa va storto non va bene. Non che ti abbatti, però c'è questa cosa che non va e non deve funzionare così. Ma ti deve dare la carica a fare meglio, però prendendola in sì. Nel senso, accettando un attimo la situazione, perché ci sta. Io che ti vedo anche fuori, conoscendoti ti ritengo una persona stra forte caratterialmente. Forse sono anche un pochino empatico, però lo sento a pelle che è un periodo po' particolare. Adesso, secondo me, quello su cui ti devi focalizzare non è il discorso della puntata, non è la canzone in sé. Devi risolvere questa cosa tua dentro»

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