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Jimin stese la coperta color canarino sul corpo suo e di Taehyung, la testa poggiata sul cuscino poco distante da quella dell'altro.

Il cuore gli batteva leggermente più forte del normale a causa dell'ansia di poter, finalmente, dormire al fianco dell'azzurro.

Erano trascorsi anni dall'ultima volta che avevano trascorso la notte insieme e, sebbene avessero già passato tutto il pomeriggio e la sera l'uno accanto all'altro, il dormire costitueva una specie di tabù.

Dormire era un'azione intima, un qualcosa di strettamente personale, quel momento in cui si rimaneva soli con i propri sogni e ci si staccava dalle altre persone e dalla caotica vita di tutto i giorni.

Stare in uno stesso letto a sognare l'uno abbracciato all'altro non era cosa normale per due semplici amici, ma Jimin e Taehyung sicuramenre non potevano esser definiti con queste due parole.

La loro amicizia era ciò di più complesso che mai avevano incontrato: un legame profondo, duraturo, incompreso da molti, ignorato da altrettanti... eppure erano ancora lì, a sorridersi timidamente sotto le coperte.

Anche Taehyung era agitato all'idea di trascorrere l'intera notte così vicino a Jimin, e per questo cercò di tranquillizzarsi parlando un poco.

"Allora, piaciuta la caccia alle farfalle?"

"L'ho amato alla follia, ma penso che avrei amato qualsiasi cosa ad essere sinceri... mi basta stare con te per divertirmi ed essere felice."

Le guance del ragazzo dai capelli arancioni assunsero una sfumatura sul rosso, ma non si pentiva delle proprie parole; alla fin dei conti aveva solo detto la verità, cosa c'era di sbagliato?

Certo, sicuramente non era una frase da dire al primo che passa, ma si trattava di Taehyung...

Quest'ultimo era nella confusione più totale: come avrebbe dovuto reagire ad una dichiarazione simile?

Arrossì anche lui e decise di allungare la mano a spegnere la piccola lampada sul comodino, così che le ombre li avvolgessero nascondendo il loro roseo imbarazzo.

"Anch'io mi sono divertito molto Jimin... mi mancava tanto rincorrere le farfalle assieme a te."

Jimin trattenne il respiro e, con improvviso coraggio, decise di prendere al balzo la situazione: mosse la mano sotto le coperte e, quando incontrò quella del minore, fece incrociare le loro dita.

Sorrise, socchiudendo gli occhi, e si fece più vicino a Taehyung che nel mentre stava morendo d'imbarazzo.

"Sono così felice di essere di nuovo qui... grazie Tae."

Lo disse con così tanta sincerità ed emozione che la voce gli tremò impercettibilmente e l'azzurro si sciolse in un debole sorriso.

Ricambiò la stretta, accarezzandogli il dorso della piccola mano col pollice, e lentamente abbassò le palpebre anche lui, rilassandosi sempre più mentre si avvicinava al sonno vero e proprio.

Il tepore delle coperte e quello emanato dal corpo di Jimin al suo fianco creava l'ambiente ideale per dormire serenamente, e si avvicinò quel tanto che bastava a premere le labbra sulla sua guancia morbida.

"Buonanotte Chim."

Jimin tremò quando gli baciò lo zigomo e per poco non gli venne da piangere: gli era mancato così tanto, così disperatamente...

"Sogni d'oro Tae."

Poggiò le labbra sul naso del minore e quest'ultimo non poté far a meno di mordersi il labbro inferiore per contenere un urlo di gioia.

Era stato un gesto rapido, quasi impercettibile, ma era bastato affinché una valanga di ricordi travolgesse Taehyung, lasciandolo senza viato.

Si baciavano sempre il naso, ogni volta che andavano a dormire si auguravano di passare una buona notte in quella maniera, facendo sorridere divertita la nonna.

Forse, lentamente, quella voragine lasciata da quei sette anni di distanza si stava finalmente chiudendo.

Richiuse gli occhi con un sorriso, emozionato e felice come non mai all'idea di avere il proprio migliore amico accanto a sé.

Si addormentarono così, mentre si tenevano teneramente la mano, ma la mattina seguente qualcosa era cambiato.

Il ragazzo dai capelli azzurri strizzò gli occhi quando la luce del sole che penetrava fra le imposte gli colpì il viso e subito poi si rese conto vi aver un peso sullo sterno.

Guardò in basso e quel che vide non solo gli fece perdere un battito, ma lo riempì d'imbarazzo.

Jimin, con la testa sul suo petto, dormiva sereno con le labbra dischiuse, la guancia gonfia siccome la gemella era premuta contro il corpo di Taehyung, e le sue dita erano ancora incastrate fra quelle del minore.

Sorrise e rimase immobile a godersi la vista del proprio migliore amico con le palpebre abbassate ed i capelli arancioni che parevano un tramonto sotto i raggi del sole mattutino.

Si era innamorato di quella chioma fulvia che rappresentava in modo perfetto quel che era Jimin; allegria, luce, calore, gioia...

Per lui Jimin era questo, un insieme di emozioni e sensazioni benigne che lo facevano sentire vivo, completo.

Come se fossero due metà della stessa cosa... com'è che aveva detto? Soulmates.

Sì, erano sicuramente soulmates.

Taehyung allungò la mano libera e lentamente iniziò ad accarezzare quei capelli color del tramonto, cercando di farlo con dita leggere in modo che Jimin non di svegliasse.

Quel che non sapeva, era che lui fosse già sveglio da un pezzo e che quelle carezze lo stavano facendo penare.

Quando aveva percepito Taehyung svegliarsi, muovendosi un poco, aveva temuto che si sarebbe spostato da quella posizione tanto intima, ma così non era stato: era rimasto lì, col proprio migliore amico sul petto, e Jimin ne aveva gioito internamente.

Poi però, quando aveva percepito i suoi polpastrelli fra le sue ciocche arancioni, il cuore aveva fatto una capriola, anzi no, un salto mortale.

Era una sensazione magnifica, la rappresentazione perfetta di quel che era sempre stato il loro rapporto: prendersi cura l'uno dell'altro stando attenti a non dar alcun fastidio.

Sorrise debolmente, fingendo di star ancora dormendo, e sentì Taehyung ridacchiare a voce bassa.

"Sei così bello Chim..."

Bello? Davvero lo considerava bello?

Jimin non si era mai considerato tale a causa di molteplici cose, ma dopo l'incidente la propria autostima, che già era poca, era crollata sotto lo zero.

Ma sentire quelle parole sussurrate con infinita dolcezza e sincerità proprio da Taehyung lo fecero stare... bene, gli restituirono un poco di fiducia in sé stesso.

Si trattenne dallo scoppiare a piangere di gioia; non voleva far capire al minore di essere sveglio, altrimenti quelle carezze sarebbero terminate e lui non voleva accadesse.

Si rattristò quando Taehyung, una decina di minuti più tardi, sfilò le dita dai suoi capelli e divise le loro mani, e nel momento in cui si spostò Jimin temette che lo avrebbe scostato dal proprio petto, infrangendo quella bolla di intimità.

Contrariamente a quel che si aspettava però, l'azzurro fece l'esatto contrario: si mise su un fianco e lo strinse a sé, circondandogli la vita con un braccio, e gli posò le labbra sulla fronte.

Le tenne premute a lungo e Jimin pensò di poter morire soffocato dalla gioia che scoppiava nel suo cuore, facendolo sentire vivo ed amato come non mai.

Era il paradiso e Taehyung era un angelo, il suo angelo.

"Chim, sei così bello da farmi male al cuore."

Quella voce bassa e roca lo fecero rabbrividire e per un attimo Jimin sperò con tutto sé stesso che il tempo si fermasse, permettendo a loro due di rimanere così per l'eternità.

Ma quelle parole, lo lasciarono perplesso: cosa significava che gli faceva male al cuore? Taehyung soffriva... ma perché?

Friendship Bracelet [VMIN]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora