Passò una settimana e durante quei giorni Taehyung si rifiutò di uscire di casa, non volendo rischiare di non essere presente quando Jimin sarebbe venuto da lui.
Abbastanza infantile come cosa, ma che poteva farci? Non vedeva il suo migliore amico da sette anni!
Aveva finto una banale influenza e, fortunatamente, i suoi genitori gli avevano creduto, permettendogli così di restare a letto.
In realtà in questo momento il sedicenne non si trovava affatto sotto le coperte, ma affacciato alla finestra nel tentativo di scorgere qualcuno dai capelli arancioni avvicinarsi alla porta di casa.
Dopotutto la famiglia Kim non si era mai trasferita, rimanendo in quella villetta a schiera dall'altra parte della strada rispetto a dove abitava Jimin da piccolo: sarebbe stato facile per il maggiore trovare Taehyung.
Ma quella settimana era trascorsa lenta ed estremamente noiosa per l'azzurro, però nonostante ciò non perdeva le speranze.
Certo, non era disposto ad attendere altri sette anni, ma un paio di giorni ancora poteva attendere...
Sospirò, non badando a quelle ciocche color del cielo che si erano posate sui suoi occhi, ad impedirgli parzialmente la vista, e poggiò il mento sulle mani.
Il cellulare iniziò a suonare, illuminandosi per mostrare un numero sconosciuto a Taehyung.
Agrottò le sopracciglia, ma rispose comunque: tanto, anche se fosse stato un qualche call center, aveva tutto il tempo per rifiutare cortese e chiudere la chiamata.
"Pronto?"
-Tae?-
Sentendo quella voce un poco acuta dire il suo nome, o meglio, il suo soprannome, scattò in piedi col cuore che batteva a mille.
"Hey Chim dimmi tutto!"
Forse rispose con un po' troppo entusiasmo, ma il ragazzo dall'altro capo del telefono sorrise intenerito dal suo tono, per nulla sorpreso,
e poi parlò ancora.-Mi sono fatto dare il tuo numero da Seokjin... domani pomeriggio hai da fare?-
"No no, sono libero, liberissimo come l'aria."
In realtà Taehyung sarebbe dovuto restare a letto per la sua presunta influenza pure il giorno dopo, ma parve dimenticarsene complentamente al sol sentir quella domanda.
-Allora uhm... che ne dici di trovarci alla pasticceria dove andavamo da piccoli? Ho visto che è ancora aperta...-
Al sol pensiero di potersi gustare un bubble tea in compagnia di Jimin come un tempo, gli occhi di Taehyung brillarono e lui sorrise.
"Certamente Chim, non vedo l'ora di rivederti..."
-Anche io Tae. Devo andare adesso, a domani!-
La chiamata terminò così e, dopo aver posato il cellulare sul comodino, l'azzurro non riuscì a trattenersi.
Corse sul proprio letto e ci saltò sopra, soffocando un urlo contro il cuscino mentre batteva le gambe contro il materasso, a pancia in giù.
Avrebbe rivisto Jimin, ci avrebbe parlato, avrebbe potuto studiare il suo viso di nuovo e per più tempo rispetto a quel pomeriggio al luna park.
Il cuore gli batteva forte nel petto, come se quella breve conversazione al telefono fosse stata una maratona di corsa: Taehyung era troppo felice, troppo agitato e troppo ansioso all'idea di rivedersi.
Non volendo perder tempo ed arrivare impreparato, si calmò un attimo e subito dopo si mise davanti al proprio armadio, con le ante spalancate a mostrare la moltitudine dei suoi vestiti.
Così, se ci fosse stato qualcosa che necessitava di una lavata, avrebbe avuto tutto il tempo per occuparsi della lavatrice.
Ultimamente si era lasciato un poco andare, non badando molto al proprio aspetto, ma ora le cose dovevano cambiare: addio tute e magliette di idol casuali.
"Però nulla di eccessivo Tae, rilassati e pensa."
Si parlò da solo, sua abitudine quando si trovava davanti ad una sfida, che fossero i compiti di fisica o scegliere un outfit adatto.
Dopotutto non era mica un appuntamento con una ragazza, non era necessario qualcosa di esagerato per far colpo, ma sentiva comunque il bisogno di presentarsi impeccabile.
Iniziò pian piano a studiare ogni singolo capo che possedeva, prendendone in considerazione alcuni e scartandone molti altri; aveva vestiti di ogni genere, dalle canottiere sportive a completi eleganti, non riusciva proprio a scegliere.
Sbuffò sonoramente poggiando la fronte contro l'anta: magari una bella botta gli avrebbe schiarito le idee.
Purtroppo ciò non accadde e, sentendo il proprio stomaco brontolare, decise di lasciar perdere momentaneamente il guardaroba per potersi concentrate sul pranzo.
I genitori erano ovviamente a lavoro, essendo mercoledì mattina, e siccome Taehyung non aveva chissà quale gran voglia di mettersi ai fornelli, semplicemente si fece una ciotola di ramen in busta.
Mangiò il proprio pranzo seduto sull'isola che stava al centro della cucina, approfittando dell'assenza di mamma che, altrimenti, gli avrebbe sicuramente urlato di scendere.
Mentre masticava di tanto in tanto accendeva il proprio cellulare, controllando la chat con Jungkook al quale aveva appena scritto.
Non tardò a rispondere, dopotutto era arrivata l'ora di fine delle lezioni e poteva tornare ad usare il telefono.
Bunny🐰
Dimmi tutto Tae!
Senti, domani vieni a pranzo da me che ho bisogno del tuo aiuto
Quando arrivo a casa chiedo a mamma, ma sono certo dirà di sì
Dopotutto lei ti adora 😁
Taehyung sorrise a quel messaggio, ben a conoscenza del debole che la madre del suo amico avesse per lui: ogni volta che andava a casa loro non esitava ad offrirgli i suoi fantastici biscotti.
Finito il ramen, buttò la ciotola e sciacquò le bacchette, lasciando la cucina per poter tornare nella propria stanza.
Jungkook rispose proprio allora, mentre il maggiore si sdraiava sul proprio letto.
Bunny🐰
Cavolo Tae, mi ero dimenticato che ho il dentista per questi incisivi da castoro! Scusa...
Aveva chiesto a Jungkook di venire da lui per un motivo: aiuto con i vestiti.
Certo, non che il quindicenne fosse un gran appassionato di moda, indossava sempre jeans, maglietta bianca e Timberland, ma Taehyung non aveva nessun altro a cui chiedere.
Coi compagni di classe non aveva legato molto, troppo sulle sue e "strambo", così lo chiamavano i suoi coetanei.
Questo a causa del suo scarso interesse nei confronti di tutto ciò che era definito normale: videogiochi, cantanti, ragazze... preferiva di gran lunga trascorrere i propri pomeriggi a disegnare, seduto sulla poltrona sotto alla finestra.
Inoltre non faceva sport assieme ad altri ragazzi e non usciva la sera per stringere nuove amicizie.
Niente Jungkook, niente compagni di classe, niente amici al di fuori della scuola: quindi non aveva altre opzioni.
A meno che...
Sospirò e prese il cellulare, fissando per due minuti buoni il numero selezionato, ma poi si fece coraggio e chiamò, sperando che la persona dall'altra parte rispondesse.
"Cosa mi tocca fare."
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SPAZIO POLIPETTA🐙Come promesso rieccomi qui col quarto capitolo di questa Vmin! Cosa ne pensate per il momento? Vi sta piacendo? Spero tanto di sì!
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Friendship Bracelet [VMIN]
Fiksi Penggemar"Perché siamo qui Tae?" "Perché andiamo a caccia di farfalle."