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Jimin si passò nervosamente una mano fra i capelli mentre Seokjin accanto a lui guidava diretto alla casa di Taehyung.

Alla fine il sedicenne dai capelli color del cielo ce l'aveva fatta, lo aveva convinto a trascorrere il weekend assieme.

Gli aveva chiesto di presentarsi venerdì pomeriggio alla sua villetta senda dare ulteriori indicazioni, certo che Jimin non averebbe avuto alcun problema nel raggiungerla.

"Per qualsiasi problema tu basta che fai uno squillo, ok?"

Il minore dei due annuì all'altro che proprio in quel momento stava facendo manovra per parcheggiare nel vialetto della famiglia Kim: era una limpida giornata di metà maggio, con un bel venticello che bloccava l'eccessivo calore del sole.

Il primo a scendere dall'auto fu Seokjin che per prima cosa aprì il baule per prendere il borsone di Jimin con tutto il necessario per quei due giorni, poi si mise davanti al fratello, offrendogli il proprio braccio come sostegno affinché lui potesse sfruttarlo per alzarsi dal sedile e camminare.

Solamente allora Taehyung li scorse dalla finestra, troppo occupato con gli ultimi preparativi per rimanere a controllare ogni secondo, e si affrettò ad aprire la porta ai due.

Loro subito puntarono gli occhi sulla sua figura, uno con gioia ed affetto, l'altro con titubanza ed imbarazzo per la propria cotta.

"Oh Chim, aspetta che vengo ad aiutarti."

Seokjin cercò di non badare alla delusione che stava provando, dopotutto la sua crush di sempre non lo aveva nemmeno salutato, precipitandosi subito da Jimin... ma non importava, non aveva senso essere gelosi: erano solo amici dopotutto.

Nonostante ciò, l'arancione arrossì imbarazzato quando Taehyung mise il braccio attorno alla sua vita per sorreggerlo, trovando non poco vergognoso il doversi far aiutare persino per camminare.

Certo, dopo anni di fisioterapia riusciva a compiere alcuni passi senza dover ricorrere ad un bastone od al braccio di qualcuno, ma il timore di cadere a terra, che i suoi nervi non riuscissero a fare il loro lavoro, era così tanto che camminava da solo solamente se era strettamente necessario.

"Sono così felice che tu abbia accettato di passare un altro po' di tempo con me... non te ne pentirai Chim!"

Il nominato sorrise divertito: ma como poteva anche solo pensare di potersi pentire? Era col suo Tae che, anziché escluderlo dalla sua vita, cercava di ricreare il loro forte legame d'amicizia.

Jimin si sentiva importante, amato mentre il suo coetaneo lo aiutava a sedersi sul divano al centro del soggiorno: guardandosi intorno, poté vedere che non poche cose erano cambiate durante la sua assenza.

Prima di tutto sia il divano che la televisione erano stati cambiati, sostituiti da modelli più moderni, specialmente la tv che ora occupata tutto il ripiano anziché solamente una parte di esso, come quella che c'era quand'erano bambini.

In più era stata aggiunta una mensola lì accanto sopra cui erano poggiati dei trofei e delle medaglie; accanto ad esse, nuove fotografie di Taehyung adolescente si erano aggiunte a quelle della sua infanzia.

Ne vide persino una dove era ritratto anche lui, con un vistoso cerotto giallo sulla guancia; probabilmente era caduto giocando al parco, come al solito.

"Taehyung, posso parlare un secondo con te? Da soli."

Il sedicenne annuì e il suo coetaneo lo guardò andare in cucina assieme a Seokjin, per poter parlare indisturbati senza di lui.

La cosa non lo infastidì affatto, sapendo bene che il suo fratello adottivo dovesse fargli la solita ramanzina e le raccomandazioni per aiutarlo nei movimenti.

Infatti nell'altra stanza Seokjin sospirò sistemandosi gli occhiali.

"Ascolta, può capitare che Jimin non stia bene, che abbia delle forti fitte ai nervi o che non riesca più a percepire le proprie gambe... dei formicolii insomma."

Il ragazzo più piccolo annuì, incrociando le braccia al petto e facendo un respiro profondo per calmarsi un poco: sapeva che Jimin non aveva vita facile, ma non conosceva nello specifico cosa gli succedessse.

"Conoscendolo proverà sicuramente a nascondere la cosa, quindi per favore, cerca sempre di vedere se si irrigidisce o cambia atteggiamento..."

Taehyung si intristì non poco nel venir a conoscenza della cosa, ma schiuse le labbra quando gli sorse spontanea una domanda.

"Posso fare qualcosa per lui?"

Seokjin storse il naso, scuotendo il capo.

"Purtroppo solamente consolarlo e abbracciarlo, farlo tranquillizzare ecco... ma nulla di più."

Il silenzio cadde fra i due e venne interroto da Taehyung solamente dopo un minuto buono.

"Non preoccuparti hyung, farò tutto il possibile per Jimin."

Il maggiore sorrise e sentì quel calore nel petto espadersi ancora di più: come si può non amare un ragazzo così gentile e puro?

Seokjin non si era invaghito del diciassettenne a cauda della sua innegabile bellezza, ma per la sua personalità ed il suo carattere dolcissimo.

Certo, forse era un po' troppo timido e sempre con la testa fra le nuvole, ma era innegabile il fatto che egli fosse di buon cuore: un angelo.

"Grazie Taehyung."

Tentennò un secondo, ma poi decise di approfittare della situazione per fare quel gesto che tanto desiderava: abbracciò Taehyung.

Lo strinse forte, circondandogli la schiena con le braccia e posò il mento sulla sua spalla.

Il ragazzo dai capelli azzurri ricambiò sereno: dopotutto non contraccambiare i suoi sentimenti non gli impediva certo di abbracciarlo.

Ma rabbrividì un poco quando Seokjin aumentò la stretta, facendo durare quell'abbraccio un po' più del dovuto, e così Taehyung poggiò le mani sulle sue spalle, allontanandolo da sé.

Seokjin ci rimase un poco male, ma accettò la cosa tranquillo e, imbarazzato, si sistemò gli occhiali da vista, gesto che compiva sempre quando non sapeva che fare.

"Torniamo da Jiminie."

Il minore annuì e così tornarono nel soggiorno dove trovarono il ragazzo intento a guardare le fotografie sul mobile, con le mani appoggiate ad esso per sostenersi.

Taehyung si mise accanto a lui e gli circondò la vita con un braccio, sostenendolo così che potesse liberare le mani e usarle per prendere in mano quelle piccole cornici.

"Ti ricordi? Non volevamo mai stare fermi e mamma ci rimproverava sempre perché le foto venivano mosse."

Sussurrò e il ragazzo accanto a lui sorrise annuendo, avendo ben presente quella scena.

Seokjin iniziò a sentirsi di troppo e salutò il fratello adottivo e Taehyung, lasciandoli soli mentre lui tornava a casa, col cuore leggero.

Si fidava del ragazzo dai capelli azzurri e, nel profondo, lo sapeva già: Taehyung avrebbe riportato il sorriso sulle labbra di Jimin.

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SPAZIO POLIPETTA 🐙

FINALMENTE HO FATTO QUESTO CAZZO DI TEST D'INGRESSO PER L'UNIVERSITÀ, non avete idea di quanto stress io abbia accumulato in questi giorni dovendo studiare fino a tardi... ne approfitto anche per chiedere scusa nel ritardo degli aggiornamenti, ma ero impegnata lol

Comunque che ne pensate? Vi avverrto già: ne succederanno di belle durante questa gita👀

Friendship Bracelet [VMIN]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora